Alimenti addizionati con batteri buoni vi faranno star bene, dice la pub, per vendervi 10 cl di latte e microbi al prezzo di mezzo litro. A gratis, ci pensano già migliaia di miliardi di microbi e servono più studi prima di introdurre estranei nella “comunità fecale”, per dirla con Gary Wu et al. che ne pubblicano uno.
La composizione della comunità è strettamente personale. A grandi linee si tende comunque a dividere l’H. sapiens in tre “enterotipi” dominati rispettivamente dai generi Bacteroides, Prevotella e Ruminococcus. Gli enterotipi indipendenti dal sesso, dall’età, dall’indice di massa corporea e dalla nazionalità/origine geografica, anche se il primo è più europeo, il secondo più africano e vegetariano, il terzo “per difetto” perché al momento se ne sa poco.
Wu et al. hanno cambiato la dieta di un centinaio di volontari. Nei 10 enterotipi Bacteroides, la composizione delle “comunità” era già diversa l’indomani, mentre nei 10 Prevotella non c’era variazione, salvo in un caso. Dopo 10 giorni, tutte quante le comunità erano tornate come prima. (C’è una tabella con i dati dei singoli nutrienti per enterotipo, ma si vede male). E’ probabile che ci voglia molto tempo per modificarne l’equilibrio fra i generi, scrivono gli autori. La cosa strana è che a prescindere dall’enterotipo, l’equilibrio cambiava un po’ con il vino rosso e moltissimo con l’aspartame.
Mezzo litro di vino al dì, capisco, ma mezzo grammo di dolcificante?
Sul geno-fenotipo è uscito un paper un po’ inquietante su Nature. L’anno scorso gli autori identificavano su una zona del cromosoma 16, un gruppo di geni “cancellati” correlati all’obesità e problemi annessi; hanno scoperto che gli stessi geni però duplicati sono correlati all’anoressia e problemi annessi.
I margini di errore sono ampli, ma i dati mostrano una netta differenza tra uomini e donne e tra gruppi di età.