Onde ad alta frequenza

Il 21 aprile 2016, Pavel Naselsky, Andrew Jackson e Hao Liu dell’Istituto Niels Bohr, specializzati in analisi dei segnali, contestavano il metodo utilizzato per stabilire che LIGO aveva rilevato la prima onda gravitazionale. Il primo paper usciva su una rivista in agosto.
A loro avviso la presunta scoperta epocale è un’illusione. Con il loro “metodo semplificato”,

  • all narrow peaks in the power spectrum can be ascribed to physically uninteresting signals.

Un altro usciva il 23 giugno 2017 su arXiv, firmato anche da James Creswell e Sebastian von Hausegger. Sabine Hossenfelder rifaceva parte dei calcoli e concludeva che i cinque danesi avevano probabilmente fatto errori.

Sembrava finita lì.

Il 31 ottobre scorso, su New Scientist usciva “Exclusive: Grave doubts over LIGO’s discovery of gravitational waves“, con titolone in copertina:

Risultati immagini per us scientists from university of california find evidence life on earth may have begun 4.1 billion years ago 300 million earlier than previously thought
Senza troppi giri di parole, Jackson accusava i ricercatori che collaborano con LIGO e VIRGO di aver “aggiustato” i dati, di tenerli segreti, di avere disegnato dei grafici “illustrativi” a occhio, uno scandalo insomma.

Oltretutto in due anni nessuno di loro si era degnato di rispondere alle critiche – affermazione smentita dagli scienziati contattati da Sabine Hossenfelder, e dai portavoce di LIGO nell’articolo di Jennifer Ouellette su Ars Technica.

  • Jackson is unconvinced that explanatory papers will ever materialise – the collaboration has promised them before,

diceva al New Scientist, ma pare di no. Comunque era uno scandalo inaudito:

  • “This LIGO episode continues to be the most shocking professional experience of my 55 years as a physicist.”

Le spiegazioni si sono materializzate sabato al Gravitational Wave Physics and Astronomy Workshop e due giorni fa su arXiv sotto forma di un “catalogo” generale (figura 1) e di un inventario a parte per i buchi neri (figura 4), entrambi con un’ampia bibliografia – nella quale Jackson et al. non sono citati, ma potrebbero esserlo in uno dei paper.

Da quello che riesco a capire (poco!), i metodi statistici – wavelet, onde di Bayes ecc. – usati per estrarre il segnale dal rumore di fondo producono risultati coerenti sia quando il segnale è debole che quando è robusto come quello della collisione tra stelle di neutroni.

Non ho capito come mai sia contestato anch’esso da Jackson: è stato confermato da valanghe di segnali “fisicamente interessanti” ottenuti da telescopi a terra e nello spazio. Comunque i dati sono pubblici, può  interpretarli con il suo metodo semplificato.

Su un totale di undici “eventi” validi e di falsi allarmi a bizzeffe, LIGO e VIRGO hanno rilevato onde gravitazionali provenienti da una fusione tra stelle di neutroni e dieci da fusioni tra buchi neri, le ultime quattro tra fine luglio e fine agosto 2017: GW170729, GW170809, GW170818 e GW170823. Poi è cominciato l’upgrade della strumentazione che dovrebbe concludersi in primavera.

Il campione è ancora piccolo per stimare una tendenza secondo me, comunque gli autori ci provano:

  • From these results over the first two observing runs, which include approximately one gravitational-wave detection per 15 days of data searched

Prevedono anche un aumento della loro frequenza:

  • Given the event merger rates estimated here and anticipated improvements in sensitivity, hundreds of BBHs [Binary Black Holes] and tens of binary neutron stars are expected to be collected in the operational lifetime of second generation GW instruments. 

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Continuano a uscire articoli sulle conseguenze dell’esperimento di Jiankui He con le gemelle CRISPR, rif. Jon Cohen su Science; l’editoriale di Nature; Ed Yong su The Atlantic.

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Rimmel

maresciallo Stefano segnala

Sono stati presi in esame per vent’anni e loro influenza su clima è stata smentita perfino da un esperimento del CERN. E pur di negare l’effetto serra delle emissioni di gas serra, Zichichi infila dozzine di perle in ogni paragrafo…