Un altro creazionista?

great gerbil

Fonte.

Il commercialista Mauro Martini approfitta dei casi di tubercolosi al Gemelli per dire quanto odia gli emigrati e sfoggiare la propria ignoranza in materia di vaccini e di evoluzione dei bacilli.

Al bar sotto casa, due avventori danno per scontato che sto con gli insorti libici. No. “Come ‘no’?” Be’, sono una donna. “E allora?” Interviene la barista: “Anche a me fanno paura tutti quanti”.

Servono più palette…
“Serve più ricerca sull’aria che respiriamo” scrivono Robert Bowers et al. su Applied & Environmental Microbiology. Hanno campionato l’aria in varie città del Midwest e scoperto che d’inverno, vicino al suolo, fra il particolato PM 2,5 prevalgono i batteri da feci di cane. Soprattutto a Detroit e Cleveland.

… e antipulci
Per mandar in bestia l’ing. Morabito del PdL, Noelle Samia et al analizzano

i dati sulle ricorrenze di peste bubbonica in Kazakistan tra il 1949 e il 1995, combinando quelli sui grandi gerbilli che ne sono i principali portatori, le pulci che ne sono il vettore, i casi di peste fra gli umani e le condizioni esterne (clima). Due soglie epidemiologiche quantitative hanno un ruolo chiave: la soglia per la dinamica nei portatori e quella per il passaggio della Yersinia pestis nella popolazione umana.

Traduco. Hanno correlato i casi di peste nei gerbilli e negli umani e trovato che la popolazione dei gerbilli e quella delle pulci (nei gerbilli e negli umani) devono superare una certa soglia per causa infezioni umane. L’acqua calda, sennonché la demografia delle pulci dipende dalla temperatura primaverile. Con 1 °C in più sopra la media, la probabilità di infezioni umane aumenta del 63%.