Le Oche in orti urbani (micap)

Cari orecchietti di popolnetwork,

come promesso quasi due mesi fa, stamattina avete parlato di cosa coltivare in città e come insieme a Michele e Giacomo, studenti di agraria alla Statale e del nostro comitato scientifico. Come al solito quelli di Dévelo erano latitanti nel senso che zappavano orti a Betlemme, e siamo partiti non dalla fame nel mondo, ma di un’altra questione politica: le cause e gli effetti della riduzione delle aree agricole attorno a Milano, con Chiara Mazzocchi che ci riassumeva una sua ricerca uscita su Land Use Policy (link all’articolo gratis, Luciana).

Ma la lotta continua su balconi, davanzali, tetti, angoli ritagliati nei parchi, ci avete detto. Questa volta il posto raccomandato è stato l’orto nel parco di Trenno, curato da Mitades; David ha segnalato colture dentro pneumatici riciclati; le piante più gettonate sono state le erbe aromatiche, i rapanelli, i cavoli neri e le fragole di bosco e non.

Usare o non usare fitofarmaci contro i parassiti, questo è il dilemma. Scegliere quelli meno tossici possibili, ha detto Michele, su questo punto disposto a transigere. Magari disporre nei punti strategici vasi con le piante che attirano gli insetti come le coccinelle, ci si può procurare i semi da una spin-off dell’università di Bologna. Ci sono ragnetti che fanno un buon lavoro, ha detto Giacomo – fuori onda però.

Andrea, un agronomo di Novara, ha consigliato l’olio di neem, e soprattutto terra “viva” con tutte le sue bestiole in buona salute. Poi è saltato fuori che Andrea coltiva e conserva mele antiche tra cui la mitica pupina del Malus appenninensis, facendo venire l’acquolina in bocca a chi l’ha conosciuta:

Fonte: New York Public Library.

Michele e Giacomo vi ricordano il concorso fotografico di Dévelo, il cui bando scade il 5 maggio: 

Verde d’ingrandimento

Angoli di verde nascosti nella metropoli

Refrain, non c’è stato tempo di leggere i vostri messaggi, se n’è salvato solo uno, o per mettere uno stacco musicale. Chiediamo scusa. Podcast.

2 commenti

  1. Ho sempre pensato che le migliori piante da coltivare in città dovrebbero essere della flora (fiori,frutti di sottobosco,alberi da frutto) locale, della medesima latitudine della città scelta, con la fauna (insetti, lombrichi, microrganismi) locale; la quantità di acqua, e luce, dovrebbe essere quella ottimale (senza nessun intervento artificiale) per quella posizione geografica, e la fauna potrebbe vivere in simbiosi con la flora locale.

    1. domenico,
      sarebbe l’ideale ma quello che si pianta dipende da tante cose, mi sembra, spazio, capacità, sicurezza, scopi ecc.
      Non immaginavo che il tema appassionasse gli ascoltatori, di solito preferiscono litigare di politica invece di conversare amabilmente di giardinaggio!

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