1. Oltre metà dei risultati pubblicati nelle riviste biomed sono falsi, rif. John Ioannidis. (Di più per quelle che pubblicano biomed ayurvedico e alternativo in generale.)
2. C’è chi è tuttora convinto che il mal di pancia sia il principale tra i disturbi e “deviazioni atipiche” dalla norma usate per posizionare un bambino da qualche parte nello “spettro autistico“. Da qui le frodi di Andrew Wakefield per correlare il vaccino trivalente al mal di pancia e quindi all’autismo.
3. L’analisi genetica e genomica dei nostri microbi intestinali è diventata un business, dicevo l’altro giorno. Consentirebbe di diagnosticare patologie presenti e future. Al presente, oltre all’analisi consente di vendere trapianti di feci e infusioni di microbi fecali, integratori alimentari, terapie inutili e/o dannose – e di arricchire i ciarlatani.
4. I risultati pubblicati sono sempre positivi, ne va della validità di brevetti e degli investimenti nell’azienda che li sfrutta – comunque molte riviste non pubblicano quelli negativi.
5. In natura, nessuno ha mai visto topi con tutte le manifestazioni dello spettro autistico. E nemmeno bambini, come mostrano le diagnosi divergenti sul livello di autismo, l’assenza di un consenso sul numero di livelli e su quanti e quali disturbi rientrano in ogni livello.
6…
Avrei altre premesse, ma queste dovrebbero bastare per prendere con chili di sale l’articolo del Guardian:
- I sintomi dell’autismo replicati nei topi dopo trapianti fecali. Degli scienziati hanno indotto caratteristiche dell’autismo nei topi dando loro trapianti fecali da esseri umani con quella condizione.
Solo che i “sintomi” variano con le definizioni dei livelli di autismo e sono associati, ma nessuna associazione è stata replicata nei topi. Tanto per ripetermi, “i modelli sono tutti sbagliati, ma alcuni sono utili” (rif. Jason Box). Utili per chi? Gil Sharon e molti altri coordinati da Sarkis Mazmanian del Caltech hanno fatto ingerire ad alcuni topi dall’intestino sterile le feci di bambini autistici e ad altri topi le feci di bambini con uno sviluppo tipico.
Su Cell, descrivono differenze nel comportamento, nell’espressione di alcuni geni correlati a funzioni cerebrali, e nei metaboliti dei topi del primo gruppo. E questi, insieme alla prole, avrebbero tratto giovamento dalla somministrazione di taurina, già venduta come integratore alimentare e aggiunta a cibi e bevande “energetiche”. La tesi degli autori è di moda da quando l’istituto di Craig Venter ha pubblicato il primo microbioma intestinale umano nel 2006 (a memoria, se a qualcuno interessa cerco il paper).
In breve: il microbiota, postulato immutabile salvo “trapianto”, e quindi i disturbi dello spettro autistico sarebbero ereditati dalla madre. Certo, il primo microbiota è trasmesso dalla madre, e da chi se no? Però cambia con l’alimentazione, i farmaci ecc. Non è detto che sarà trasmesso da una figlia ai nipotini. Stranamente, gli autori non hanno fatto ingerire ai topi i microbi fecali di bambine autistiche.
Il problema più evidente, trovo, sono le terapie annunciate nella conclusione. Dipendono da valori p calcolati con il solito ottimismo, per marcatori pescati in un mare di batteri intestinali, dei loro metaboliti e rispettivi effetti sui geni “del cervello” correlabili alla lontana a uno dei possibili “sintomi”. Quando le variabili tendono all’infinito, basta buttare la rete per trovarne una decina modificabile in meglio dalla cura. Guarda caso, nei conflitti d’interesse si scopre che quattro autori le avevano già trovate:
- D.-W.K. e R.K.-B. hanno ottenuto o richiesto brevetti per l’uso di probiotici e/o di trapianti di microbi fecali per varie condizioni, inclusi i disturbi dello spettro autistico. G.S. e S.K.M. hanno chiesto un brevetto per l’uso di microbi e metaboliti specifici per varie condizioni del neuro-sviluppo. S.K.M è un co-fondatore di Axial Biotherapeutics e membro del suo comitato di consulenza scientifica.
Axial Biotherapeutics si prefigge di curare patologie neuro-degenerative, a cominciare dall’Alzheimer e dai disturbi dello spettro autistico, con trapianti di microbi fecali, probiotici e integratori alimentari, “facendo leva sull’asse cervello-intestino” . Detto questo, l’articolo è in open access e insegna a distinguere tra scienziati che almeno ci provano e ciarlatani.
agg. 1/6 Altri motivi di scetticismo; e un altro ancora
A furia di rinvii, l’O digest è diventato così lungo che mi tocca rinviarlo anche oggi…