Confutazioni del teorema di Bell: 0

Quando avevo parlato del cinquantenario del teorema di Bell, avevo ricevuto un po’ di posta. Guardi che è stato confutato, con link all’articolo su arXiv – da un genio misconosciuto di cui deve assolutamente parlare. Strano, è stato confermato sperimentalmente per più di trent’anni… Grazie della segnalazione, ma si illude sulle mie capacità: non ci capisco niente.

I mittenti si illudono anche sulla pazienza dei meccanici quantistici che conosco abbastanza da poter chiedere loro un parere su un articolo non peer-reviewed di 12 pagine. D’altronde la confutazione sarebbe così clamorosa che ne avrebbero parlato tutti – Science, Nature, Phys. Rev. Lett. ecc. – e il genio sarebbe osannato in tutto il mondo.

Sarà un pregiudizio – o un prior bayesiano, per esperienza direi che il 99,99% di annunci del genere rimandano a crackpottery – ormai ripeto “si rivolge alla persona sbagliata” e me la sbrigo in 2 giorni. A volte però mi scrive il genio in persona, logorroico, vittimista, complottista, insultante (“serva dei baroni” è il minimo sindacale prima delle minacce legali…) e va avanti per mesi.


Sta succedendo a Retraction Watch dal 30 settembre, come a tutti quelli che hanno trovato errori negli articoli di Joy Christian il quale, con e senza Jay Yablon e Fred Diether III, pubblica confutazioni del teorema di Bell (e GHZ e Hardy) in proprio e sulle riviste pseudo-scientifiche preferite dal crackpot antisemita Ruggiero Santilli & Co.

Chissà come, quest’anno gli Annals of Physics (Elsevier) avevano accettato “Local causality in a Friedmann–Robertson–Walker spacetime” che poi hanno ritrattato senza avvisarlo.

Nonostante le affiliazioni ambigue, l’autore non è né del Perimeter Institute né dell’università di Oxford. Una decina di anni fa, oltre a un paio di siti, si è fatto in periferia di Oxford un istituto dal nome modesto quanto lui: Einstein Centre for Local Realistic Physics, con un curioso comitato scientifico. Da allora raccoglie fondi per realizzare gli esperimenti che smentiranno il teorema di Bell.

Detto questo, l’entanglement sarà anche un’illusione probabilistica, ma dubito che la prima equazione del teorema di Bell contenga gli errori grossolani scoperti da Christian e sfuggiti a tutti i matematici e fisici che ci lavorano dal 1964. Come scrive Florin Moldoveanu:

The main discovery of Joy was a no man’s land at the intersection of math, physics, and philosophy: the mathematicians understanding Clifford algebra knew nothing of Bell, the physicists did not know how to counter Joy’s philosophical narrative, and the philosophers had no clue of Clifford algebra. Add to this Joy’s aggressive and patronizing defense of his proposal and you get a perfect storm of controversy.

The full story of debunking this nonsense would make for a nice soap opera.

6 commenti

  1. @Ocasapiens
    The main discovery of Joy was a no man’s land at the intersection of math, physics, and philosophy
    Onestamente né il testo di Joy Christian né le relative critiche e confutazioni sono facilmente comprensibili a noi comuni mortali.
    Potrebbe postare una versione “divulgativa” che illustri nel merito le ragioni del contendere della “nice soap opera” ?

  2. Danny Zucco,
    “si illude sulle mie capacità” bis, ma il post di Maldoveanu mi sembra un ottimo riassunto. Detto ancora più in breve, Christian vorrebbe dimostrare da circa dieci anni che il teorema di Bell è falso, il paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen corretto e l’entanglement un’illusione perché (secondo lui) -1 = +1.

  3. @Ocasapiens
    Il Teorema di Bell è stato sperimentalmente dimostrato da Alain Aspect nel 1981.
    Non capisco come possa essere confutato un evidente risultato sperimentale, anche utilizzando la “fancy mathematics” di Joy.
    Our results, in excellent agreement with the quantum mechanical predictions, strongly violate the generalized Bell’s inequalities, and rule out the whole class of realistic local theories.

    1. Danny Zucco,
      scusi, quello è link all’abstract, adesso lo correggo. Aspect et al. derivano una buona probabilità e ne sono molto contenti, ma non basta:
      A more ideal experiment with random and complete switching would be necessary for a fully conclusive argument against the whole class of supplementary-parameter theories obeying Einstein’s causality.
      L’esperimento di Hensen et al. uscito l’anno scorso (il link dopo) ha lo stesso problema:
      Strictly speaking, no Bell experiment can exclude the infinite number of conceivable local realist theories

  4. @ocasapiens
    Il teorema di Bell mi appassiona da un paio di anni e conosco il lavoro di Joy, anzi i lavori, perché ogni tanto li cambia. Nulla di serio, Bell può riposare in pace.
    Però…
    Vi sono un bel po’ di lavori abbastanza critici che vengono puntualmente ignorati dai Mistici Quantistici. Si può cominciare da Clearing Up Misteries, di E.T. Jaynes (anni ’80) che non era certo un cialtrone ed imputa a Bell una certa disinvoltura nel confondere causazione e correlazione. Ne consiglio a tutti la lettura.
    I lavori sperimentali sono stati sottoposti a revisione da parte di un gruppo molto serio e agguerrito che fa capo a De Raedt e Michielsen: riesaminando i dati originali forniti dal gruppo di Zielinger si vede che le correlazioni variano molto al variare della finestra temporale all’interno della quale si considerano coincidenti le rivelazioni dei fotoni e per alcuni valori le disuguagluanze non vengono soddisfatte. Si possono consultare i lavori e cercare di capire se si è trattato di cherry picking. Lo stesso gruppo, grandiosi!, si è divertito a vedere il solo aspetto statistico: si hanno due sequenze correlate di 1 e -1 e l’unica cosa che si impone è che gli eventi siano temporalmente statisticamente indipendenti, ossia quello che accade alla rivelazione n-sima non è influenzato da ciò che è accaduto in precedenza e che la correlazione sia stabile e riproducibile a parità di angolo tra i due polarizzatori.
    Ossia dispongo i due polarizzatori con un certo angolo theta tra di loro e i risultati che ottengo variano pochissimo anche se l’esperimento lo ripeto dopo un anno. Questo fa giustizia della spettacolarizzazione di tutti quello che parlano di libero arbitrio per cui i polarizzatori vanno settati dopo che i fotoni sono già partiti. E poi fanno tutte le misure con un theta di 22,5°.
    In queste condizioni la minimizzazione dell’informazione di Fisher legata a theta permette di ottenere la statistica della MQ per lo stato di singoletto. Solo che di MQ non si è parlato affatto: solo probabilità e inferenza statistica.
    Gli stessi autori mettono a disposizione un programma di simulazione su PC che replica la statistica della MQ, cosa che il teorema di Bell giudica impossibile. Chiaramente considerano polarizzatori reali e non quelli ideali di Bell.
    Personalmente credo che nel teorema di Bell ci sia qualcosa di molto sfuggente; un eventuale baco però va cercato nelle assunzioni e non nella matematica che è corretta. Io ne ho trovata una di assunzione, nascosta nei ragionamenti, che a mio parere è ingiustificata e ci sto lavorando. Mi diverte molto.
    Per chi vuole un ottimo riassunto consiglio oltre al numero speciale di una rivista che ora non ricordo per i 50 anni del teorema, le considerazioni che si trovano sulla Stanford Encyclopedia of Philosophy (articolo di Shimony) e quelle su Scholarpedia.
    I teoremi di non-esistenza sono subdoli assai: la mia misura dice che quello che tu asserisci è incompatibile con la mia misura poste queste ipotesi…
    Fu Bell a dimostrare che il teorema di von Neumann aveva una assunzione errata. Dopo 20 anni.

    1. Giancarlo,
      Mi diverte molto.
      Me l’avevi detto! Non ho opinioni, solo la vecchia domanda “do Bell’s correlations really exist?”
      Avevo visto il numero speciale del J. of Physics A ma in open access c’era molto poco.

I commenti sono chiusi.