Come la Commissione Europea, l’IPCC e il World Climate Research Programme, anche Antonello Pasini e il “giovane dottorando” Giancarlo Modugno si occupano di modelli climatici a piccola scala, in particolare di come distinguere – matematicamente – le variazioni della temperatura locale indotte da forzanti antropogeniche da quella dovuta ad altre forzanti e alla variabilità naturale.
Paper qui e divulgazione di Antonello qui.
I governanti chiedono a gran voce modelli climatici a scala temporale e geografica ridotta, per prepararsi all’aumento della frequenza e intensità degli eventi estremi: ondate di calore, siccità ecc. Ne vorrebbero addirittura per il “super-tifone” Haiyan (h/t Valentino P./ Climalteranti).
Ma l’aumento di questi ultimi anni era già previsto dai modelli degli anni ’80. A parte i Paesi Bassi, chi si è preparato?
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Un ricercatore del CNR mi segnala un lavoro anticipato sui PNAS, sulla tossicità dei neo-nicotinoidi per le api. Scrivono Giovanni De Prisco et al., univ. Napoli, Bologna e Udine:
In this study we describe the molecular mechanism through which clothianidin adversely affects the insect immune response and promotes replication of a viral pathogen in honey bees bearing covert infections. Our results shed light on a further level of regulation of the immune response in insects and have implications for bee conservation.
(clothianidin = Poncho, Dantop)
A parte l’utilità per la conservazione, mi sembra avere un’implicazione più generale perché conferma quello che diceva Giuseppe Cazzamali quando era uscito il genoma dell’Apis mellifera. Gli insetti eusociali affidano l’igiene collettiva al comportamento specializzato delle addette alla pulizia. Nel corso dell’evoluzione, i geni per il sistema immunitario sono stati cooptati per altre funzioni che in natura incrementano la fitness della colonia. Ma la selezione naturale non aveva previsto l’inquinamento da neonicotinoidi.
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O’s Digest
Tante cose interessanti su Science, molte ricerche su “Genetics drive Epigenetics” e la variabilità del DNA umano. Ormai nessun può più dire “ce l’ha scritto nel DNA”, lo scritto continua a cambiare… Ce n’è una sui geni che servono a identificare batteri, tema à la mode. Per ora segnalo articoli che servono alle Ong:
– rassegna di Leslie Roberts sull’epidemia “silente” causata da un poliovirus in Medioriente
Further sequencing by Lester Shulman of the Ministry of Health’s Central Virology Laboratory in Tel Hashomer suggests a single introduction from Pakistan into the broader region sometime in 2012, after which the virus diverged, with some branches going to Egypt, Israel, and now, presumably, Syria, where an outbreak began in October.
Rif. anche il rapporto della Global Polio Eradication Initiave uscito il mese scorso. Con la somministrazione ripetuta anche del vaccino orale (OPV) ai già vaccinati con EPV, la sanità pubblica e i cittadini – è volontaria – stanno facendo la cosa giusta.
Ricordo che in Pakistan, la CIA aveva inscenato una vaccinazione per stanare Bin Laden e che da allora in molti paesi, medici e infermieri sono stati assassinati e le vittime di non vaccinazione sono decine di migliaia.
– In Afghanistan, gli USA hanno dispiegato “scienziati-soldati” e Richard Stone ne ricapitola i 600 “progetti”. Dubito che siano stati efficaci come propaganda, un esercito occupante resta sempre un occupante.
– Due articoli di Gretchen Vogel sulla malaria, uno sul Plasmodium vivax “dimenticato” dalla ricerca, perché pareva meno pericoloso del P. falciparum; l’altro sull’uso del P. vivax per curare la sifilide nella prima metà del Novecento. Fa venire in mente Isak Dinesen, o meglio suo marito.
– Richard Kerr si chiede se gli scienziati possono usare come “momento per fare lezione” i singoli eventi estremi citati dai alcuni politici – Obama, per es. – per affermare “il riscaldamento globale c’è”. Un singolo evento non c’entra con una tendenza, magari è solo una coincidenza meteo. Così gli scienziati si trovano “in the hot seat” – sulle spine. Cosa insegnare? la statistica? la differenza tra meteo e clima? come si attribuisce una frazione di probabilità? Risposta da Antonello
– in “Hell and High Water“, una trentina climatologi insistono nel ripetere che bisogna preparare cittadini e territorio ad adattarsi ai cambiamenti in corso, con interventi “evidence-based”. Ma cambiamenti così rapidi non sono mai successi e l’evidenza manca, quindi
Advances in adaptation science will not happen without two transformational changes: (i) an institutional structure to catalyze, coordinate, evaluate, and encourage the use of advances in adaptation science; and (ii) an increase in funding.
Avidi…