"Predonologia" (orfani di Beall, cont.)

Mentre preparavo la puntata di ieri delle Oche, ho scoperto parecchie ricerche basate sulla lista dei predoni compilata da Jeffrey Beall, alcune in open access o archiviate sul sito di un’università. Lettura sconfortante. (A proposito, Mauro Sylos Labini diceva in trasmissione che è stato invitato a parlare del suo working paper a studenti e dottorandi. Finalmente qualcuno li informa… )

La lista – quattro in realtà – non è sparita insieme al blog Scholarly OA, è vero, ma va aggiornata e controllata: alcuni predoni scompaiono, altri cambiano nome, qualcuno magari diventa onesto. Non è un lavoro per una persona sola. Lo scrive anche Neuroskeptic (altro orfano)

Predatory publishers are a big problem. They degrade the standards of science by publishing as “peer reviewed” material that is either poorly reviewed or not peer reviewed at all. They con unsuspecting researchers (often from low-income countries) into paying high fees for an abysmal service, while for unscrupulous authors they offer a way to get dubious material into ‘print’. They blight academics with inane spam.  […]

Therefore, I’d like to see a collective attempt to carry on Beall’s project. I’d love to see a public Wiki dedicated to predatory publishers. […] To avoid conflicts of interest, moderators should have no links to either open access or traditional publishing companies.

[…] it would also serve as a forum for the fascinating field of ‘predatorology’ – the study of how these predators operate, and the often curious characters behind them.

From Morocco ci includerebbe d’ufficio le 3776 riviste che non rispettano i criteri dell’associazione di categoria (DOAJ), sebbene siano meno stringenti. Il risultato è valutato, positivamente, da Andrea Marchitelli, Paola Galimberti, Andrea Bollini e Dominic Mitchell (complimenti!) in un articolo uscito su JLIS di gennaio.

Sono d’accordo con l’analisi di Smut Clyde, ci sono vittime innocenti, ma molti autori, direttori e membri dei comitati editoriali sanno di partecipare a imprese spenna-polli e corruttrici.

Da fine linguista, Smut Clyde li chiama parassiti, lo stesso termine proposto da Ludk Brož, Tereza Stöckelová e Filip Vostal insieme a “sanguisughe” e al bealliano “vampiri” la cui “-logia” esiste già, meglio “predoni” secondo me, ma se ne può discutere.

Per dimostrare l’utilità della lista nera nel “contesto locale” della Repubblica Ceca raccontano, in inglese, la storia tragicomica di un “personaggio curioso” per dirla con Neuroskeptic:

academic, researcher, and consultant” Dr. Wadim Strielkowski, which has been debated and disputed in Czech academia since 2015 and led to the organization of a conference in Prague in June 2016.

Non ve la rovino e cito solo questi dati:

between 2010 and 2014, the number of ‘predatory journals’ globally rose from 1800 to 8000, and the number of articles published in such journals increased from 50,000 to 400,000.

L’11 gennaio, la University Grants Commission dell’India ha pubblicato una lista di 38.653 riviste raccomandate per promozioni e assunzioni come docenti e “personale accademico” in università e college. Su The Wire mercoledì, tra altre critiche, Thomas Manuel scrive

A quick analysis of the list showed at least 35 journals that might be classified as predatory.

mentre mancano molte riviste serie. Ieri Pushkar aggiunge le sue e conclude

the preparation of a list of ‘approved’ journals had become necessary because a large number of teachers and researchers across India’s academic institutions, including many at prestigious universities, have been choosing to publish in fake and/or substandard journals to secure promotions or employment. A more recent article, in the journal Current Science, confirms that while college teachers are the major contributors to fake journals, researchers from ICAR, CSIR, and ICMR labs, and national institutes such as IITs and NITs too are guilty of doing the same.

Come qualche lettore ricorderà – mouais… – Current Science è una rivista che pubblica qualunque bufala, dall’astrologia alla fusione fredda.
Fatta questa rassegna stampa, “Predatory Journals” si demoralizza. La lista nera è

    1. something that is desperately needed,
    2. something that we are somehow institutionally incapable of coordinating.

***

Revenons à nos moutons
Smut Clyde aggiorna sul punteggio della gara di plagi tra Giovanni Tarantino e Carmelo Finelli: 24 a 17.
Il 24° (2012) firmato da entrambi si è arricchito oggi di nuovi scippi ed è diventato la versione più lunga di un plagio del 2013 arricchito con altre tre firme. Peer 1 non se le spiega:

So even if there had been any original material in this publication, it was not contributed by Sommella, Gioia, or La Sala… so why were their names added to the list of authors?

Forse hanno cancellato un paragrafo scippato a testa?
Il 17° è un patchwork in corso di stampa su una rivista non predona, firmato dal solo Finelli che ha lasciato la Fondazione Stella Maris Mediterraneo e la Federico II di cui faceva parte in altre pubblicazioni per il

Department of Emergency and Internal Medicine Ospedale S. Maria della Pietà-ASL Nola

sebbene risulti tuttora dirigente medico dell’AS di Potenza.
Agg. 1 febbraio Tarantino-Finelli 25 a 18. La new entry è firmata da entrambi e da

Maria Carmela Padula, Giuseppe MartelliDepartment of Science, University of Basilicata, Potenza, 85100 Viale dell’Ateneo Lucano, Italy