L'Uomo intanto

Da dopodomani a Minneapolis, si tiene l’assemblea annuale della Geological Society of America, “Dagli Archei all’Antropocene: il passato è la chiave del futuro”.
Il titolo è una provocazione: è giusto chiamare l’era iniziata con la rivoluzione industriale “Antropocene”? C’è rissa.

Di qua gli specialisti di geostratigrafia che prima di pronunciarsi vogliono raccogliere più dati sulla litosfera. Di là gli specialisti di biostratigrafia ne hanno abbastanza sulla biomassa dei vertebrati e dei vegetali per affermare che la composizione è radicalmente cambiata. Per gli evoluzionisti, non dovrebbero esserci dubbi, è l’era in cui una singola specie si è messa a insozzare il nido di tutte quante, malgrado gli sforzi delle femmine per tenerlo pulito. Altri dettagli sulla polemica, rif. Gaia Vince – è il suo vero nome – su Science.


Escono due ricerche sulle mutazioni genetiche che permettono all’Arabidopsis thaliana di adattarsi ai cambiamenti climatici dell’Antropocene. A parte l’utilità immediata, sono un po’ dei papers “seminali” che dovrebbero generarne tanti.

Fournier-Level et al. hanno trapiantanto A. thaliana di 150 località a quattro diverse latitudini europee. Identificano migliaia di SNPs (polimorfismi) legati alla fitness nel clima di origine. Normale: ne abbiamo anche noi, e anche gli alberi. Alcuni favoriscono l’adattamento al clima delle Fiandre, ma parecchi sono d’impaccio, dimostrano Hancock et al. nella seconda ricerca.

Hanno fatto crescere vicino a Lille A. thaliana di varia provenienza e molte pianticelle sono venute su rattrappite…

Fournier-Level et al. non trovano segni di mutazioni nuove. Che la selezione naturale si arrangi con gli alleli che le passa il convento? No, li trovano Hancock et al. per rovinare la digestione al creazionista bi-laureato alla Sapienza Enzo Pennetta.

Nota per il fan club
Segni analoghi sono già stati identificati nella Drosophila melanogaster:  detiene il record di velocità nel dotarsi di mutazioni random presto sfruttate dalla selezione naturale per facilitarle la vita in un ambiente mutato. Qualcuna che le fa gradire un clima più caldo magari ce l’ha già.