Successo evolutivo


Il Plasmodium falciparum è in copertina di Science e la ricerca in open access. Merita. Jing Yuan et al. hanno testato in abbinamento 2.816 farmaci per uso veterinario o medico su 61 ceppi di Plasmodium. Ne hanno trovato 58 che sono efficaci contro 45 ceppi; 32 super-efficaci e di questi dieci di cui nessuno riteneva che potessero essere antimalarici.

Poi hanno paragonato gli effetti dei farmaci sui vari plasmodi, per vedere quali producevano gli stessi danni molecolari. Così si sa quali non abbinare nelle terapie complementari, o favorirebbero l’evoluzione della resistenza.

Non è mica finita. Hanno identificato le mutazioni genetiche dei vari plasmodi per stabilire quelle selezionate perché conferiscono resistenza agli antimalarici più diffusi. La clorochina (ormai quasi dappertutto efficace solo in combinazione con l’artemisinina) e i vari chinini hanno avuto una diffusione diversa in Asia e in Africa, infatti sono diverse anche le mutazioni nel genoma dei rispettivi ceppi, ma la sorpresa è che sono concentrate in tre soli geni.

Da un lato è una brutta sorpresa, così pochi eppure bastano a blindare il plasmodio. Dall’altro adesso è possibile cercare farmaci che ne prendano di mira le difese. Senza garanzia di trovarne.

Eredità
Se ne parla parecchio vedo. Su PLoS One, Stefano Allesina – al riparo delle ritorsioni all’univ. di Chicago rianalizza la ricorrenza, correlata al nepotismo, degli stessi cognomi fra i professori universitari italiani. Trova gli stessi risultati e che le cattedre più trasmesse ai parenti sono innanzitutto di ingegneria industriale, diritto e medicina.

Ma che sorpresa!