Tabulati stupendi

Mentre i centri di ricerca della NOAA, GISS-NASA, Hadley, JMA ecc. stanno ancora smaltendo i postumi, la citizen science pubblica i propri risultati. Nick Stokes batte i colleghi sul tempo:

The Moyhu NCEP/NCAR index for December was 0.621°C, up from November’s 0.513°C, and ahead of the previous record – October 2015 at 0.567°C … Adjusted to the 1951-1980 baseline of GISS, that would give a month anomaly of 1.18°C. The current record there is October at 1.06°C. I would expect that GISS might be a bit lower than 1.18, but still the hottest month in the record. Which makes 2015 even more securely the hottest year.

I negaioli sono pregati di confrontarla con l’anomalia del dicembre 1997 prima di incolpare il Niño e annunciare l’inizio dell’era glaciale nel 1999 pardon 2009 ups 2016. Il MetOffice di solito ci azzecca anche se Zichichi et al. non lo sanno, e nelle sue ultime proiezioni il 2016 è più caldo del 2015.

(Spero di no, gli eventi meteo estremi stanno già facendo troppe vittime e le Ong non compiono miracoli…)

A sorpresa, Tamino usa la serie di temperature quotidiane dell’Inghilterra Centrale, mitica perché è ininterrotta dal 1772 e storicamente con un margine d’errore di soltanto +/-0,1° C. In realtà inizia più di un secolo prima, ma venivano compilate medie mensili e l’imprecisione era di +/-0,5° C.

La sua ricostruzione, migliorata via via da mezzo secolo, è il labour of love di Gordon Manley, un classico forse poco noto in Italia. Peccato, è anche un bel testo di storia tout court. A proposito dei sunti annui “beautifully tabulated” che il reverendo William Derham mandava dal 1669 alla Royal Society, precisa anche

Il suo termometro, lungo quasi tre piedi, era esposto su una parete a nord e letto tre volte al giorno alle ore stabilite…

Manley si scusa per la lunghezza dell’articolo,

sarebbe ancora più lungo se fossero inclusi tutti i passaggi di una compilazione che ha richiesto quasi cinque anni per essere ultimata.
Per il contesto storico internazionale, rif. Theodore Feldman.

Oggi dubito che la rivista della Royal Meteorological Society pubblichi articoli così particolareggiati. (Sul suo sito sta mettendo altri classici dall’Ottocento in poi, tra cui il più celebre G.S. Callendar, “The artificial production of carbon dioxide and its influence on temperature” del 1939.)

Jeff Masters fa una statistica sugli uragani in cui il Niño attuale arriva secondo; neven1 aggiorna sui ghiacci artici; And then there is physics sull’attribuzione degli eventi meteo estremi al riscaldamento globale; e con pazienza e un talento eccezionale per la divulgazione, Sou di Hot whopper segue i deliri di WUWT, per es.

Someday, the truth will unfold and all the fraudsters and hacksters hopefully will get the same punishment the Saudis have recently dished out to the terrorists

dove “fraudsters and hacksters” sta per ricercatori non pagati da Big Oil & Coal per mentire.

***

Rimmel domenicale

 

fonte

Lo so, è domenica e vorreste rilassarvi. Se la ricerca sulla cascata melodiosa sentita al cell che facilita la minzione nei signori di una certa età non vi basta (via Marc Abrahams dei premi IgNobel – si sospetta il paper di mirarci…), su 22 passi Andrea Rampado sproloquia a lungo nell’indifferenza generale.

Forse spera tuttora di far dimenticare le sue bufale sul clima per disinformare sul quale rimanda a quelle dell’Oregon Petition, e altre ancora più comiche quali

I sette miliardi e rotti di uomini in questo pianeta consumano circa 21 milioni di libbre al giorno di cibo.
I settanta miliardi di animali allevati nel mondo (non solo mucche e maiali ovviamente) consumano 135 milioni di libbre al giorno di cibo provveniente da agricoltura intensiva e dedicata.

Secondo lui.
Da molti anni so che lo stile di vita “McDonald” (allevamenti intensivi di bovini in tutto il mondo) è la principale fonte di produzione di CO2 nel pianeta. 
secondo Daniele Passerini, e
hanno inventato un sistema per stoccare il bio-metano e utilizzarlo inserendo un tubicino nell’intestino della mucca collegato ad un serbatoio esterno
secondo lui. Grassetto mio.

Un’incertezza mi toglie il sonno. Il tris merita la Bufala d’oro 2015? Più quella d’argento per il motivo che avrebbe indotto il visitato dagli alieni a chiamare intestino il rumine e a immaginare che da esso esca solo metano? E quella di bronzo perché, secondo lui, “Gt CO2 equivalent” non significa “peso x effetto serra”? (h/t un IbeC)

Sempre a proposito di Cowspiracy, stamattina sono arrivati due commenti, con argomentazioni tipiche dei complottisti:

James il 03/01/2016 alle 10:37
Tu sei un emerito co gli one ignorante e inconsapevole. Svegliati

James ci riflette e il 03/01/2016 alle 11:29 aggiunge:

Ocasapiens aprì gli occhi vecchia scopa secca che non sei altro, espressione di un giornalismo al servizio del potere….
La zootecnia è la rovina del mondo

4 commenti

  1. Cara Sylvie, seguo questo blog sin dal 2006, seppure non sia mai intervenuto con commenti.
    Mi piacerebbe un confronto con lei e gli altri lettori sui temi – maldestramente – toccati da Cowspiracy.
    Certo i se ed i distinguo sono molti: premesso che il “veganesimo” sia un fenomeno che spesso esula da una consapevolezza scientifica per andare a parare su prese di posizione “religiose” (pericolo di tutti in fondamentalismi enogastronomici) e in quanto tali ben poco discutibili in termini di revisione paritaria, mi sembra però che si corra il rischio di buttare l’acqua sporca con tutto il bambino.
    In http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2015/12/29/complottismo-vegano-m5/
    lei chiosa, a proposito dell’intervento parlamentare di Paolo Bernini sul succitato docufilm, “Tutti maschi e sicuri che i neonati crescano belli e sani a spremute, presumo.”
    Certo è che il contributo dell’allevamento intensivo sul GHG sia ben al di sotto del 55% (a occhio e croce scendiamo in un più ragionevole 20% tra impatto diretto sulla quota agricola – 9% lordo – e indiretto su altre macrovoci) però l’impatto complessivo (incluse il ciclo delle deiezioni su terreni e acque) è rilevante (http://www.nytimes.com/2008/01/27/weekinreview/27bittman.html?_r=0).
    Ben più rilevante di quello agricolo in sé (http://www3.epa.gov/climatechange/ghgemissions/usinventoryreport.html).
    Per carità, il discorso è complesso http://www.nature.com/news/2010/100615/full/465853a/box/1.html
    Credo sia fisiologico che certe argomentazioni – personalmente mi occupo di energia, ciclo di vita dei prodotti e sostenibilità dei cicli urbani – si tirino dietro commenti degrandanti e offese come quelle citate. Guardando oltre, però, perché anche lei liquida nel calderone del “veganesimo” – bruttissima definizione – anche una certa consapevolezza scientifica tutt’altro che da rigettare circa i cicli della produzione e consumo del cibo che (provocazione) già Pitagora e Leonardo (evitando fondamentalismi) facevano propri?
    (sì, preferisco riavvicinare certe “abitudini” alimentari ai pitagorici o ai giainisti di Mahavira che a mode da altri corpi celesti)
    Insomma che Cowspiracy sia alquanto discutibile siamo d’accordo.
    Ma non significa che una sana riflessione scientifica circa i metodi di produzione dell’alimentazione umana non sia necessaria – in termini di GHG e non solo.
    Mi sono perso qualcosa?
    Grazie per l’attenzione.
    A_
    (PS: buon 2016!)

    1. Andrea Spinosa,
      auguri anche a lei.
      Ma non significa che una sana riflessione scientifica circa i metodi di produzione dell’alimentazione umana non sia necessaria – in termini di GHG e non solo.
      Avrà visto che su questo blog si fa parecchia informazione (guardi i commenti!) sui danni ambientali e sanitari degli allevamenti intensivi (altri link a richiesta).
      E così fanno tutte le Ong ambientaliste e sanitarie che gli industriali della carne – e i negaioli del riscaldamento globale – accusano di estremismo e che Cowspiracy e seguaci accusano di nascondere la “verità” perché venduti ai suddetti industriali.
      Può darsi che una dieta vegana sia
      l’unico modo per vivere in modo sostenibile ed etico su questo pianeta
      ma occorre dimostrarlo e finora certi vegani dimostrano di preferire le diffamazioni ai fatti.
      “Tutti maschi e sicuri che i neonati crescano belli e sani a spremute, presumo.”
      Certo. Dimenticano di appartenere a una specie onnivora priva di rumine; che le popolazioni più misere del pianeta praticano la pastorizia; che anche la pesca intensiva fa danni immensi; che per 2 miliardi di noi la carne è un lusso inaccessibile; che senza proteine animali i bambini crescono male e più vulnerabili alle infezioni ecc.
      lei liquida nel calderone del “veganesimo” anche una certa consapevolezza scientifica
      Forse mi confonde con qualcun altro? Liquido come “complottismo” la diffamazione delle Ong e la consapevolezza scientificamente molto incerta delle persone – vegane o meno – che promuovono il film.
      Manca innanzitutto la consapevolezza di sé, trovo. Da ricchi in paesi ricchi, possiamo comprarci tutto l’anno frutta e verdura fresca (o i piatti pronti venduti dal prossimo presidente di Earth Save!). Secondo me, non è un motivo “etico” per dire a tutti – poveri inclusi – “adesso che abbiamo rovinato la biosfera, fate come noi e mangiate brioche”.

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