Ancora niente digest


Ritardo giustificato. Oggi assemblea dei soci di Action Aid, al mattino progetti, progressi, ostacoli, investimenti, al pomeriggio discussione su “Italia, Sveglia” e la scelta di basare quello che facciamo a nord e a sud sui diritti umani.
Facciamo politica? Probabile, ma ciascuno a modo suo. Ci troviamo d’accordo sugli scopi che vogliamo raggiungere pur pensandola diversamente (per dire, sono dell’ala “Non credere di avere dei diritti”, che le libertà si prendono ecc.)  e sapendo di agire in mezzo alle contraddizioni anche nostre. Giornata molto soddisfacente.
La mia giornata contro l’AIDS è stata ieri, con la presentazione del libro di C. Gnetti e V. Agnoletto. Trovo anch’io uno scandalo che si finanzi una ricerca sul vaccino “italiano”  in cui i controllori sono i controllati stessi o il loro fratello, i finanziatori sono i finanziati, la peer-review è ignorata, i “successi” comunicati durante feste con politici mentre sulle riviste scientifiche escono papers marginali.
Come tutti, ero rimasta sorpresa
– dall’uso della proteina TAT per il vaccino preventivo annunciato nel 1998, già provata e scartata da vari lab;
– dall’annuncio iniziale di un vaccino che immunizza contro l’infezione poi trasformato in terapeutico, da somministrare semmai come adiuvante immunitario ai pazienti in terapia antiretrovirale;
– dalle dosi aumentate e dai pazienti dimezzati già nel primo trial;
–  dalle critiche di Nature, Science et al. , dalle interpellanze parlamentari, dalle denunce alle autorità di vigilanza sempre ignorate; per tutta risposta il prof. Fernando Aiuti ha subito un processo per diffamazione e l’ha vinto;
– dal trial di fase II approvato malgrado le irregolarità della fase I e ancora prima che ne siano pubblicati i risultati completi;
– dall’assenza di Barbara Ensoli e dei suoi collaboratori dalle conferenze internazionali e dalla letteratura scientifica ecc.
Non mi spiego:
– i fondi rinnovati, malgrado il disinteresse totale di tutti gli altri ricercatori;
– i finanziamenti opachi (quasi metà della spesa italiana per la ricerca sull’AIDS), per non parlare di quelli del Ministero degli esteri per costruire in un paese africano, poi un altro, poi in un terzo, una fabbrica in cui produrre un vaccino inesistente allora come adesso;
– il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e i ricercatori del gruppo Ensoli che rilasciano dichiarazioni e si rifiutano di documentarle; tutti quelli che accettano di parlare con Carlo Gnetti o altri giornalisti solo sotto garanzia di anonimato; ecc. ecc.
Dopo 14 anni di proclami nazionalistici, where is the beef?
No beef
Il 13 novembre scorso, su PLoS One esce questo paper dei ricercatori del gruppo Ensoli e della Novartis. Parla un esperimento su macachi infetti con il Siv ai quali è stato somministrato un vaccino che combina le proteine TAT e Env dell’Hiv. Idea di partenza:

HIV-1 preventative vaccines based on the HIV Env antigen have either failed or shown marginal protection [1][2][3], indicating that Env is not sufficient to protect against infection and that innovative approaches are needed. Approaches employing the HIV regulatory Tat protein have been shown to contain virus replication, preventing disease onset and/or progression in monkey models [4][9] (http://www.avip-eu.orghttp://www.hiv1tat-vaccines.info). The Tat-based vaccine has then been advanced to preventative and therapeutic phase I trials showing safety and immunogenicity [10][12] and has recently demonstrated promising efficacy in a phase II therapeutic trial in HAART-treated subjects [13]. A large body of evidence provides the rationale for inclusion of Tat in novel HIV/AIDS preventative vaccine candidates.

Il “large body of evidence” sono le pubblicazioni del gruppo Ensoli e una del 2003 di Jean-François Zagury et al. (inconcludente, come si vede) e citata quasi esclusivamente dal gruppo Ensoli.
Anche questa volta i risultati sono buoni: carico virale significativamente più basso rispetto ai macachi non vaccinati, addirittura qualcuno che non si infetta. Una ricerca ben fatta, mi sembra, ma come ne escono decine all’anno e con la solita conclusione ottimista:

These data indicate that both anti-Tat and anti-Env Abs are required to block HIV acquisition and spreading and have key implications for new strategies in both preventative and therapeutic HIV vaccine development.

I dati non indicano che quegli anticorpi siano gli unici richiesti per bloccare l’acquisizione dell’HIV, ma le nuove strategie sono già in atto:

Therefore, novel vaccine strategies combining Tat and Env antigens are being developed with the aim of inducing broad cellular and humoral immune responses able to kill early the infected cells, as well as to neutralize infectious virions, acting together to dampen or to block initial HIV infection and dissemination (http://www.avip-eu.org).

(Credo che il link all’AVIP sia questo, perché è l’unico progetto di Barbara Ensoli).
.
Il paper è arrivato nel maggio scorso, ci ha messo più del solito a uscire su PLoS One, rivista veloce. Eppure:

In view of these results, a new phase II trial has been initiated in South Africa in HAART-treated patients (ISS T-003, ClinicalTrials.gov NCT01513135), and complexes of Tat and ?V2 Env are being tested in a multicentric preventative phase I trial in Italy (ISS P-002, ClinicalTrials.gov NCT01441193, http://www.hiv1tat-vaccines.info).

.
Nel settembre 2011 infatti, sono stati reclutati in Italia 50 pazienti per verificare la non tossicità di un vaccino TAT-Env. In Sudafrica però, 200 pazienti sono reclutati dal marzo 2012 nel trial di fase II per un vaccino terapeutico che non contiene quella proteina Env, nonostante:

These data indicate that both anti-Tat and anti-Env Abs are required to block HIV acquisition and spreading and have key implications for new strategies in both preventative and therapeutic HIV vaccine development.

.
(grassetto mio per i disattenti). E nonostante il trial di fase II condotto in Italia non si sia ancora concluso.
.
Non si fa così.
.
2/12: recensione.