Verità = diffamazione

Ennesima puntata della saga Macchiarini, ma avrebbe dovuto essere la prima.
Lo scorso maggio, il chirurgo tedesco Philipp Jungebluth ha vinto in appello il processo per diffamazione contro Leonid Schneider che aveva documentato il fallimento di un trapianto di trachea compiuto da Jungebluth insieme a Paolo Macchiarini quando lavorava all’ospedale universitario di Barcellona. Lo avevano descritto come un grande successo in due articoli usciti sul Lancet in novembre 2008 e ottobre 2013. (Con la paziente Claudia Castillo, i fallimenti di Macchiarini senza Jungebluth erano iniziati nel 2005.)

L’altro ieri la rivista ha pubblicato la lettera di Laureano Molins, l’attuale direttore del reparto di chirurgia toracica, dicendo che era stata “richiesta” da Richard Horton. In realtà Horton rifiutava di farla uscire da un anno, ma il 28 febbraio scorso la rubrica NewsNight della BBC aveva dedicato un servizio a Claudia Castillo e chiesto come mai, nonostante la richiesta dell’Istituto Karolinska e del presidente della Commissione scientifica del Parlamento britannico, i due articoli non erano stati ritrattati:

  • Why is Britain’s leading medical journal refusing to back down on misinformation it has printed about the treatment?

Con quella “prima mondiale” in Spagna – la trachea del donatore era stata rivestita con cellule staminali della paziente in un laboratorio di veterinaria all’università di Bristol.., altra storia sinistra, ma quale università non protegge da ogni critica chi porta soldi? – Macchiarini è diventato una “superstar” osannata dai media.
Alla paziente Claudia Castillo, è costata decine di interventi ingiustificati:

  • 3 weeks after the transplantation, it was necessary to stent the transplanted bronchus because of a homograft collapse

Macchiarini, Jungebluth et al., Lancet, 2008 :

  • The graft immediately provided the recipient with a functional airway, irini supertar mproved her quality of life, and had a normal appearance and mechanical properties at 4 months.

Molins prosegue:

  • In February, 2014, the patient was admitted to the Department of Thoracic Surgery again with acute respiratory failure […]  Bronchoscopy showed an 80% bronchial collapse. The patient referred that during the previous 5 years, she had been treated with multiple bronchial stents, most of which were bio-absorbable. In this clinical setting, we placed a silicone stent, after which lung re-expansion was achieved.

Macchiarini, Jungebluth et al., Lancet, 2013:

  • Aside from intermittent bronchoscopic interventions, the patient had a normal social and working life.

Lo aveva già smentito la ricostruzione minuziosa pubblicata da Leonid il 27 ottobre 2016, in cui l’allora direttore del reparto Antonì Castells usava le stesse parole di Molins.
La sostituzione dell’ultimo stent biodegradabile con uno di silicone serve a poco:

  • Since then, however, the patient’s quality of life has not been good; she has needed multiple fibre-optic and interventional rigid bronchoscopies (18 procedures in total) to maintain a relatively open bronchus. 

Nel luglio 2016, Castells e colleghi decidono finalmente di rimuovere parte del polmone sinistro, un intervento meno clamoroso che se fosse stato compiuto nel 2005 avrebbe risparmiato anni di sofferenze.

  • The postoperative course was uneventful, and the patient was discharged on the eighth postoperative day. 30 months after pneumonectomy, the patient is fully recovered and has not had any other medical events.

Bref, il Lancet rifiuta tuttora di ritrattare gli articoli, vediamo se la nuova richiesta del presidente della Commissione parlamentare avrà un qualche effetto, ma ne dubito.
Horton ci ha messo 12 anni a ritrattare la frode di Wakefield sui vaccini e l’autismo, solo dopo che Wakefield fosse stato radiato definitamente per frode dal Medical Council. Nel 2004 l’avevano chiesto 10 dei suoi 12 co-autori in una lettera che Horton aveva rifiutato di pubblicare fino a poche ore prima che uscisse sul British Medical Journal – e l’aveva corredata con una lunga replica di Wakefield.

La lettera di Molins, per ora senza replica di Macchiarini, Jungebluth et al., conferma quanto scritto da Leonid. Se vi sembra che il lavoro di Leonid sia utile, usate Paypal e vi avanza qualche euro, potete contribuire al pagamento delle sue spese legali.

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Alla commissione etica dell’Università di Ferrara, incaricata di indagare sugli articoli del rettore Zauli segnalati su PubPeer per “immagini problematiche”, segnalo sono diventati quaranta. All’ultimo sulla bava di lumaca, presumo si applichi il codice di buona condotta adottato in novembre…