La scienza in tribunale

Titolo rubato al bel saggio di Luca Simonetti, poi glielo riporto, avvocato! Andrew Weaver, il climatologo poi segretario del Green Party in British Columbia, aveva querelato il geografo Tim Ball per l’articolo “Corruption of Climate Science Has Created 30 Lost Years” uscito nel 2011 sul sito di Canada Free Press. Processo lungo e bizzarro. A un certo punto la difesa di Tim Ball sosteneva che l’articolo fosse stato letto unicamente da Weaver… e le accuse di corruzione a scienziati e universitari in generale, e al falsario Weaver in particolare erano mere “opinioni”.
La Corte suprema della British Columbia lo ha assolto per motivi un po’ insoliti, scrive Scott Johnson per Ars Technica (h/t #radioprozac). Le accuse si potevano interpretare come

complaints about the system of science and education—of which Weaver was just a part—rather than specifically alleging flaws in Weaver’s professional character

 Ancora più insoliti i motivi che Richard Littlemore aveva citato su Desmogblog. Secondo il giudice Skolrood,

despite Dr. Ball’s history as an academic and a scientist, the Article is rife with errors and inaccuracies, which suggests a lack of attention to detail on Dr. Ball’s part, if not an indifference to the truth. […]

the Article is poorly written and does not advance credible arguments in favour of Dr. Ball’s theory about the corruption of climate science. Simply put, a reasonably thoughtful and informed person who reads the Article is unlikely to place any stock in Dr. Ball’s views, including his views of Dr. Weaver as a supporter of conventional climate science. […]

These allegations are directed at Dr. Weaver’s professional competence and are clearly derogatory of him. Indeed, it is quite apparent that this was Dr. Ball’s intent.

Indeed, Ball l’aveva ripetuto spesso, ma è innocente lo stesso perché

It is very unlikely that the Article and the opinions expressed therein had an impact on the views of anyone who read it, including their views, if any, of Dr. Weaver as a climate scientist. Rather, the reasonably thoughtful and informed reader would have recognized the Article as simply presenting one side of a highly charged public debate.

Sunto di Scott Johnson:

Essentially, the judge found Tim Ball’s entire article outlining his case against climate science to be as transparently unserious as an intentional parody, which may not exactly be the victory Ball hoped for.

I suoi sostenitori ci speravano, tant’è che Marc Morano, Jo Nova, Anthony Watts et al. se ne sono rallegrati dimostrando così di essere lettori disinformati e incapaci di pensiero razionale.  Oltre ogni ragionevole dubbio…

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Avevo raccontato che Mark Jacobson di Stanford chiedeva $10 milioni di risarcimento ai PNAS e al primo della ventina di autori di un commento che criticava il suo modello economico per la transizione statunitense alle energie rinnovabili, e che lui riteneva diffamatorio. Martedì i PNAS avevano chiesto al tribunale del District of Columbia di respingere (archiviare) la denuncia. Due giorni fa, Jacobson ha scritto che la ritirava. Aggiornamento da Retraction Watch e da #mzjacobson per le reazioni di denunciati e non.

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Risultati immagini per eat shit bob

Per un monologo irriverente, e accuratamente fact-checked, il comico John Oliver e HBO erano stati querelati da Bob Murray, il boss delle miniere che ha scritto i provvedimenti pro-carbone presi da Trump. Ieri, scrive The Hill,

A West Virginia judge dismissed a coal mogul’s defamation lawsuit this week against cable television host John Oliver and HBO.

In a decision dated Wednesday, West Virginia Judge Jeffrey Cramer accepted HBO’s argument that Bob Murray, CEO of coal mining giant Murray Energy Corp., failed to show that Oliver had defamed him according to the law.

Sentenza e breve analisi da Lawful masses,

The Media giants had stood firmly on first amendment grounds, defending against Plaintiffs’ defamation claims on the grounds that the segment’s statements were either (a) true, or (b) jokes. Without fanfare, Judge Cramer wrote

[t]he Court adopts, with little exception, Defendants’ arguments in support of their Motion regarding all issues

The two-page Order dismisses the case ‘with prejudice’, extinguishing the claims as having been adjudicated and closing off any chance of the action being filed again. The losing parties, Plaintiffs Murray Energy and other coal companies, have the right to appeal within 30 days.

Altrove prevale il fou-rire. Agg. 14/11/2019: lieto fine

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A gentile richiesta

Sotto la puntata delle Oche ieri, Andrea Idini ha segnalato il paper “Isomer depletion as experimental evidence of nuclear excitation by electron capture” uscito due settimane fa su Nature. Mica ne parlo in radio senza di lui. Dalla sezione “Metodi”, capisco solo che per ottenere la prima “evidenza” dopo 40 anni che si cercava, hanno dovuto fare i salti mortali non solo sperimentalmente.

Com. stampa dell’Argonne Lab con alla fine le implicazioni per altre ricerche e le possibili applicazioni nel settore dell’energia.

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Breaking news: Dionidream vaneggia. Il paper di Environmental Research non dimostra

il nesso di causa effetto tra esposizione a radiofrequenze in ambiente militare ed aumento di casi di cancro in particolare quello di linfoma, leucemia, mieloma

ma che “nel settore dell’esercito polacco”, nel battaglioni di radaristi belgi, e in un “piccolo gruppo di dipendenti” dell’industria israeliana degli armamenti, fra le persone con un’esposizione “relativamente alta” alle radiofrequenze aumentano i tumori emolinfatici rispetto alla media nella popolazione locale.  Anche per i tre tipi di tumori, gli autori non sanno quale sia l’esposizione “relativamente alta” perché

complete measurements of RFR exposures complete measurements of RFR exposures were not available

L’hanno stimata da

rough exposure assessments from patients interviews and from partial exposure data

senza poter distinguere l’effetto delle radiofrequenze e di altri fattori ambientali (i tumori emolinfatici sono più frequenti nel Bangladesh, per dire). Concludono due cose. La prima è che i loro risultati confermano altri studi epidemiologici sui militari, tutti con lo stesso problema di misure incomplete

 Accordingly, the RFR military exposures in these occupations should be substantially reduced and further efforts should be undertaken to monitor and measure those exposures and to follow cohorts exposed to RFR for cancers and other health effects.

Idem nella seconda parte e in quasi tutte le ricerche che ho letto:

the epidemiological studies on excess risk for HL and other cancers together with brain tumors in cellphone users and experimental studies on RFR and carcinogenicity make a coherent case for a cause-effect relationship and classifying RFR exposure as a human carcinogen (IARC group 1).

Sarà una causa coerente, ma per quale esposizione rispetto alle altre fonti di radiofrequenze? Gli utenti di cellulari sono passati da 0 a 5 miliardi in 25 anni, di quanto è aumentata il tasso di tumori al cervello? Ecc. ecc.

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Perplessità

Ho letto solo oggi l’editoriale di Butac sulla sua partecipazione a “Dottore, ma è vero che”. Bene, però continuo a chiedermi perché non risponda un “Dottore” vero a nome della Federazione degli ordini. Data la presunzione crescente di saperla più lunga degli esperti, forse non sarebbe abbastanza efficace?

Può darsi, ma la Federazione dà l’impressione di non volersi pronunciare, come se non esistesse alcun “consenso scientifico”. Ho presente che non può esistere tra i suoi membri finché omeopati, naturopati et al. si vantano di “curare” ogni malattia esistente  e inesistente, ma un giorno dovrà pur decidere tra medici e ciarlatani™.

A proposito, ieri la Bocconi ha mandato un com. stampa che fa presagire un assalto ai fondi della sanità pubblica:

lunedì 26 febbraio, ore 8,30 aula X – Lab di via Bocconi 8, al convegno “Supplementi nutrizionali orali e la nutrizione clinica”, organizzato da Cergas, Centro di ricerca sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale, SDA Bocconi School of Management con AIIPA; Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari.

L’evento è l’occasione per presentare i risultati della ricerca del Cergas con l’obiettivo di avviare un dibattito sul tema delle politiche nazionali collegate ad un settore con impatti trasversali rilevanti su diversi target del Servizio Sanitario Nazionale; discutere le iniziative regionali di gestione dei pazienti target; discutere le evidenze sugli effetti economici di tali prodotti.

Dalle rassegne NICE in Gran Bretagna e simili, si sa che la nutrizione clinica riduce i tempi di degenza, le comorbidità ecc. insieme alla spesa sanitaria, ma – se non ricordo male – nella UE prima di essere approvati i nutrienti supplementari devono superare trial clinici. Quante aziende alimentari italiane ne fanno?

11 commenti

  1. la Federazione dà l’impressione di non volersi pronunciare, come se non esistesse alcun “consenso scientifico”.
    Mi ha colpito questa intervista fatta da Gerardo D’Amico al presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli. Alla sacrosanta domanda sull’omeopatia, sentir rispondere che l’omeopatia è una scienza fa un po’ venire i brividi.

    1. Dora,
      già, qualunque medicina non convenzionale è “scienza”, basta vedere il programma di certi master. Poi nell’art. 15 del Codice di deontologia, c’è scritto che
      Il ricorso a pratiche non convenzionali non deve comunque sottrarre il cittadino a trattamenti specifici e scientificamente consolidati
      Lo sottrae per definizione, ma non importa.

    1. Paolo C.,
      grazie, ma è meglio di no che poi mi querelano.
      Non ho la tivù, ma le giornaliste mi sembrano aver fatto un’inchiesta seria – e difficile: pochi vogliono parlare delle proprie esperienze in una setta.

  2. “Il medico deve attenersi, nell’esercizio della sua professione ma anche nel suo ruolo sociale, alle migliori evidenze scientifiche disponibili – conclude Filippo Anelli, presidente Fnomceo”
    Domanda facile, i medici che strumenti hanno per attenersi alle migliori evidenze scientifiche disponibili?
    Dubito fortemente che sappiano leggersi per intero i papers pubblicati qua e la capendone il 100% del contenuto. Quindi, chi gli dice a cosa devono attenersi? Sono i convegni a cui partecipano a dire loro a cosa devono attenersi? Magari sono anche gli addetti del farmaco che vanno avanti e indietro dai loro studi per fare formazione medica sui loro medicinali?
    Quindi, di nuovo, la domanda chiave: i medici che strumenti hanno per attenersi alle migliori evidenze scientifiche disponibili?

    1. AleD,
      i medici che strumenti hanno per attenersi alle migliori evidenze scientifiche disponibili?
      molti, a cominciare dagli aggiornamenti alle linee guida del ministero, dell’ISS, dell’AIFA e delle Agenzie per i servizi regionali.

      Dora,
      la sorpresa è che abbia risposto a Ilario confermando che basta una laurea in psicologia e iscriversi all’albo per diventare medico specializzato in qualunque disciplina.

  3. @ocasapiens: perché tutte quelle fonti? Come fanno a non dare informazioni contraddittorie? L’ISS non basta?

  4. @ocasapiens: continuo a non capire, sti medici che fanno? Gli mandano le best practices via mail, se le ascoltano a convegni, altro? Di studi veri e proprio qualcuno lo vedono oppure vanno sulla fiducia?
    Come e chi fa la parte del formatore verso i medici?
    Tutti a puntare il dito verso i ciarlatani e poi di dettagli in più di come funziona la medicina quella “vera” basata sulla “scienza” si sa poco o niente.

    1. AleD,
      sti medici che fanno?
      Quelli che conosco ricevono gli aggiornamenti via mail. Gli studi sono in bibliografia e il manuale dell’ISS ” Medicina basata sulle evidenze” spiega come valutarli ai medici che non l’hanno imparato all’università.
      di come funziona la medicina quella “vera” basata sulla “scienza” si sa poco o niente.
      Chi vuol saperne qualcosa trova il manuale sul sito dell’ISS, e le linee guida che ne derivano su quello del ministero.

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