"E voi di Action Aid?"

Alcuni quotidiani disinformano sullo scandalo Oxfam, no surprise, e qualche giornalista noto per dare lavoro in cambio di prestazioni sessuali dovrebbe guardarsi allo specchio, trovo. “E Oxfam?” chiedono amici e conoscenti, “E voi di Action Aid?”
Provo a riassumere.

Non sono “Action Aid”, solo una socia femminista. Penso che ci possa succedere nonostante la priorità data alla vita delle donne (quando ce l’hanno ancora), le procedure, i controlli, le tante responsabili dei progetti e – don’t laugh! – i pettegolezzi sulla vita privata dello staff.

Sì, la pagheremo cara insieme alle Ong locali che sosteniamo e alle persone che contano sul loro aiuto. Tanto più in Italia dove si aggiunge alla campagna contro di noi perché difendiamo i diritti umani di profughi, rifugiati e migranti.

No, lo scandalo Oxfam è tremendo, ma non mi deprime per un paio di impressioni forse ottimiste. Nelle Ong umanitarie occidentali, i giovani e le giovani tollerano sempre meno gli abusi e li denunciano più facilmente; dall’inizio dello scandalo Weinstein, volontarie e dipendenti di Ong ne parlano pubblicamente su Me too e hashtag in altre lingue.

Ma come?! Pescate nei social! E il garantismo? E le mitomani? E…?

Appunto. Le Ong sono lente (molto meno della giustizia però), eppure anche quando le responsabili ce la mettono tutta una volta o l’altra sottovalutano, dubitano, sbagliano lo stesso. Se andassero di fretta rischierebbero di violare la privacy, le leggi e il proprio codice etico, di commettere ingiustizie. Per non parlare dei processi durante i quali le vittime sono svilite e accusate: “se la sono cercata, non hanno parlato prima perché ci guadagnavano” ecc.

Sì, ho presente il racket, gli “honey pots”, i ricatti che distruggerebbero il poco che riusciamo a costruire. Nessuna Ong intende subirli, ovviamente. Però non sono dei tribunali e nemmeno le guardiane della morale. In certi articoli della rassegna stampa, c’è l’idea più o meno esplicita che alle Ong internazionali toccherebbe supplire non solo a una pubblica amministrazione latitante e/o corrotta ma perfino all’equivalente locale della Buon Costume.

Col cavolo.

25 commenti

  1. @Oca:
    “difendiamo i diritti umani di profughi, rifugiati e migranti”
    Tradotto: date una bella mano a riempire ex caserme con profughi, rifugiati e migranti.
    “alle Ong internazionali toccherebbe supplire non solo a una pubblica amministrazione latitante e/o corrotta”
    No no, alle ong internazionali tocca quello tradotto sopra.
    Se invece mi vuole spiegare perché ho detto il falso, prego…

    1. date una bella mano a riempire ex caserme
      Che io sappia (art.633 codice penale), anche alle Ong è vietato riempire con alcunché ex caserme, edifici statali, proprietà altrui ecc.
      Se invece mi vuole spiegare perché ho detto il falso, prego…

  2. “date una bella mano a riempire ex caserme con profughi, rifugiati e migranti”
    AleD, io te lo dico: ti si è rotto il traduttore…

  3. Come in tutti i consessi umani, si troverà sempre qualcuno che si comporta male (eufemismo), l’importante è non insabbiare.
    Diverso è il caso di chi per soldi, per ideologia o per distillato di odio fa il calunniatore.

  4. @ocasapiens:

    Che io sappia (art.633 codice penale), anche alle Ong è vietato riempire con alcunché ex caserme, edifici statali, proprietà altrui ecc.
    Se invece mi vuole spiegare perché ho detto il falso, prego…

    Ahah che simpatici quando fate finta di non capire…
    Le ong fanno la consegna pacchi, del resto giustamente come dice lei se ne fregano. E bisogna appunto anche ringraziarli perché, sue parole: “alle Ong internazionali toccherebbe supplire non solo a una pubblica amministrazione latitante e/o corrotta”.
    Oppure mi cita qualche link dove si legge di come operano le ong nel territorio post consegna pacchi? Ops, non è compito loro, pardon.
    @cimpy:

    AleD, io te lo dico: ti si è rotto il traduttore…

    Perché tu dove vivi? Ti risulta una situazione diffusa diversa, no così, per chiedere se si sa di che si sta parlando nel real word.

  5. Ah, dimenticavo, circa il mio:

    Tradotto: date una bella mano a riempire ex caserme con profughi, rifugiati e migranti.

    Avete link dove sta scritto le ong quanta gente fanno sbarcare con le loro navi rispetto al totale della gente che sbarca? Così appiccichiamo anche pure qualche numero a quanto ho scritto, che male non fa. Ovviamente contano anche le consegne fatte alla alle navi della marina militare.

    1. Ahah che simpatici quando fate finta di non capire che “nel real world”
      1. il Centro Nazionale di Coordinamento per i salvataggi in mare non è un’Ong e non “consegna pacchi”;
      2. per supplire alla mancanza di mezzi della Guardia costiera – che non è un’Ong – chiede assistenza a Ong autorizzate dai ministeri i quali non sono delle Ong;
      3. “qualche numero” è sul sito del ministero dell’Interno che non è un’Ong;
      4. varie ed eventuali.
      del resto giustamente come dice lei se ne fregano
      Smetta di diffamarmi: non ho mai detto nulla del genere, (ovviamente).

      passanti distratti,
      i link sono in tutti i post che hanno in fondo “non profit” e il nome di Ong, per es. in questo ci sono i tag MSF, Oxfam e Action Aid. Per legge, ogni loro “operazione sul territorio” è pubblicata sul loro sito.

  6. @ocasapiens: per l’ennesima volta dimostra che partecipare ai suoi post richiede una pazienza infinita.
    Mi pare di aver esordito parlando di ex caserme (e ci aggiungo ora anche ex-alberghi) riempite di “profughi, rifugiati e migranti” e chiedendo poi che facessero le ong post consegna, ovviamente mi riferivo all’italia, lei che dice? Visto che lei ha scritto “alle Ong internazionali toccherebbe supplire non solo a una pubblica amministrazione latitante e/o corrotta” magari poteva essere interessante sapere cosa combinassero queste ong sul territorio, nostro, post consegna, visto l’amministrazione latitante e/o corrotta.
    Per i numeri, mi spiace, ma non trovo il contributo dato dalle ong sul totale delle consegne, come si fa a non saperlo? Non ho capito, se stiamo parlando di un argomento tanto importante e gestito tanto bene con sincero impegno e abnegazione, i numeri delle ong dove sono?
    “smetta di diffamarmi:”
    Che film ha visto?

  7. @ocasapiens:
    “”
    del resto giustamente come dice lei se ne fregano
    “”
    “Smetta di diffamarmi: non ho mai detto nulla del genere, (ovviamente).”
    Miglioro, vuole?
    Del resto giustamente come dice lei non è loro competenza operare sul territorio italiano.
    Così va bene?

    1. AleD,
      rispondere ai suoi commenti richiede una pazienza infinita.
      mi pare di aver esordito parlando di ex caserme ecc.
      Mi pare di aver esordito ricordando che l’art. 633 del codice penale italiano vieta a chiunque non si proprietario o affittuario di ex caserme (o ex alberghi o di qualunque altro edifici) di riempirli di alcunché.
      Visto che lei ha scritto “alle Ong internazionali toccherebbe supplire non solo a una pubblica amministrazione latitante e/o corrotta”
      Falso. Ho scritto: “In certi articoli della rassegna stampa, c’è l’idea più o meno esplicita che alle Ong internazionali toccherebbe supplire non solo a una pubblica amministrazione latitante e/o corrotta ma perfino all’equivalente locale della Buon Costume.”
      se stiamo parlando di un argomento tanto importante e gestito tanto bene con sincero impegno e abnegazione
      Non è vero. Stiamo parlando di “argomenti” diversi: lei di “pacchi” e io di esseri umani. Non ho la pazienza di spiegarle perché sono diversi.
      Del resto giustamente come dice lei non è loro competenza operare sul territorio italiano.
      Falso, ma così stupido da far ridere, grazie.

  8. AleD
    se parli di pacchi e consegne non so di cosa parli.
    Se invece non distingui pacchi e consegne da soccorso in mare e sbarco, trovi i dati mensili dal gennaio 2016 nel sito della Guardia Costiera cliccando su “Attività SAR Immigrazione”.
    In caso non lo sapessi, le ONG non hanno alcun potere decisionale sul luogo di sbarco. Sempre in caso non ti fosse chiaro, il soccorso è un obbligo da parte di qualunque natante in condizione di farlo; prima dell’impegno delle ONG, i soccorsi erano fatti (oltre che da Guardia Costiera e Marina Militare) da navi di passaggio (che erano poi giustamete risarcite).

  9. @ocasapiens:

    “”Del resto giustamente come dice lei non è loro competenza operare sul territorio italiano.””
    Falso, ma così stupido da far ridere, grazie.

    Orpole ci sono ong che fanno attività nelle ex-caserme e ex-alberghi riempiti di “profughi, rifugiati e migranti”?
    Dica dica che sono tutto orecchi, qui c’è lo scoop! Perché altrimenti le manifestazioni e i giri nelle scuole per la sensibiilzzazione sull’argomento sembrano tanto azioni da, come si dice, far i paperoni con i soldi degli altri.

    1. Orpole ci sono ong che fanno attività nelle ex-caserme e ex-alberghi riempiti di “profughi, rifugiati e migranti”?
      In breve, per chi non confonde “ex-caserme” con “territorio italiano” e ancora non lo sapesse…
      I centri di accoglienza (Cpsa, Cda, Cas, Cara, Spar, Hub ecc.) sono istituiti dal Ministero dell’interno e gestiti da prefetture e autorità locali che possono chiedere l’aiuto di agenzie delle Nazioni Unite, Ong, associazioni di volontariato per es. Protezione civile ecc.
      In caso di emergenza, il governo può delegare interventi specifici ad agenzie Onu (Unhcr, OIM, Unicef) e Ong, per es. decreto Emergenza Nord Africa, bando per i lager in Libia ecc.
      Per informarsi sul lavoro delle Ong nei centri di accoglienza, suggerisco di iniziare da Caritas e
      Croce Rossa

  10. @Riccardo Reitano
    Quindi ricapitolando, sbarchi quasi quintuplicati negli anni 2013-2016 (da 37.000 a 178.000), un 2017 sui 115.000, con le ong che nel 2016 han contribuito per il 26% e nel 2017 siamo al 50%.
    Bei trend. Certo che sensibilizzare l’accoglienza è proprio utile, avvoglia.

    1. AleD,
      li da lei non li ammassano in ex-caserme e ex-alberghi?
      In Lombardia è come nel resto d’Italia: le autorità locali decidono quali edifici pubblici e privati usare – e devono garantire che nessuno sia “ammassato”.
      Non è vero che profughi, rifugiati e migranti siano “da tenere”. La maggioranza è trattenuta in Italia contro la sua volontà.

  11. AleD
    la prima ONG ha iniziato ad operare nella seconda metà del 2014; se cerchi un trend inizia almeno da lì.
    Che la percentuale di persone soccorse dalle ONG sia aumentata dal 2016 al 2017 è dovuto alla disponibilità di navi in grado di operare in inverno. Guarda i dati mensili, nei primi 4 mesi del 2016 i soccorsi fatti dalle ONG sono stati pochissimi (qualche punto percentuale).
    In ogni caso, la sensibilizzazione all’accoglienza non c’entra nulla.

  12. @Riccardo Reitano:
    “In ogni caso, la sensibilizzazione all’accoglienza non c’entra nulla.”
    Vero, infatti arrivano e sono da tenere, punto. Da 37.000 a 178.000, punto. E pure senza fiatare, e anzi dicendo grazie, è da fare e basta. Tu quanti ne hai in casa?

  13. Ale
    punto … punto .. senza fiatare …
    Non capisco che significa quanto hai scritto, temo di aver bisogno che venga argomentato.
    Ancor meno capisco l’ultima domanda che mi hai posto. Non gestisco un centro di accoglienza e comunque non sarebbe a casa mia. Eventualmente potrei affittare un albergo ormai in disuso 😉

  14. @ocasapiens:

    In Lombardia è come nel resto d’Italia: le autorità locali decidono quali edifici pubblici e privati usare – e devono garantire che nessuno sia “ammassato”.

    Certo, la differenza tra la teoria e la pratica dove la mettiamo invece? Che fanno le ong per i rarissimimissimi casi di “profughi, rifugiati e migranti” ammassati? Di nuovo, niente, perché non è di loro competenza. Alle ong piace vincere facile.

    La maggioranza è trattenuta in Italia contro la sua volontà.

    Oibò, e come mai?

  15. @Riccardo Reitano: boh, non mi pare di fare salti logici incomprensibili. I numeri e la loro progressione sono chiari. Quei numeri dicono che bisogna accogliere e sempre di più, è un obbligo non derogabile. Le ong fanno sensibilizzazione per l’accoglienza che serve un emerito nello specifico visto le ex-caserme, ex-alberghi, vecchi condomini in overbooking.
    Ora, siccome appunto c’è da accogliere, per dovere, che facciamo, sti pacchi li gestiamo meglio o li manteniamo nei centri logistici che già esistono? E le ong non c’entrano nulla, sia chiaro, loro sanno fare bene il loro mestiere…

    1. Che fanno le ong per i rarissimimissimi casi di “profughi, rifugiati e migranti” ammassati? Di nuovo, niente, perché non è di loro competenza.
      Di nuovo, tanto. E’ di loro competenza sia per statuto che per delega dell’autorità locale proprio perché i casi non sono affatto rari. Solo ai “pacchi” vien in mente che le Ong possano vincere facile. Operano prima di tutto nei paesi dove i “pacchi” finanziano e armano dittatori corrotti, praticano il land-grabbing, trafficano in diamanti e altri “aiutiamoli a casa loro”.
      Quei numeri dicono che bisogna accogliere e sempre di più,
      Accogliere non significa rinchiudere come sanno decine di milioni di emigrati italiani. E “sempre di più” dipende dalle scelte: magari la maggioranza preferisce il declino demografico e pagare più contributi per sanità, istruzione, sicurezza, strade, pensione ecc. ecc.
      O farne a meno, così le pagano solo i miliardari.
      Oibò, e come mai?
      Per molti motivi, due per cominciare: le politiche europee violano i diritti umani degli stranieri e in Italia l’amministrazione pubblica latita.
      Latita anche nei confronti dei propri cittadini, va detto, basta vedere quante donne sono uccise ogni anno da un compagno che avevano denunciato per violenze.

  16. AleD
    ‘ste persone le “gestiamo meglio o li manteniamo nei centri logistici che già esistono?”
    (consentimi la sostituzione di pacchi con persone)
    Se hai delle critiche alla gestione attuale dell’accoglienza penso proprio che troverai molte ONG dalla tua parte. Ocasapiens è molto più informata di me, può confermare o smentire.
    Personalmente ho da criticare, ma non posso non considerare che il tentativo, anche governativo, di sviluppare la cosiddetta microaccoglienza diffusa si scontra con la posizione intransigente di molti comuni (e anche di cittadini) di accettarla. Se la memoria non mi inganna, solo una frazione dei comuni (intorno al 15%) si è fatta carico di progetti SPRAR. Questo certamente non aiuta.

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