Con la cortesia di sempre, Daniele Passerini mi segnala con un link – ricambio – una lettera un po’ rivolta a me e un po’ su di me.
Gentile Sig. Passerini,
Qualche giorno fa sono inciampato in una polemica sul blog personale di una giornalista, ove ho assistito a un crescendo incredibile di toni. Confesso che sono rimasto un po’ sorpreso, però ci sono stati alcuni elementi che ho trovato davvero peculiari.
In realtà mi rivolgo a Lei, e in fattispecie al Suo blog, perché mi è stato negato un commento su ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/ e perché ho rivalutato l’intera vicenda che potrebbe avere delle origini e dei risvolti piuttosto importanti.
Ecco il commento negato:
È da qualche giorno che seguo questa simpatica discussione, nata sull’articolo che mescola la ricerca con la politica, la scienza con l’ironia ecc. Va be’, pur non condividendo il metodo non entro nel merito. La questione scientifica, ammesso che di scienza e sola scienza parliamo, non è tra le mie competenze. Mi auguro che qualcuno abbia ragione, il geniale professore (vero o falso che sia) o la giornalista investigatrice che smaschera una grande bufala. Vada come vada qualcuno la pagherà cara :).
Ma desidero, arrivati a questo punto, sottolineare una sensazione che potrebbe essere anche solo mia. Il buon Carneade che, premetto, non è certamente tra gli esseri più simpatici che popolano la Rete – anzi, direi che la lunga lista di persone alle quali sta antipatico probabilmente avrà la capostipite proprio nell’ostetrica che lo introdusse all’avventura terrestre – lancia oltre alle provocazioni anche dei messaggi tra le righe che hanno suscitato le reazioni piuttosto forti da parte dell’Oca e di Della Volpe.
Questo mi fa pensare che l’antipatico Carneade abbia toccato un nervo scoperto. O mi sbaglio? 🙂
(Chiedo scusa in anticipo se la mancata pubblicazione è stata involontaria o dovuta ad altri fattori. In ogni caso le considerazioni che seguono non sarebbero meno valide, dal mio punto di vista naturalmente.)
Sappiamo che nei tanti blog bisogna avere il primo commento approvato per poi vedere i successivi in tempo reale. Infatti ho aspettato due giorni e ancora nulla e, a questo punto incuriosito, stamattina ho lasciato un breve commento tutto a favore della nostra giornalista. Guarda caso, quello è passato. Premetto che non l’ho fatto per una questione di orgoglio o puntigliosità, l’ho fatto solo per poter meglio giudicare la veridicità del dialogo su quel blog e la libertà di parola che la giornalista pratica. La signora Oca sostiene che quello è un blog personale dove lei scrive ciò che desidera, ed è sacrosanto. Però è altresì sacrosanto che nelle stesse pagine vengono attaccate delle persone in modo piuttosto pesante e quindi tengo ad approfondire la prassi della giornalista.
Se ho capito bene si mette in dubbio la validità della scoperta scientifica di un certo Fabio Cardone, perdonate l’ignoranza ma non sono di casa in questo ambito, e lo stesso viene attaccato perché, secondo la giornalista e alcuni dei suoi, se ho capito bene, amici, si tratta di una bufala bella e buona. Ora, io non so se sia così, ma mi stona il metodo di questo attacco. Si cerca di screditare una ricerca facendo leva sull’uso improprio del titolo del professore, si tira in ballo la questione politica, si ironizza sulle frasi del professore, sull’assenza della scrivania e del telefono, sulla genialità che farebbe impallidire anche Einstein ecc. ecc. Vista la serietà delle accuse, e dell’enorme impatto sulle finanze pubbliche (da quanto sostiene la giornalista), credo che l’approccio dovrebbe essere più serio dal punto di vista investigativo e meno inutilmente ironico. Altrimenti, visto che si tira in ballo la politica, potremmo facilmente liquidare la faccenda, considerato che la giornalista è una ex dell’Unità e attualmente con La Repubblica. Ovvero, Pdl-An vs PD, e in conclusione sarei orientato a pensare a un attacco degno del peggior squallore politico. Sono convinto che il Paese non abbia bisogno di questo tipo di giornalismo, né che la Scienza abbia bisogno di essere giudicata con tale metodo.
Cordiali saluti e La ringrazio se riterrà opportuno pubblicare questa mia.
Tersite
*
Caro Tersite,
Nei sospesi non c’è nessun commento recente, non ho idea di dove sia finito il suo. Perché mai l’avrei censurato e non quelli più grevi di Olga spia russa procace o Carneade? Le avrei risposto, le rispondo, così:
una grande bufala
Piccolina! Quella di Obama su Marte, la conosce?
un nervo scoperto. O mi sbaglio? 🙂
Non sbaglia affatto: ho imparato che i Carneadi confondono la buona educazione con la sottomissione alla loro violenza e diventano via via più minacciosi. Anni fa, mi avrebbe toccato un nervo scoperto. Non più, rimetto i bulli al loro posto per le donne che, come me alla loro età, non sanno come difendersi e forse possono impararlo, come ho fatto io, da donne più vecchie e coriacee.
Sui giornali – preciso perché spesso non è chiaro – faccio cronaca della scienza (science reporting) nel bene (sound science) e nel male (bad science). Sul mio blog prendo appunti o tengo un diario, se vuole.
Fabio Cardone rivendica una scoperta rivoluzionaria per l’umanità; per poterla sfruttare, servono finanziamenti cospicui. Una rivendicazione così richiede l’autorevolezza di un Einstein, la quale viene proclamata “dagli scienziati che in tutto il mondo verificano la scoperta e la testimoniano con le loro pubblicazioni”. Uso le parole di Fabio Cardone perché sono veritiere. Succede proprio così, pensi ai cellulari che con il GPS sfruttano la teoria dello spazio-tempo di Einstein. Ma “Chi ti ha fatto re?” si dice da noi.
Da mesi dei ricercatori chiedono a Fabio Cardone : quali scienziati hanno scritto di te che sei il nuovo Einstein? Non risponde. In compenso “scienziati in tutto il mondo” hanno scritto di Fabio Cardone che non ha scoperto nulla. La sua rivendicazione, così come l’autorevolezza che gli deriva dal titolo di professore, non è veritiera. E’ solo una piccola bufala come tante, dubito che qualcuno la paghi cara.
Il giornalismo italiano non le piace e anch’io preferisco quello dell’Economist. Però trovo curioso che lei creda di “approfondire la mia prassi” deducendola da un articolo sul Sole-24 Ore (non proprio del PD…) che sembra non aver visto. Scrivevo infatti che l’unico metodo per giudicare una ricerca non è l’appartenenza politica o il dépliant di una ditta, ma la conferma o meno dei risultati da parte di altri ricercatori.
L’oca s.
p.s. Da quando posso votare, politici di ogni partito mi considerano una femminista rompiscatole. Ai giornali non importa: sono free-lance, se do fastidio basta mandarmi a scrivere altrove.