Angurie, preciso per i passanti occasionali, è il termine usato da chi nega a pagamento o meno l’effetto serra dei gas serra per descrivere chi non lo nega ed è ambientalista (verde) all’apparenza ma comunista dentro. L’anguria più nota è il Papa.
Illusione corretta da Dan Olner (@DanOlner)
Il 25 aprile 2015, dopo anni di Niña ricorrente e apparente “pausa” nel tasso di riscaldamento, la Global Warming Policy Foundation – la lobby inglese per BigOil & Coal nota per i grafici illusionistici – faceva sapere via stampa che
Scienziati eccellenti cominciano ad esaminare le cifre truccate dal riscaldamento globale.
Ottima idea, risposero i scienziati non eccellenti.
Nel 2010 l’aveva avuta anche il fisico nucleare Richard Muller, uso accusare Michael Mann di essersi venduto alle angurie. Da scettico sull’effetto serra dei gas serra, Muller ricevette finanziamenti anche dai fratelli Koch, creò il centro Berkeley Earth e reclutò Judith Curry, scettico-negaiola e persecutrice di Michael Mann. Né lui né lei sapevano come si analizzano misure disomogenee, dovette pertanto reclutare persone competenti come Robert Rohde, Zeke Hausfather et al.
I negaioli aspettarono trepidanti che Berkeley Earth rivelasse la truffa del riscaldamento globale.
Si sarebbero accontentati anche di una truffettina della NOAA o del centro Goddard della NASA. Erano certi che sarebbe saltata fuori e promisero pubblicamente di accettare il risultato di Berkeley Earth, qualunque fosse.
Nel 2012 Judith Curry firmò la prima analisi senza esserci costretta da una pistola alla tempia, a quanto riferiscono fonti attendibili tra cui Judith Curry. Se n’andò furibonda e i negaioli accusarono Richard Muller di essersi venduto alle angurie perché la serie temporale era più lunga di quelle NOAA e NASA, e la coincidenza tra tasso di riscaldamento e concentrazione atmosferica di gas serra assai più evidente.
Dopo questa grossa delusione e anni di Niña ricorrente, il 25 aprile di due anni fa i negaioli si misero ad aspettare ancor più trepidanti la “revisione” della GWPF.
Purtroppo l’annuncio era prematuro. Gli scienziati eccellenti erano invitati a sottoporre un contributo entro il 30 giugno 2015:
After review by the panel, all submissions will be published and can be examined and commented upon by anyone who is interested.
Nick Stokes lo mandò ma andò perso, lo rimandò e non ne seppe più nulla. Il 22 luglio quando alla primavera più calda mai registrata seguiva un’estate da Niño incipiente, la GWPF scrisse discretamente sul sito della “revisione”:
The team has decided that its principal output will be peer-reviewed papers rather than a report. Further announcements will follow in due course
L’équipe – formata da quattro pensionati, da un negaiolo dell’università dell’Alabama e uno dell’università di York (Ontario) – aggiornò la propria pagina il 29 settembre e non se ne seppe più nulla.
Ieri Nick Stokes era addolorato
I think we have to deem it totally dead, despite the GWPF website still promising progress.
Kevin Cowtan (della serie pre e post-peer reviewed Cowtan & Way) cercava di tirarlo su di morale:
I was going to do a paper on the David Rose nonsense*, but with the morbidity of the GWPF study there didn’t seem to be much point. If someone manages to resurrection it I suppose I could dust it off.
Se la resurrezione non avviene a breve, l’équipe sarà accusata di essersi venduta alle angurie?
*David Rose, il giornalista del Daily Fail, produce solo nonsense, non è certo che Cowtan si riferisca al grafico truccato fornitogli di recente dalla GWPF
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In tema, editoriale e briefing dell’Economist sulla fusione dei ghiacci artici:
The hard truth, however, is that the Arctic as it is known today is almost certainly gone. Efforts to mitigate global warming by cutting emissions remain essential. But the state of the Arctic shows that humans cannot simply undo climate change. They will have to adapt to it.