Cellulari come le bombe su Hiroshima e Nagasaki (no)

Telefona radio popolare perché dall’Ansa è uscita questa notizia:

“Il rischio oncologico per i sopravvissuti alle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki è nella misura di 1,39 per tutti i tumori. Mentre il rischio per un uso massiccio e prolungato nel tempo di telefoni cellulari, secondo Interphone, è pari a 1,44”. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza, depositate oggi, con cui il Tribunale di Ivrea ha condannato l’Inail a riconoscere a Roberto Romeo … una rendita vitalizia da malattia professionale.
“Se nessuno osa porre in dubbio un nesso quantomeno concausale tra esposizione alle radiazioni provenienti da un’esplosione atomica e patologie tumorali – scrive [il giudice] Fadda – non si vede perché non possa ritenersi analogamente sussistente questo medesimo nesso tra esposizione a radiofrequenze e tumori encefalici rari”, come quello che ha colpito Romeo.

Pensavo che la sentenza fosse “a beneficio del dubbio”: quando nessuno sa se un rischio c’è o non c’è, prevalga la solidarietà.

Non pensavo alla confusione tra radiazioni ionizzanti – i neutroni e i raggi gamma di un’esplosione nucleare – che colpiscono come pallottole il DNA – e le radiofrequenze non ionizzanti che scaldano un po’ le cellule ma molto meno della radiazione infrarossa. Tra rischio e aumento del rischio.

Nei sopravvissuti a Hiroshima e Nagasaki l’aumento è stimato in 1,39 casi su 10 mila semmai per la leucemia e il cancro alla tiroide nei bambini, e in 0,5-08  per gli altri tumori “solidi”. (Le stime sono diverse e hanno tutte un grande margine di errore).

Non avrei mai immaginato che un giudice travisasse a questo punto gli studi dell’Agenzia internazionale della ricerca sul cancro. Eccone le conclusioni:

Brain tumour risk in relation to mobile telephone use: results of the INTERPHONE international case-control study

Overall, no increase in risk of glioma or meningioma was observed with use of mobile phones. There were suggestions of an increased risk of glioma at the highest exposure levels, but biases and error prevent a causal interpretation. The possible effects of long-term heavy use of mobile phones require further investigation.

Acoustic neuroma risk in relation to mobile telephone use: results of the INTERPHONE international case-control study. [Un tumore benigno come quello del signor Romeo]

There was no increase in risk of acoustic neuroma with ever regular use of a mobile phone or for users who began regular use 10 years or more before the reference date. Elevated odds ratios observed at the highest level of cumulative call time could be due to chance, reporting bias or a causal effect. As acoustic neuroma is usually a slowly growing tumour, the interval between introduction of mobile phones and occurrence of the tumour might have been too short to observe an effect, if there is one.

3 commenti

  1. Ma l’ INAIL non ricorre in Corte di Appello?
    Lo spero proprio, perché così parte un romanzone che non finisce più … Assise, Cassazione, rinvio, riprocesso, ricassazione, ricassazione a sezioni riunite … aiòòò perizie, controperizie, superperizie, e intanto in Parlamento nel Paese al bar e sui ballatoi si formano schieramenti trasversali e longitudinali nonché verticali obliqui e a spirale, famiglie distrutte da continui litigi sull’argomento, Report Le Iene e Striscia la Notizia rinforzano gli effettivi, talk show ventisei ore al giorno, e libri, una valanga di libri, “Come ho preso il tumore al cervello”, “Come non ho preso il tumore al cervello”, fabbriche di foglio d’alluminio a turni tripli per fabbricare cappelli antiradiazioni, fabbriche di telefonini assumono squadre e plotoni, compagnie e battaglioni, reggimenti e divisioni di giornalistei e scrittricitori pro-cellulare, lobby pro e lobby contro, e forum di discussione per ogni dove, e dappertutto blog



    Oh no! Oddìo no! il Passero Capo e tutti i passerottolini ci cinguetteranno nelle orecchie dalla mattina alla sera: “Cicicì la vera scienza, cicicì l’establishment, cicicicicì il gomblotto …”

  2. sarebbe importante che la redattrice leggesse la sentenza e non il lancio ansa
    il giudice di ivrea riprende a proposito di hiroshima quanto contenuto nella sentenza di brescia e solo a fini di comparazione di valori del rischio e non delle radiazioni ionizzanti vs quelle non ionizzanti
    lo studio interphone è criticabile ed è stato criticato perchè nonostante le ampie dimensioni ha prodotto risultati incoerenti, stante la cattiva qualità nella realizzazione dello studio (ad es. ha risposto solo circa il 50% dei soggetti), mentre vi sono altri lavori scientifici, meglio condotti, che indicano un rischio da esposizioni a campi elettromagnetici. lo studio interphone è stato anche finanziato dalle compagnie di telefonia cellulare.
    invito anche la redattrice a leggere oltre alla sentenza anche la mia ct oggi pubblicamente disponibile.
    in scienza e coscienza
    paolo crosignani, ct del giudice di ivrea

    1. Dott. Crosignani,
      grazie del suo commento. Avrei letto la sentenza prima di commentare il lancio ANSA, ma sul sito del Tribunale di Ivrea non l’ho trovata.
      lo studio interphone è criticabile
      Come tutti gli studi in materia o quasi. Mi sembra statisticamente più robusto uno uscito l’anno scorso, ma non è quello citato – e travisato – in quelle frasi della sentenza.
      lo studio interphone è stato anche finanziato dalle compagnie di telefonia cellulare.
      Hanno finanziato indirettamente una frazione della ricerca fatta nei paesi UE. Con quali conseguenze a suo avviso?
      vi sono altri lavori scientifici, meglio condotti
      lo so, ma come scrive lei:
      gli studi descrittivi sulla popolazione considerata nel suo complesso e la ricerca di un aumento di tumori cerebrali e del neurinoma dell’acustico sono tutti negativi
      Eppure nel paragone con l’effetto delle bombe atomiche (lei lo ritiene sensato?), la sentenza cita – travisandolo – quello “criticabile e criticato”. Lei come lo spiega?
      … quanto contenuto nella sentenza di brescia e solo a fini di comparazione di valori del rischio e non delle radiazioni ionizzanti vs quelle non ionizzanti
      Eh già, le sentenze non sono articoli scientifici come sappiamo da quelle che hanno approvato le “cure” Di Bella, Stamina e altre a danni dei pazienti. Mi sembra allarmista oltre che sbagliato comparare l’incidenza dei tumori più frequenti, in Giappone, con quella di un tumore talmente raro in Italia che, secondo lei,
      La rarità della situazione fa sì che un rischio di questo genere non avrebbe potuto comunque influenzare le statistiche a livello nazionale della occorrenza di tumori cerebrale.
      Come lei però, distinguevo tra un’assenza di prove e prova di un’assenza. Facevo l’esempio dell’amianto per spiegare agli ascoltatori/lettori che in attesa di dati, al signor Romeo spettava il beneficio del dubbio (nella mia idea di giustizia…).

      Hortensio,
      talk show ventisei ore al giorno
      invece di un corso di statistica per dummies.

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