Mycoplasma capricolum, in arte JCVI-syn3.0

Chiama radio pop, “la notizia è ripresa da molti siti, è stata creata la prima cellula sintetica”. Ah sì? In effetti, l’Istituto di Craig Venter titola:

THE FIRST MINIMAL SYNTHETIC BACTERIAL CELL IS CONSTRUCTED

Researchers from the J. Craig Venter Institute (JCVI) and Synthetic Genomics, Inc. (SGI) have accomplished the next feat in synthetic biology research—the design and construction of the first minimal synthetic bacterial cell, JCVI-syn3.0

Invece su Science, il titolo del paper è

Design and synthesis of a minimal bacterial genome

Come al solito Craig Venter esagera, ma è un bel lavoro.

Nel 2010 il suo gruppo (c’è sempre Hamilton “sono un povero pensionato” Smith) aveva fatto in laboratorio con del Dna comprato da un fornitore i 525 geni del Mycoplasma genitalium e li avevano trapiantati in un M. mycoides privato dei propri, ma il mycoides era un po’ cagionevole  e ci metteva  tre giorni a riprodursi. Poi hanno progettato un genoma con meno geni, al computer andava forte ma trapiantato nei micoplasmi mycoides, genitalium et al. (a.k.a. JCVI-syn.02) privi dei propri, non combinava nulla.

Allora hanno provato a eliminare un gene per volta per per vedere quali erano essenziali alla sopravviveva, così hanno scoperto che con 473 geni – trapiantati in un M. capricolum questa volta – sta benone e riesce a riprodursi in tre ore soltanto.

La scoperta vera è che 149 geni senza i quali un capricolum dal genoma sintetico muore sono privi di una funzione (nota). Dico, quasi un terzo.

Domande: nel resto della cellula, che cosa fa sì che quasi un terzo dei geni sembrino non servire a niente quando in realtà sono essenziali?

Risposte nelle prossime puntate, nel frattempo i biologi possono utilizzare il capricolum con un genoma che è il minimo della vita – per chi ritiene che i virus non siano organismi viventi… – aggiungerci geni fatti in casa o presi da altri organismi, e creare batteri capaci di produrre farmaci o di metabolizzare inquinanti e renderli non tossici per l’ambiente o per gli esseri umani.

Complimenti, ma il risultato andrebbe chiamato M. capricolum subspecie JCVI-syn3.0.

1 commento

  1. Mah. Io resto sempre perplesso [e un attimio imbarazzato] da questi annunci.
    Poi quando sento questi nomi in latinorum tipo “capricolum” non posso fare a meno di associarli ben noti ceppi batterici come la Ralstonia Rampadii o il Bifidus Acti Regularis che, più o meno, hanno gli stessi effetti sul sistema umano: “Schiantarlo in 2 dale risate e obbligarlo sulla tazza per una buona mezzora”

I commenti sono chiusi.