Lavorano per noi

Su New Scientist, il presidente della Royal Society e Nobel per la medicina Paul Nurse si preoccupa per le opinioni espresse dai candidati repubblicani alle elezioni presidenziali. Teme che in caso di vittoria distruggano la leadership scientifica americana e incita gli scienziati a reagire, vigilare, resistere (ter):

Vale la pena combattere per la scienza che ci fa capire meglio il mondo e noi stessi e darà benefici a tutta l’umanità.

Già vestita da crocerossina fischiettavo Aux armes etc. quando Riccardo Reitano – che aveva segnalato l’articolo di Paul Nurse – ne segnala uno della Reuters:

A parte Jon Huntsman, la maggior parte dei candidati repubblicani ha deriso l’idea che le emissioni da combustibili fossili e da altre attività umane scaldino il pianeta. Il governatore del Texas Rick Perry, al momento in testa alla gara, ha accusato gli scienziati di manipolare i dati climatici, mentre Michele Bachmann ha detto che il cambiamento climatico è una truffa.
Mentre gli americani guardano i repubblicani discutere sul tema, sono costretti a riflettere su quello che pensano del riscaldamento globale

Hanno riflettuto:

La percentuale convinta che la Terra si sia scaldata è passata dal 75% l’anno scorso all’83% nel sondaggio Reuters/Ipsos effettuato tra l’8 e il 12 settembre (…) il 72% dei repubblicani e il 92% dei democratici.

On topic
– Un video da far girare.
– Ri-ri-ri- (ri? ho perso il conto!) affondato il paper di Roy Spencer e D. Braswell, proprio sulla rivista Remote Sensing dov’era uscito. E proprio da Trenberth et al. di cui Spencer attaccava un paper del 2010, senza citarlo o sarebbe stato colto in flagranza di cherry picking.

Trenberth, Fasullo e Abraham non usano i guanti:

Ci sono differenze ovvie tra i modelli. Come notato da Dessler, è importante campionare i risultati di tutti i modelli e non limitarsi a selezionarne pochi, che possono avere specifiche carenze, come hanno fatto Spencer e Braswell.

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