Mini-ciclotrone del 16.1.2012
Quest’anno è ancora di lunedì ma alle 7.20 a.m. – prestino per i miei gusti, quindi l’ho registrato.
Tema: Rio 92 + 20
Oggi a Tallinn (grazie – rif. commento), Estonia, c’è stato il lancio di Pulire il mondo 2012 ancora più zeppo di eventi del solito. In Italia, menzione speciale per Pulire Napoli, di preciso l’intero parco nazionale del Vomero centimetro quadrato per centimetro quadrato e guai a lasciare in giro una cicca.
Pensateci se avete un week-end libero tra il 24 marzo e il 25 settembre, potreste trascorrerlo a tirar su la rumenta insieme a gente simpatica nel più bel panorama del mondo, altro che spiaggia alle Maldive.
Quando si dice il caso
Anche Science parla di pulizie su scala planetaria. Invece di un semplice, si fa per dire, GCM, la squadra dei 24 ricercatori – molti del Joint Research Centre di Ispra – capeggiata da Drew “donna honoris causa” Shindell del Goddard-NASA capeggiato da Jim “avanzo di galera” Hansen, ne pubblica uno come non ne avete visto mai.
(Gli autori smentiscono: è solo un tentativo di proposta, guardate se vi piace, non compratela occhi chiusi, sapeste quanti dati ancora ci mancano et patatì et patatà…)
Ancora più complesso di un GCM, è un modello di pulizia veloce, temporanea – una povera donna in casa non ha mai finito – che parte dalla valutazione di 400 sistemi già collaudati per tagliare le emissioni di metano e di fuliggine-ozono (black carbon), quelle che a breve riscaldano di più. Anche se la CO2 è quella che la dura (in atmosfera e negli oceani) e la vince.
Selezionati i 14 più efficaci e convenienti, c’era da valutare la loro adottabilità ed efficacia combinata, da fare l’analisi di impatto globale nonché di costi e benefici. Stringo: Se si comincia da adesso per andare a regime nel 2030 è l’affare de secolo (o-cat Leonarda a parte): l’investimento si ripaga subito in risparmi sulla spesa sanitaria, sui giorni di lavoro persi per malattie dell’apparato respiratorio, maggiore resa agricola e last but not least da 2 a 4 milioni di vittime annue in meno. Conclusione:
Rendersi conto che queste misure possono fermare l’andazzo (rate) dei cambiamenti climatici e contribuire a mantenere a breve termine il riscaldamento globale sotto i 2 °C rispetto all’epoca preindustriale, rafforzare la mitigazione del riscaldamento nell’Artico e nell’Himalaya, e ridurre l’incasinamento (disruption) dei ritmi delle precipitazioni regionali – oltre ai vantaggi sanitari locali e da locali a globali per l’agricoltura – può favorire una messa in opera precoce e diffusa per realizzare questi molteplici benefici.
Drew for president!
(I calcoli sul metano sono ok con i soliti margini d’errore, di quelli sulla fuliggine-ozono non fidatevi troppo, scrivono, mancano dati robusti.)
Raccomandato a: chi non si vuol sporcare le mani col pattume e magari maneggia denaro, perché mostra che la salute di animali noi compresi e piante, dell’ambiente e dell’economia è una sola, e non è vero che per sanare l’ultima bisogna ammorbare tutti gli altri; a Ong umanitarie e ambientaliste anche per le tonnellate di dati, ricerche e modelli incorporati.