Bilanci di fine anno

Prima un pro-memoria. Se siete ricercatori o medici e se vi sembra giusto, potete firmare l’appello di Leonid Schneider alla Commissione sanità del Senato perché indaghi sui trapianti di trachea fatti a Firenze da Paolo Macchiarini. Dovrebbe verificarne l’esito prima che l’Ospedale universitario di Brescia recluti pazienti per un esperimento clinico di fase II il quale  “proseguirà” quello di fase I che doveva confermarne l’esito e non c’è stato…
Altrimenti potete scrivere ai membri della Commissione.

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Sono iniziate le rassegne del 2017. Nature pubblica “The best science images of the year“, hmm… de gustibus; “The science events that shaped the year“, un mix di scoperte, politica (“l’onda d’urto” Trump e Brexit), molestie sessuali, business (AI di Google e Ibm) e i paper “più popolari”.
Da un mese escono elenchi di paper e ricercatori “più influenti” come quello di Clarivate Analytics o più citati fra quelli pubblicati da una singola rivista come i PNAS. Hmm… de gustibus again, però è piaciuto anche a me il metodo della ricerca sulla biomassa degli insetti nelle riserve naturali della Germania.

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Buoni propositi per il 2018: boycott Elsevier et al…

Alberto Boretti è un ex ingegnere della FIAT un tempo associato al politecnico del Missouri, poi all’ex-università di Ballarat in Australia. Sotto il nome di Albert Parker/Tursiope Curioso/Esperanza Descobar et al. cerca di negare il riscaldamento globale e i suoi effetti, con grande gioia del Daily Fail che ne ha propagato bufale ancora fresche.

Cinque anni fa su The Conversation – e in un commento su Coastal Engineering – Michael Brown e John Hunter avevano descritto i fallimenti della peer-review grazie ai quali nel 2012 Alberto Tursiope Descobar pubblicava con amici la seconda serie delle sue statistiche contraffatte (1). Fallimenti piuttosto frequenti:

As mentioned, Boretti’s paper on sea levels near Sydney found its home at Elsevier’s Coastal Engineering. Most sea level experts don’t publish in Coastal Engineering, nor do they usually publish in Natural Hazards (Springer) or Ocean & Coastal Management (Elsevier), which have also published articles by Boretti.

Quattro anni fa, Tamino faceva a polpette quello su Ocean & Coastal Management:

The blatantly obvious falsehoods in Parker et al. make it one of the biggest embarrassments in modern science. It’s an embarrassment to the journal Ocean & Coastal Management that Parker et al. was published in their pages. It’s an embarrassment to the reviewers that they allowed this trash through. But most of all, it’s an embarrassment to the authors.

Il mese scorso, Boretti/Parker ecc. & Ollier  – fatti a polpette da Tamino in luglio – hanno riciclato il “trash” su Earth Systems and Environment, un nuovo vanity journal dell’università King Abdulaziz a Jeddah.
– Ma allora dove si pubblica?
Kenessò… Per l’open access Tim Gowers raccomanda le riviste che rispettano i cinque “criteri base” della Fair Open Access Alliance:

  • The journal has a transparent ownership structure, and is controlled by and responsive to the scholarly community.
  • Authors of articles in the journal retain copyright.
  • All articles are published open access and an explicit open access licence is used.
  • Submission and publication is not conditional in any way on the payment of a fee from the author or its employing institution, or on membership of an institution or society.
  • Any fees paid on behalf of the journal to publishers are low, transparent, and in proportion to the work carried out.

Mark Wilson li spiega qui. Per ora la FairOA ha tre succursali: LingOA (linguistica); PsyOA (psicologia); MathOA (s’è capito). 

  1.  Se non sbaglio, la prima era uscita su Pattern Recognition in Physics, la raccolta di crackpottery (2) usata da Nicola Scafetta per diffamare ricercatori onesti, chiusa dopo il secondo numero dall’editore Copernicus per “malpractice”, nepotism” e altri abusi del direttore e del suo secondo, il rabdomante Nils Axel Mörner.
  2.  Se non sbaglio bis, la raccolta di crackpottery partorita da OMICS in primavera sembra aver chiuso dopo un terzo numero striminzito in luglio, Vedo che Arthur Viterito, un “esperto” dello Heartland BigOil & Coal Institute, non è stato sostituito da un altro editor in chief. Possibile che i membri del comitato editoriale non trovino polli da spennare?

Alcuni si sono fatti cancellare appena saputo del prestigioso incarico, ma il dott. Antonio Lonigro, funzionario tecnico dell’Università di Bari no. Scrive sul proprio cv

Fa parte del Comitato Editoriale delle seguenti riviste: – Open Access Journal of Environment, Pollution and Climate Change (Omics)

Spero nel 2018 raccolga fondi per OMICS e i suoi avvocati nel processo per frode intentato dalla Federal Trade Commission, e fonti per la custode del Parco a corto di bufale originali.

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Schadenfreude…
Vi ricordate la “squadra rossa” di bigoilisti che Scott “più inquinamento fa bene ai profitti” Pruitt, il capo dell’Environmental Protection Agency, voleva schierare contro i climatologi, così dimostrava che il riscaldamento globale è una truffa dei cinesi? A quanto pare il match è rimandato perché nel governo non c’è consenso (non è chiaro se sui cinesi o sulla truffa):

President Trump has privately told Pruitt he supports a public debate to challenge mainstream climate science, administration officials told E&E News (Climatewire, Dec. 11). But the administration isn’t unified behind the idea, and an official said prior to this week’s meeting that “Pruitt has not been given authorization to go ahead with red team, blue team; there are still many issues to be ironed out.”