Le Oche – Piove, governo lad… locale!

Cari orecchietti di radiopop,
Cristian Lussana, del comitato scientifico ochesco nonché dell’Istituto norvegese di meteorologia, si è dimenticato di segnalarci un suo articolo uscito in novembre

Eppure aveva promesso di avvisarci. Invece ci ha raccomandato:
– “Possible impacts of a changing climate on intense Ligurian Sea rainfall events“, di William Gallus, Antonio Parodi e Maurizio Maugeri, sull’International Journal of Climatology.

Guarda caso, è da un po’ che volevamo
a) intervistare il prof. Maugeri, un fisico dell’atmosfera che insegna al Dip. di Fisica della Statale di Milano, perché fa ricerche che ci riguardano personalmente. La sua ricostruzione delle temperature e pressioni misurate a Milano dal 1763 al 1998, la conoscete? Una gara con Dario Camuffo e Padova a chi ha la ricostruzione più lunga;

b) farci spiegare a che punto sono i modelli degli eventi estremi locali, ma locali sul serio;

c) mostrarne l’utilità non solo per ridurre l’incertezza delle proiezioni. Visto il dissesto idrogeologico della costa speriamo che ne abbia mandato una copia alla Regione Liguria

Risultati immagini per alluvione genova

Alluvione del 2011, fonte Genova24

d) sapere qual è la sua definizione di “Medicane“.

Per cui lo intercettiamo al volo prima che si chiuda in una riunione.

Intervallo musicale

Il secondo articolo raccomandato da Cristian è
Time analysis of rainfall extremes in Italy: clues from a reconciled dataset“, di Andrea Libertino, Daniele Ganora e Pierluigi Claps del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture al Politecnico di Torino, “in discussione” – il paper, mica il Poli nè – su Hydrology and Earth System Sciences.

Ri-guarda caso, è da un po’ che volevamo:
a) far intuire la relazione madre-figlia tra meteorologia e climatologia;
b) celebrare gli eroi che con solerzia raccolgono dati storici sparsi, con puntiglio li controllano, interpretano, omogeneizzano, riconciliano, insomma li rendono utilizzabili ai colleghi…
c) … per l’analisi delle serie temporali senza la quale non c’è modello di evoluzione/simulazione del clima passato o futuro che tenga.

Un lavoro bestiale e sottovalutato, secondo noi. Un po’ quello di Cristian che, da Oslo, intervista Andrea Libertino, un post-doc intercettato anche lui mentre va a chiudersi in riunione. Ma tutte al venerdì mattina?

Se c’è tempo, le news della settimana.

Su Science di oggi, ne esce una che se è confermata tocca riscrivere i libri di scuola. Stando alla datazione di mezza mascella ancora con i denti trovata in Israele, noi Homo sapiens siamo usciti dall’Africa non circa 120-100 mila anni fa, saremmo arrivati sul Monte Carmel 194-177 mila anni fa. E forse anche prima…

poscritto: abbiamo citato Copernicus, una bellissima iniziativa della UE e la conferenza di Roma in novembre, e l’altro paper che Cristian Lussana et al. ci teneva segreto. Sui metodi per costruire e verificare i data-set, non solo meteo-climatici, raccomandiamo il blog Variable Variability di Victor Venema dell’università di Bonn.

In onda dalle 10.35 alle 11.25 sui 107,6 FM o in streaming o in podcast dopo. Per dirci se abbiamo sbagliato qualcosa FaceBook e mail oche at radiopopolare.it

4 commenti

  1. Invio nuovamente quanto già segnalato il 30 dicembre:
    Legge di bilancio 2018 art.549 e seg.: nasce ITALIA METEO, sulle ceneri del mai realizzato Servizio Meteo Nazionale Diffuso. Se ne parla da anni ma senza risultati. 18 milioni dal 2018 e per gli anni successivi. Voci vicino al sole mi confermano lo scarso interesse dei nostri colonnelli (poche poltrone per noi)!
    Saluti e buon anno!
    Visto che oggi avete parlato di 21 enti che in Italia misurano i vari parametri meteo.
    Le ho mandato una mail a oche@radiopopolare.it sulla comparazione dei pluviografi.

    1. Grazie, maresciallo Stefano, non abbiamo fatto in tempo a leggere in onda gli sms e le mail, i tempi erano “stretti”.
      SMND: in gestazione da 25 anni… Però 18 milioni sembrano pochini rispetto a 380 milioni/anno per Météo-France.

  2. Su “Le scienze” di marzo 2015 il Prof. Guido Visconti evidenziava che Meteo France ha 3000 dipendenti, mentre sommando il personale dell’A.M. e quello dei centri regionali superiamo di poco i mille. Con curiose sovrapposizioni e mille mancanze. L’Italia meriterebbe qualcosa di meglio…

  3. Gentile Sylvie, mi permetto di congratularmi con lei per la cura che ella usa normalmente nello scrivere e in specifico mi ha quasi commosso il “nè” milanesissimo.
    Grazie.

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