Ci pensa zio Sam


Dopo cinque anni di “esperimento”, il gruppo Nature chiude il deposito di papers grezzi, con successiva peer-review ed eventuale pubblicazione, che per la biologia e le sue declinazioni doveva essere un po’ l’equivalente di arXiv.org per la fisica:

As of April 3rd 2012, we will cease to accept submissions to Nature Precedings.  Submitted documents will be processed as usual and hosted provided they are uploaded by midnight on April 3rd… Be assured that Nature and the Nature research journals continue to permit the posting of preprints and there is no change to this policy, which is detailed here.

Per ora arXiv.org è finanziato da grants e fondazioni, ma cerca un business model più stabile, comunque gratuito per i singoli utenti. Com’è gratuito FigShare, un “deposito” di dati del gruppo Digital Science che fa parte della MacMillan, proprietaria anche del gruppo Nature. MacMillan fa beneficenza o sta testando nuovi prodotti?

Combinazione
In tutte le discipline, i ricercatori si lamentano di quanto sia difficile prelevare i googol di informazione accatastati qua e là. Serve un’infrastruttura, degli standard, dei protocolli comuni… L’Unione Europea e il resto del mondo sono stati a guardare mentre le varie comunità scientifiche si auto-organizzavano senza coordinarsi, innalzando barriere per le altre, senza volerlo. In attesa che gli Stati Uniti – la cui proprietà intellettuale tecno-scientifica “vale” $84,4 miliardi su un totale mondiale di 173,4 miliardi – arrivassero alla riscossa.

Arrivano
Giovedì scorso, John Holdren ha annunciato lo stanziamento di 200 milioni di dollari

per trasformare la nostra capacità di usare Big Data per scoperte scientifiche, ricerche ambientali e biomediche, educazione e sicurezza nazionale.

Grassetto mio.