"Si informi meglio lei."

Da Climalteranti capitano commenti che fanno venir voglia di ricordare un po’ la storia del secolo scorso. Quelli di Paolo Giglioli iniziano così:

  • Io penso che sia molto bello veder crescere una generazione sensibile ai problemi ambientali. Greta fa un gesto che è bello e da rispettare.

Però è una generazione di citrulli:

  • Il riscaldamento del clima dovrebbe essere certificato dal comportamento dei ghiacci ma non in 3 anni o 10 o 50. I tempi sono molto più lunghi.

Paolo Giglioli ignora beatamente il fatto che i termometri esistono almeno dai tempi di Galileo e che l’arretramento dei ghiacciai è documentato in Svizzera, per esempio, da incisioni del Settecento, cartoline dell’Ottocento e foto scattate oggi.

  • Certo non depone a favore della autoproclamatasi comunità scientifica la bufala ripetuta e ribadita per più di un decennio del buco dell’ozono rivelatasi una sonora pagliacciata. C’erano dietro, in quel caso, interessi economici enormi con milioni di finanziamenti ad un tipo di ricerca inservibile che sarebbero potuti andare in rivoli più utili all’umanità.

Non depone a favore della sua autoproclamata credibilità il fatto che la ricerca di Sherry Rowland e Mario Molina sia costata solo un po’ di telefonate. Ho chiesto a Paolo Giglioli se era “inservibile” perché secondo lui

  • i CFC non distruggono l’ozono in alta quota? 
  • Lo strato d’ozono non assorbe i raggi UV-B e C? 
  • Il melanoma causato da quegli UV è utile all’umanità?

Se mi risponde, aggiorno il post.

  • Sul riscaldamento climatico e l’aumento di CO2 con l’effetto serra

Il ciclo del carbonio questo sconosciuto…

  • c’è qualcosa di poco chiaro: le case automobilistiche stanno pressando i governi ed i media perché il diesel sia totalmente sostituito dal motore a benzina.

Per pressarli, avevano addirittura falsificato al ribasso le emissioni da diesel.

  • Nessuno sa forse che il benzina produce il doppio di CO2 del diesel. 

“Forse”, meno male che gli è venuto un dubbio, e impartisce questo ordine:

  • Gli scienziati riprendano a fare gli scienziati senza pensare ai soldi.

Proverà maldestramente a rimangiarselo, accortosi “forse” che i suoi interlocutori sono scienziati?

  • ci sono centinaia di rilievi dal satellite che dimostrano che il buco dell’ozono è in fase di richiusura e molte pubblicazioni scientifiche che confermano l’inversione di tendenza così come la mancanza di spiegazioni del fenomeno naturale o no.

I rilievi da molteplici satelliti confermano che la spiegazione esistente è corretta: i CFC e altri gas simili persistono in atmosfera per decenni e continuano a distruggere l’ozono stratosferico.

  • Vada a rivedere cosa fu scritto in quel caso al momento dello scoppio del terrorismo giornalistico.

Io c’ero. Lavoravo per la casa editrice che aveva pubblicato “Primavera silenziosa” e i libri di Murray Bookchin, e seguivo proprio “gli interessi economici”. A chi non c’era raccomando l’articolo di Jeffrey Master “The Skeptics vs. the Ozone Hole“, sulla campagna per discreditare Rowland e Molina organizzata dalle industrie chimiche con l’aiuto dei soliti noti: Fred Singer e Frederick Seitz. Il refrain era “è solo una teoria”.

In parte era vero, nel senso che le reazioni chimiche erano note, ma una teoria del depauperamento dell’ozono richiedeva di calcolare il tempo di residenza delle molecole in alta quota, le rispettive concentrazioni, le loro interazioni ecc. e inserire tutto quanto in modello di simulazione che includesse la tendenza della produzione dei CFC.

(In breve: Molina e Rowland scrivevano che se la produzione continuava ad aumentare del 10%/anno fino al 1990 per poi stabilizzarsi, siccome i CFC persistono per 40-150 anni in atmosfera, nel 2050 avrebbero distrutto il 30-50% dell’ozono. Un bel guaio per la fauna e la flora terrestre.)

Per quasi dieci anni, la reazione di molti governi è stata “pazienza”. Con la fine della produzione di CFC, si sarebbero persi milioni di posti di lavoro e in mezzo a disastri vari sarebbe crollata l’economia mondiale. Ma i paesi del Sud-America, la Nuova Zelanda e l’Australia registravano una maggiore incidenza di melanoma, si son messi a protestare anche i ministri della sanità. Nel 1987 USA hanno aderito al protocollo di Montréal, entrato in vigore nel 1989. E da allora le emissioni di CFC sono calate.

Joan Rowland diceva scherzando che il Congresso aveva approvato il protocollo per liberarsi di suo marito, un marcantonio alto due metri che “prendeva di mira un congressista per volta e gli attaccava un bottone memorabile”. Di fatto, DuPont e altre BigChem avevano già sintetizzato gas sostitutivi (per es. gli idrofluorocarburi, purtroppo nocivi anch’essi): smisero di frignare per dedicarsi alla conquista di un mercato ancora più redditizio.

Da quel momento il copione è stato utilizzato da Singer e Steitz per “The Skeptics vs. Climate Change”.

Con l’aiuto dei soliti noti infatti, la campagna “è solo una teoria”, “nessuno lo ha mai dimostrato in laboratorio” attaccava di nuovo Molina e Rowland quando veniva quantificato il potenziale effetto serra dei CFC, o quando uscivano articoli su un “buco” più piccolo al polo Nord o sull’effetto dell’assottigliamento dello strato d’ozono sul clima dell’Antartide.

Scaramucce di retroguardia. Dal vertice di Rio nel 1992, l’artiglieria pesante è puntata contro i climatologi.

A Steph che gentilmente gli consiglia di informarsi meglio e di aggiornarsi prima di sparare certe sentenze”, Paolo Giglioli risponde in puro complottismo:

  • Si informi meglio lei. Nella “comunità scientifica” si sono infiltrati personaggi che non sono premi Nobel. 

Che sospetti il re di Svezia di aver rifilato medaglie di cioccolata a Molina & Rowland?

  • Se lei segue questo mondo sa che è pieno di scienziati straordinari ma anche, come dicono in romagna, di mezze patacche la cui sostanza tende a zero.

Detto da una patacca intera…

  • Quando dico gli scienziati tornino a fare gli scienziati, ben sapendo purtroppo quanto sono importanti i soldi per la ricerca, voglio dire che i soldi sono importanti ma non così tanto da condizionare integralmente la ricerca. 

Vorrebbe che la scienza tornasse un passatempo per gentiluomini facoltosi, insomma.

  • Di più non voglio dire. Come disse qualcuno prima di noi chi ha orecchie da intendere intenda. Se non vuole capire non posso farci niente. Però le fonti di provenienza di certi messaggi sono più importanti dei messaggi stessi.

Questo è vero. Lo dimostrano i commenti provenienti da Paolo Giglioli. Sono infarciti di vecchie menzogne e diffamazioni che le BigChem non osano più ripetere da decenni.

21 commenti

  1. acc…mi ero concentrato troppo sulle sparate sull’ozono e mi sono sfuggite quelle sui ghiacciai e sul diesel.
    Esilarante, non c’è che dire. È come rivedere le comiche dei vecchi e cari Marx bros…

    1. Mi è piaciuta anche quella della CO2 che aumenta con l’effetto serra. Nella mail dovresti trovarne una carina: la CO2 è più pesante dell’aria, quindi scende a livello degli alberi, come fa ad avere un effetto serra?

  2. Ma dai, non infierire. Secondo l’avvocato delle cause perse 😉 voleva dire “l’aumento di CO2 con associato e conseguente aumento dell’effetto serra”. S’è solo scordato di scrivere “associato e conseguente”.
    Quale mail?

    1. Una mail di Climalteranti, Steph, allegata snapshot:
      Scusate dove ci si può informare che il CO2 causa l’effetto serra o perlomeno è fra le principali cause? Il dubbio è che essendo un gas pesante (più dell’aria almeno) dovrebbe drenare verso terra ad altezza alberi per intenderci.


  3. una generazione sensibile ai problemi ambientali

    Sensibile in che senso? Perché ne parlano?

  4. @ocasapiens: si, ma Zurigo è in svizzera… mi sfugge il bilancio elettrico della svizzera, se lo vuole ricordare…

  5. AleD
    “si, ma Zurigo è in svizzera.”
    e quindi?
    “mi sfugge il bilancio elettrico della svizzera, se lo vuole ricordare”
    and so what? Si parla di azzerare le emissioni di CO2 per ” mobilità, alloggi, consumi e sviluppo degli insediamenti.” Serve un disegnino?
    oca
    wow. Un genio…

  6. @ steph
    e quindi? […] and so what? Si parla di azzerare le emissioni di CO2 per ” mobilità, alloggi, consumi e sviluppo degli insediamenti.” Serve un disegnino?
    Se non si trattasse di AleD (e quindi se potessi ipotizzare una strategia dietro i suoi interventi) penserei a un’applicazione della Difesa Chewbacca.

  7. Steph se non ci arrivi mmmh e se hai lo stesso fiuto/competenze sull’argomento clima mi sa che sei preso maluccio forte…

  8. oca
    no, oggi cattivo sono.
    AleD
    oggi mi diverto a sbugiardare un testone al cubo come te. Chiedi scusa quando vuoi. Oppure confermi gravi lacune con la tua autostima. Non preoccuparti: non ti accontenterò, compatendoti.
    “Nel 2015, il consumo finale di energia in Svizzera si attestava grosso modo attorno ai 233 terawattora (TWh), di cui circa 58 TWh di elettricità, corrispondente a una quota del 25 per cento. I carburanti rappresentavano il 34,7 per cento (81 TWh) del consumo totale, i combustibili petroliferi il 16 per cento (37 TWh) e il gas il 13,5 per cento (31 TWh). Il restante fabbisogno di energia (ca. il 10,8 %) veniva coperto tramite altri vettori energetici come ad esempio la legna, altri vettori energetici rinnovabili o i rifiuti industriali.”
    Carburanti: 34,7%
    Combustibili petroliferi: 16%
    Gas: 13,5%
    Tot idrocarburi.: 64,2%
    La combustione di idrocarburi rilascia CO2 in atmosfera, ci arriva anche uno con il testone al cubo come te, suppongo, visto che lo si impara già alle elementari.
    Ripeto: si parla di azzerare le emissioni di CO2 per ” mobilità, alloggi, consumi e sviluppo degli insediamenti”.
    Toc toc…c’è qualcuno nel cubo? 🙂

  9. steph, quanta pazienza ci vuole:

    La combustione di idrocarburi rilascia CO2 in atmosfera, ci arriva anche uno con il testone al cubo come te, suppongo, visto che lo si impara già alle elementari.
    Ripeto: si parla di azzerare le emissioni di CO2 per ” mobilità, alloggi, consumi e sviluppo degli insediamenti”.

    Ma secondo te, se ho chiesto di citare il bilancio elettrico della svizzera, ci sarà pur un buon motivo?
    Non ci arrivi sul serio? Ti aiuto, il kwh elettrico è pensato come fine per rendere mobilità e climatizzazione 100% libera dal petrolio e suoi derivati (e dalle biomasse che *ovviamente* inquinano).
    Ora, qualcuno cita il bilancio elettrico svizzero? Io non posso, perché mi vien troppo da ridere pensando ai proclami su Zurigo, fin troppo facili e non scalabili. Che, comunque, non verranno realizzati entro il 2030, ma pazienza, oggi per dimostrarsi interessati sul serio verso una problematica è diventato di moda parlarne, ad minchiam, e basta. E il dettaglio che rende il tutto ancora più tragico-comico è che queste problematiche, di cui si sparla e basta, sono etichettate come strategiche, essenziali, importantissime (altri aggettivi buttati li a caso) per il nostro futuro! Ma stra uaz uaz uaz

  10. AleD
    “Ma secondo te, se ho chiesto di citare il bilancio elettrico della svizzera, ci sarà pur un buon motivo?”
    No, non c’è, sei completamente fuori strada. Zurigo e la Svizzera hanno altri obiettivi .
    E intanto la politica è costretta a prenderne atto e ad agire. È già qualcosa.

  11. steph, miiii allora non capisci proprio, dal tuo link:

    una gestione intelligente delle risorse e l’impiego coerente delle energie rinnovabili

    ripeto, qual’è il bilancio elettrico svizzero? Dai che hai capito, suvvia, non fare il timidone!

  12. Si parlava del fatto che la mobilitazione dei gggiovani beoni, modaioli e pasciuti inizia a influenzare la politica, tanto è vero che a Zurigo il parlamento ha approvato una mozione per una “politica climatica più rigorosa” che chiede alla città di inserire nel regolamento comunale il principio che entro il 2030 le “emissioni nette di CO2 siano ridotte a zero”.
    Inutile “argomentare” ad minchiam (o, come asserisce E.H.K., con la Difesa Chewbacca), con me non funziona.

  13. steph, dai che hai capito che viene più facile fare quei proclami (comunque non realizzabili) a Zurigo piuttosto che Varsavia. Dai che hai capito che si sta parlando di slogan, vuoti, e segnati che in svizzera il 60% dell’elettricità la fanno con l’idroelettrico, il 20% con il nucleare.

  14. AleD
    ti correggo, visto che io sono svizzero e vivo in Svizzera 😉 Con il nucleare siamo ancora al 30-35%, non al 20%.
    Sono d’accordo con te. ma devi tener conto del fatto che la Svizzera comunque dipende per i 2/3 dai petrolio (mobilità soprattutto, riscaldamento degli edifici al secondo posto), per cui, come dicevo, non è così immediato come potresti pensare anche qui da noi.
    Slogan: non so se lo siano o meno. Intanto io constato che si tratta di una mozione che il parlamento ha fatto propria. Se verrà adottata, diventerà legge, dopo di che altro che slogan…

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