Poo power

La BBC ha un breve reportage sul No Mix Vacuum Toilet “in campo aperto”. A Singapore procedono spediti, d’altronde hanno bisogni pressanti, ups, un’alta densità di popolazione, poca acqua e poco spazio per il trattamento dei rifiuti intimi. Un prototipo del No Mix era stato presentato a una conferenza un anno e mezzo fa:

Adesso è già installato nei bagni del Politecnico di Nanyang, per vedere se mantiene le promesse: consumare il 90% d’acqua rispetto agli altri e produrre metano con ragionevole efficienza dopo compostaggio del solido con scarti vegetali e alimentari, e passaggio in un bioreattore ad alghe. (1)

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Singapore è speciale. Non c’è posto per le discariche, il riciclaggio è massimo. Con gli scarti irriducibili, per esempio quelli prodotti dagli inceneritori – a loro volta fonti secondarie di energia – si costruiscono o si uniscono isole.

La parte nord-ovest di Pulau Semakau è diventata un parco naturale molto popolare per il pic-nic. Ci nidificano specie rare, l’acqua è trasparente, si vedono i pesci (grandi barracuda a strisce). Le associazioni ambientaliste come la Singapore Nature Society, organizzano viste guidate. Traghetto compreso, costa meno di Disneyland.

Tra due anni, Semakau sarà “colma”, sono iniziati i lavori per un’espansione che ne riempirà la laguna. La NEA ha pubblicato un bando che prevede da parte del contraente mesi di ricerche per una valutazione dell’impatto sia dei lavori che del riempimento sulla decina di isole vicine, barriere coralline, mangrovie, lagune, acquacoltura ecc.

Dati da allegare al preventivo e da pubblicare via via sul sito dell’agenzia. Controllo dei lavori durante e dopo a cura di ricercatori e delle associazioni.

La Nature Society ha approvato i termini del bando, anche se la valutazione d’impatto non include le isole usate dai militari. Peccato per la laguna, a marea alta sembrava di stare su un’isola naturale e a marea bassa era piena di granchi.

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Tropici a parte, Singapore non è così speciale, gli inceneritori sono molto più puliti e redditizi di vent’anni fa. L’AEB –  Waste & Energy Company – è quella che ha costruito l’inceneritore di rifiuti per il teleriscaldamento in funzione da sei anni ad Amsterdam, il primo con “un’efficienza netta superiore al 30%” e la gente ne è molto contenta, forse per via delle visite organizzate?

Comunque all’estero gli inceneritori non hanno la cattiva fama che hanno qui.

Da tre anni, l’AEB è in attivo (dati a p. 24 del pdf) e se si tiene conto del valore perso da terreni e case vicino ai terreni  occupati da discariche, si sta ripagando. Riceve 1,4 milioni di tonnellate di rifiuti/anno, ne “lavora” la metà e li vende. Con l’altra produce quasi mezzo milione di megawatt/ora, e fornisce 140.000 gigajoule/anno di calore per il teleriscaldamento. A pagamento anche questi.

Brucia un 48% di biomassa, quindi il 48% di quell’energia è “carbon neutral” e riduce le emissioni nazionali di CO2.

Pare che possa arrivare a 1 milione di gigajoule se fa molto freddo. Forse si vanta. Il global cooling non pare essere iniziato nel … (inserire data a scelta tra il 1995 e il 2008) come dicono alcuni bersagli dell’oc… di Steph.

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La Danimarca  è un esportatore netto di energia, può permettersi di sprecarne un po’. A Copenaghen hanno deciso di coprire l‘inceneritore Amager Bakke, sul lungo mare, con una pista da sci illuminata anche di notte.

:(1) Su questo tipo di tecnologie, rif.  Giulio Conte, Nuvole e sciacquoni, edizioni Ambiente

1 commento

  1. Dalle mie parti si dice che ogni fegatino di mosca è sostanza. Dopo decenni di sbornia da spreco il futuro sembra andare in questa direzione.

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