Scrive Kerri Smith su Nature:
Ogni anno oltre 160 milioni di europei, il 38% della popolazione – 27 paesi UE più Svizzera, Norvegia e Islanda ndt – soffrono di turbe mentali, secondo un rapporto pubblicato oggi dallo European Brain Council e dallo European College of Neuropsychopharmacology.
“Turbe” comprende problemi mentali, psichiatrici e neurologici, Fra i più diffusi:
ansia, insonnia e depressione che rappresentano il il 14%, il 7% e il 6,9% del totale.
Il progetto originale era di
studiare tutte le turbe cerebrali, divise in due categorie: mentali o psichiatriche come la depressione e la schizofrenia, e malattie neurologiche come l’ictus, la sclerosi multipla o il morbo di Parkinson. Ma non sono stati in gradi di stimarne la prevalenza poiché molti di queste sono concomitanti.
Perciò secondo Hans-Ullrich Wittchen, lo psicologo dell’università tecnica di Dresda che ha coordinato la ricerca triennale,
è probabile che la cifra globale sia notevolmente superiore al 38%.
Non ho accesso a European Neuropsychopharmacology. Comunque si tratta dell’aggiornamento della stima di 6 anni fa in cui la percentuale era del 27%. L’aumento è dovuto all’aggiunta delle turbe che colpiscono ragazzini ed anziani. Il tutto è stato presentato in una conferenza stampa al congresso parigino del College che fa parte del Consiglio nel quale è presente “l’industria”.
Gran parte di quegli europei, ça va sans dire, è pericolosamente trascurata dalla professione neuro-psico-farmaceutica…
Mentre ci sono
Non mi convince mica tanto il rapporto australiano “A Climate of Suffering“, anche se i dati su stress depressione ansia ecc. sono correlati ad alluvioni, incendi, siccità ecc.
Il malessere è dovuto al senso di impotenza, all’incapacità di adattarsi a disastri ricorrenti e al senso di iniquità perché i poveri in campagna, per esempio, ne risentono più dei ricchi in città, scrivono i ricercatori e consigliano l’azione. Credo anch’io che sia rassicurante “fare la propria parte”, ma è così anche nelle crisi non dovute al riscaldamento globale. Quanto alla conflittualità, sarà maggiore con il caldo o con la disoccupazione, la carenza d’acqua, i terreni agricoli e le metropoli inquinate, la corruzione insita nel business as usual?
Interessanti le proteste in India contro la corruzione, e che in Cina siano ancora più frequenti le proteste contro corruzione, inquinamento e disfunzioni dei servizi. Ascesa della classe media, secondo l’Economist, e dei valori borghesi…