La FISV difende l'agricoltura bio

Mercoledì scorso su Agrisole, un quotidiano del gruppo Sole-24 Ore dedicato al settore agro-alimentare, il presidente della Federazione Italiana Scienze della Vita (Fisv), prof.  Gennaro Ciliberto, ha pubblicato

Grazie di avermelo segnalato, non me l’aspettavo e son caduta dal pero. Lunedì scorso in un convegno al Senato, a nome della Fisv

  • che rappresenta 14 società scientifiche e circa 7000 ricercatori, assieme alla Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie

ha protestato di nuovo contro il decreto-legge 988 perché se fosse approvato, sovvenzionerebbe l’agricoltura bio-dinamica, e ha spiegato ai senatori presenti

  • cosa serve per sfamare una popolazione in crescita e perché è sbagliato dirottare troppi sussidi al biologico.

Non so come l’abbiano presa i senatori, ma penso che i lettori di Agrisole che coltivano la terra siano rimasti un po’ spiazzati. La popolazione italiana decresce a vista d’occhio, di più nelle campagne, che il presidente stia per chiamare migranti a salvare la Patria, il Senatore Cappelli e gli spaghetti? A riempire i granai, i piatti e le “culle vuote”?

I sussidi al biologico fanno ridere il pollame rispetto a quelli elargiti all’agricoltura tout court. I 7000 ricercatori – ai quali il decreto toglie gli scarsi finanziamenti – avranno colto al volo che lo slogan anti-bio è fumo negli occhi. Poco dopo infatti, il loro presidente scrive

  • Le analisi che integrano i diversi studi pubblicati nelle riviste scientifiche concordano che, se si convertisse l’intera agricoltura integrata del Pianeta al metodo biologico, avremmo un maggior consumo di suolo, un incremento della deforestazione, una maggiore produzione di gas ad effetto serra e un maggiore consumo di acqua (si veda, solo a titolo di esempio, Muller et al, 2017, pubblicato su Nature).

Fino alla parentesi son tutte frottole. L’idea di convertire sic et sempliciter “l’intera agricoltura del Pianeta al metodo biologico” non sfiora nessuno, per fortuna. E non solo perché le definizioni di “biologico” variano da un paese all’altro.

All’apparenza, il prof. Ciliberto descrive come imbecilli o/e invasati gli scienziati che fanno scenari e modelli di sviluppo per quando sarete in 9-10 miliardi. Da scienziato pure lui, sa per forza che devono valutare tutte le soluzioni eco-sostenibili al degrado causato dall’agricoltura intensiva, e alla conseguenza che li preoccupa di più. Per le colture indispensabili alla sicurezza alimentare – cereali e soia principalmente – in media mondiale, dal 2000 l’aumento delle rese registrato dagli anni ’60 non è più superiore, e dal 2010 è di poco inferiore, a quello della popolazione.

E questo nonostante aumentino l’uso di fertilizzanti e fitofarmaci, la superficie coltivata con piante geneticamente modificate e le tecnologie sempre più precise.
I senatori avranno abboccato alle bufale? Di sicuro i 7000 ricercatori sono consapevoli che basta a smentirle il titolo dell’esempio:

(In realtà è pubblicato su Scientific Reports,  un errore comune al prof. Ciliberto e al presidente dell’agro-alimentare biodinamico, ma è solo una coincidenza.)

Alan Muller e i suoi co-autori spiegano nelle prime righe perché l’agricoltura intensiva non è più sostenibile:

  • La sua intensificazione ha accresciuto di molto la disponibilità di cibo nei decenni recenti. Tuttavia questo ha portato a notevoli impatti ambientali avversi, quali aumenti nella sovrabbondanza di azoto reattivo, eutrofizzazione di suoli e acque, emissioni di gas serra e perdite di biodiversità 1,2,3,4,5,6

Propongono strategie da associare in funzione di un’ampia serie di parametri e priorità (come sempre, il contesto locale condiziona le scelte possibili, è un paper scelto bene). Globalmente,

  • i nostri risultati mostrano che da sola, l’adozione dell’agricoltura organica accresce la domanda di suolo, ma ha dei vantaggi per altri indicatori quali la riduzione del surplus di azoto e dell’uso di fitofarmaci. Ma quando viene combinata con cambiamenti nel sistema alimentare globale, e precisamente quando cambiano le razioni alimentari  – e di conseguenza si riduce il numero degli animali – insieme agli sprechi ricorrenti, l’agricoltura organica contribuisce a nutrire oltre 9 miliardi di persone entro il 2050, e lo fa in modo sostenibile. 

Grassetto mio.

Finalmente il biologico ha trovato un difensore autorevole. Nei suoi panni avrei detto la verità, ma forse nella sua federazione c’è una fronda pro-BigAgro?

Da decenni le ricerche sull’agricoltura intensiva mostrano che per rimediare ai suoi danni, è necessario migliorare la resa del “biologico”. Perciò servono ricerca e innovazioni, e quindi i finanziamenti che il prof. Ciliberto finge di ostacolare.
Finge, è evidente. Non solo il titolo del suo articolo riassume alla perfezione il paper di Muller et al. e la sua bibliografia (bravo prof, facessero tutti come lei… ), ma in conclusione ribadisce la sua fiducia nella scienza e negli scienziati:

  • Ancora più grave, è nel Ddl 988 l’equiparazione, nelle università e nei finanziamenti per la ricerca, della pratica dell’agricoltura biodinamica all’agricoltura biologica: la prima non è basata su alcuna evidenza scientifica, né potrebbe esserlo visto il suo carattere mistico-spirituale. Se i partiti si occupano del consenso, gli scienziati italiani solo dell’oggettività dei dati. La politica ne tenga conto.

Parole sante!

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Leonid Schneider ha un altro scoop sul piano S congegnato  dall’inviato speciale UE Robert-Jan Smits con lo spennapolli Frontiers per rendere obbligatorio la pubblicazione open access a qualunque costo…

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Su PubPeer, da lunedì Ken Rice et al. cercano invano di far capire a Valentina Zharkova due cosucce che invalidano la profezia di un prossimo minimo di Maunder che si è comprata su Scientific Reports.