"Rallegratevi!" dice il visconte Ridley

Perso il lavoro ma non la propria ricchezza facendo fallire la banca Northern Rock poco dopo averla ereditata, il visconte Matt “King Coal” Ridley si è dedicato a una buona causa: convincere i governi che il riscaldamento globale è un beneficio per l’umanità e che i suoi impatti sono un’invenzione dei nemici del libero mercato e/o della patria.

Dotato di risorse materiali più che intellettuali, per convincerli utilizza l’analisi dei rischi grazie alla quale  ha rovinato la banca di famiglia, lasciando ai contribuenti  l’onore di pagarne i debiti..

Mauro Toffanin si è accorto che il visconte – laureato a Oxford con una tesi sull’accoppiamento dei fagiani – ha pubblicato di recente su un settimanale tedesco e sul proprio blog l’articolo “Rallegratevi, il mondo sta diventando più verde!”, ricopiato ieri da un sito italiano in quanto “interessante” e “provocatorio”. “Idiota” ed “esilarante” no?

Lo spunto di attualità è una notizia uscita in Germania e in Italia più di tre anni fa.
Il 25 aprile 2016 – bozza gratis, senza le figure però – Zaichun Zhu et al. pubblicavano una stima dell’indice di superficie fogliare (leaf area index -LAI) derivato da tre serie di immagini satellitari per il periodo 1982-2009. Sul 25-50% circa delle terre emerse coperte da vegetazione l’indice era aumentato, e sul 4% circa la vegetazione era diventata marrone.
Con una serie di modelli e grandi margini di incertezza dovute alle differenze tra i modelli, gli autori attribuivano l’aumento

  • per il 70,1+/-29,4% alla fertilizzazione con CO2 [in particolare fra i Tropici], per il 9,6% alla deposizione di azoto, per l’8,1 +/20,1% al cambiamento climatico e per il 4% a un uso diverso dei terreni

“Deposizione dell’azoto” nel senso di maggior uso dei fertilizzanti; “cambiamento climatico” nel senso di anticipo della stagione di crescita; “uso diverso” nel senso di riforestazione e ampliamento delle zone coltivate.

Interludio un tantino scientifico

La concentrazione atmosferica di CO2 era la stessa dappertutto, eppure le differenze regionali erano enormi. Mancavano dati su varianti indispensabili per identificare i motivi e ridurre le incertezze: “demografia delle foreste”, agricoltura di tipo estensivo o estensivo, e soprattutto i “vincoli produttivi” come la disponibilità di fosforo e di altre risorse del suolo.
Altri fattori trascurati:  la fine dell’inquinamento da piogge acide, il crollo dell’Unione sovietica e conseguente ritorno/esodo dalla Siberia alle città occidentali, la riforestazione in Europa e in parte dell’Australia, la creazione di parchi e riserve protette ecc.

Dopo Zhu et al. il metodo è migliorato e le ricerche che leggo tengono conto dei dati della FAO, delle altre agenzie dell’ONU e dell’UE. In un’analisi uscita quest’anno per esempio, il “rinverdimento della Terra” è dovuto per almeno un terzo a un “fattore diretto”: l’aumento della superficie coltivata in India e in Cina, e di quella riforestata in Cina, cioè a decisioni politiche e finanziamenti pubblici.

Revenons à nos moutons

La notizia del 2016 rallegrava innanzitutto i bigoilisti. Finalmente un argomento imparabile a favore delle energie sporche. Da allora cantano in coro “La CO2 è IL cibo per le piante, emetterne di più sfamerà i 10 miliardi di umani previsti nel 2050. Alleluia! Lo dice la scienza. Alleluia!”

Nascondono la scomoda verità, e il lobbista del carbone fa altrettanto. Sotto la foto di conifere indigeste, riassume così l’articolo di Zhu et al.:

  • there had been a roughly 14% increase in green vegetation over 30 years. The study attributed 70% of this increase to the extra carbon dioxide in the atmosphere.

e passa a prendere i lettori per i fondelli.

  • Il rinverdimento globale ha influito su tutti gli ecosistemi, dalla tundra artica alle barriere coralline, dal plancton alle foreste pluviali dei Tropici, ma è più evidente nelle zone aride come il Sahel in Africa, dove la desertificazione è stata ora in gran parte invertita.

Il 14% non ha nulla di globale; nella tundra artica surriscaldata gli incendi eliminano gli arbusti perenni; le barriere coralline non hanno foglie e sono più che decimate; le fioriture di fitoplancton, privo di foglie anch’esso, sottraggono ossigeno agli altri organismi marini creando immense “zone morte“.

Nonostante i miliardi spesi per l’irrigazione e la riforestazione, il Sahel continua a desertificarsi e i suoi terreni coltivabili a degradarsi, ma forse il visconte è in buona fede per una volta. Nei pixel verdi selezionati per il LAI, Zhu et al. non potevano vedere che il livello del lago Ciad calava rapidamente. Dicevano che le precipitazioni erano aumentate senza indicare la fonte dei dati – sbagliati di sicuro.

L’astuto finanziere della Northern Rock prova a spiegarla così:
  • Questo perché le piante perdono meno acqua durante l’assorbimento di CO2 quando la sua concentrazione è maggiore.

In serra.

  • Durante i periodi di piogge scarse, lo stress idrico degli ecosistemi e delle fattorie sarà minore a fine secolo di oggi.

In serra.

  • Significa più cibo per insetti e daini, elefanti e topi, pesci e balene.

Branchi di balene brucanti fogliame sulle terre emerse, Alleluia!

  • Significa rese maggiori per gli agricoltori, negli ultimi trent’anni infatti, l’effetto ha probabilmente aggiunto al loro reddito 3 mila miliardi di dollari.
Nemmeno se tutti avessero coltivato solo fiori, frutta e ortaggi pregiati – in serra.

Il padrone delle miniere spera che a noi villani non venga in mente che insieme alla CO2 aumentano le temperature, gli eventi meteo estremi come alluvioni, siccità, tempeste e picchi di calore primaverili che distruggono i raccolti.
O che nelle piante alimentari calano i nutrienti.
O che, cactus a parte, senza acqua in quantità giusta al momento giusto non cresce niente.
O che, insalate a parte, non mangiamo fogliame.
Ubi maior, anser cessat
Mi fermo qui perché il seguito è stato ridicolizzato da persone più competenti.