Accelerazioni

In un articolo in open access su Science, Lijing Cheng, John Abraham, Zeke Hausfather e Kevin Trenberth rianalizzano quattro serie di dati sul contenuto di calore degli oceani (HOC per Ocean Heat Content). Viene misurato con strumenti diversi, ognuno con il suo margine d’errore, ci sono diversi metodi per le interpolazioni e le correzioni, riconciliare il tutto è un lavoraccio.

Riass. punt. prec.
Non era stato fatto prima del V rapporto IPCC –  d’altronde non era completato il dispiegamento delle 4000 boe Argo, più affidabili e precise – e nel 2012 sembrava ancora che ci fosse stata una “pausa” o “iato” e che la tendenza del riscaldamento globale fosse rallentata. Gli specialisti di OHC erano scettici: gli oceani assorbono circa il 93% del calore alla superficie terrestre, conveniva controllare se la stima era corretta prima di dire che tutti i modelli sono sbagliati.

La rianalisi conferma che la tendenza dal 1940 in poi era stata sottostimata, accelera a un ritmo quasi costante e si vede bene risultato tra il 2005 e il 2017, il periodo coperto dalle boe Argo,

for the top 2000 m, the linear warming rate for the ensemble mean of the CMIP5 models is 0.68 ± 0.02 W m2, whereas observations give rates of 0.54 ± 0.02, 0.64 ± 0.02, and 0.68 ± 0.60 W m2. These new estimates suggest that models as a whole are reliably projecting OHC changes.

Kevin Trenberth è il principale autore, quindi il refrain “servono più dati” è più lungo del solito. Estratto:

However, some uncertainties remain, particularly for deep and coastal ocean regions and in the period before the deployment of the Argo network. It is important to establish a deep ocean observation system to monitor changes below 2000 m. It is also essential to improve the historical record, for example, by recovering undigitized OHC observations.

Con uno degli scenari socio-economici usati nei modelli, il livello del mare rischia di innalzarsi di altri 30 cm entro fine secolo, seguono altri guai. Altro che rispetto dell’Accordo di Parigi e via brontolando. Se fosse per lui, ci sarebbero boe Argo perfino negli stretti più affollati.

Rif. anche Inside Climate News.

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Nel quartiere stamattina, la gente chiacchierava al sole del caldo “insolito”. Deve essercene un altro nell’Artico perché l’estensione della banchisa è al minimo come negli inverni “insoliti” del 2012 e 2013 (h/t Climalteranti).
Il sito funziona nonostante il shutdown, perché il National Snow and Ice Data Center è gestito dall’università del Colorado.

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Sia Nature che Science raccontano l’ultima “crisi” del National Ecological Observatory Network (NEON) una rete di 89 stazioni di rilevamento da 434 milioni di dollari, afflitta da costi e tempi cronicamente sottostimati e da scontri tra gli ecologisti delle università e di agenzie federali, e i dirigenti di Battelle, un gestore privato non profit. Sotto la presidenza Trump, non ci voleva.

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Dopo la proiezione del documentario “American Masters: Decoding Watson” in cui Jim Watson ripete le opinioni razziste che si era rimangiate nel 2007, il Cold Spring Harbor Lab ha deciso di revocarne i titoli onorifici di Chancellor Emeritus, Oliver R. Grace Professor Emeritus, e Honorary Trustee. Dal comunicato stampa:

Dr Watson’s statements are reprehensible, unsupported by science, and in no way represent the views of CSHL, its trustees, faculty, staff, or students. The laboratory condemns the misuse of science to justify prejudice.

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Per For better science, Smut Clyde spiega alcuni esempi di photoshopping, fra quelli segnalati su PubPeer, in un paper uscito in settembre e lanciato da Nature come un grande progresso per la terapia immunologica di tumori cerebrali. Veniva debunked nel giro di un mese.

This is just a particularly high-profile case, thanks to the publisher’s decision to broadcast the paper through press releases and science churnalists.

Gli “science churnalists” sono quelli che ingeriscono e digeriscono i com. stampa.

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Da Frontiers basta pagare, passim

Se dirigete un laboratorio all’università dell’Illinois avete una canzoncina, un collega da omaggiare, pensieri stravaganti sulla coscienza di sé e 450 dollari che avanzano da qualche grant, potete comprare una “opinion” su Frontiers in Psychology. Commento di Neuroskeptic.

Promemoria: Frontiers è l’editore al quale la Commissione europea intende affidare la realizzazione del piano S da quando diventa obbligatorio pubblicare in open access.