L’Economist merita un premio per la copertina, trovo, e perché insiste da tempo sulla contraddizione irrisolta tra open data e privacy, e tra ricerca scientifica e commerciale. Si può discutere su “come dovrebbero rispondere” Zuckerberg et al., ma “A Skinner box for software” (una “Turing box” in effetti) mi sembra un bell’esempio di divulgazione.
Premio “meltdown” al Guardian, che pubblica mail del maggio 2014 tra ricercatori dell’università di Cambridge, e Alexandr “Spectre” Kogan, l’auto-candidato a capro espiatorio:
Prof John Rust, the director at Cambridge University’s Psychometrics Centre […] accused Kogan of trying to make $1m in “personal profit in terms of asset and data” from the scheme, while only reimbursing his fellow psychologists, Dr Michal Kosinski and Dr David Stillwell, who had led much of the cutting-edge research, with $100,000.
Non meritano di più, rispondeva Kogan, ormai le loro idee sono di pubblico dominio. L’università si accontentava delle sue promesse di tenere separate ricerche scientifiche e commerciali, senza mai controllare se le manteneva.
Il paper più noto (parlo per me) di Kosinski era uscito sui PNAS nel 2013. Aggiunto ai precedenti, era reso piuttosto inquietante da quello uscito l’anno dopo, e contestato per l’evidente violazione del codice etico. Per una settimana, un ricercatore di FaceBook, un prof di Cornell e il suo studente avevano “manipolato l’umore” di 689.003 utenti di FB per vedere quanto “contagiavano” i propri “amici”.
Tutti ignari di essere usati come cavie, ovviamente. Il paper era stato rivisto e approvato da Susan Fiske, presidente dell’Association for Psychological Science, che dopo le proteste cadeva finalmente dal pero e si diceva preoccupata.
Tumblr ci ha messo un po’, ma avrebbe “risposto“ denunciando mesi fa alle autorità l’invasione durante la campagna elettorale del 2016 di 13 troll dell’Internet Research Agency russa, iperattivi sotto un centinaio di nick.
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Un Pulitzer Jr agli studenti di giornalismo della scuola Stoneman Douglas di Parkland, inviati speciali del Guardian alla manifestazione March for Our Lives di Washington?
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Mentre ero distratta dal 250° anniversario di Fourier, il matematico Robert Langlands riceveva il premio Abel per aver unito l’analisi armonica, guarda caso, la teoria dei numeri e la geometria:
Langlands’ insights were so radical and so rich that the mechanisms he suggested to bridge these mathematical fields led to a project named the Langlands program. […] No other project in modern mathematics has as wide a scope, has produced so many deep results, and has so many people working on it. Its depth and breadth have grown and the Langlands program is now frequently described as a grand unified theory of mathematics.
Ci sono un sacco di informazioni sul sito del premio, rif. anche Davide Castelvecchi su Nature.