Raging Bullies

L’intervento di Greta Thunberg all’assemblea dell’Onu ha ottenuto l’effetto desiderato. Anziani signori agitano di nuovo i pugni in direzione del movimento delle ragazze in difesa dell’ambiente e della giustizia climatica. Le ragazze si non curano di loro ma dei coetanei, giustamente, però nel pubblico di una certa età vedere, per esempio, Vittorio Feltri trasudare ira senile da ogni poro desta un po’ di preoccupazione.
Non gli farà male?

All’Accademia dei Lincei, il 12 novembre si terrà il convegno “Il riscaldamento globale: gli interventi di mitigazione”. Il comitato organizzatore ha approvato la presentazione della Chieti-Pescara Petition di Franco Battaglia – altro wannabee Rambo della guerra contro gli ambientalisti. Con due voti favorevoli, uno contrario e un’astensione, diceva a Repubblica il coordinatore Bruno Carli secondo il quale:

  • Battaglia avanza dei dubbi che non sono giustificati, ma sono comunque diffusi […]. Abbiamo pensato che per smentire la tesi del pensiero unico fosse meglio discuterli in un convegno pubblico, e lì contestarli.

Guido Visconti – mi è capitato di litigarci e adesso quasi quasi mi rincresce – si è dimesso dal comitato per protesta. Grazie di non esserci cascato, prof. Se fosse vero che i suoi due colleghi volevano “smentire il pensiero unico”, invitavano anche i fratelli Marcianò.

Aggiorn. 25/9: la “segreteria del convegno” ha scritto ai relatori:

  • siamo spiacenti di informarla che il Convegno è stato annullato poiché, a causa di polemiche interne alla comunità nazionale del settore, sono venuti a mancare alcuni contributi essenziali…

*

Le azioni per il clima di questa settimana aumentano a vista d’occhio, da Climalteranti trovate quelle vicine a casa vostra. E siccome i cambiamenti climatici aggravano le iniquità, i conflitti e le migrazioni, ne fa parte la campagna “Io accolgo” di Action Aid e altre Ong che chiede l’abrogazione dei “decreti sicurezza”.
Se volete chiederla anche voi, potete firmare qui.

Sul lato scientifico, Cristian Lussana segnala che è uscita One Earth, una nuova rivista del gruppo editoriale Cell che pubblica ricerche su tutti gli aspetti del clima. Il tema del primo numero è “l’azione globale” e ci scrive bella gente, ma soltanto l’editoriale della redazione è in open access (non è vero! cf. commento di Christian sotto)

Di mio su Nature, segnalo l’articolo di Mark Zastrow sugli errori commessi in Cina durante le campagne di ri- e di afforestazione; e che su PubPeer la demolizione delle scemenze sui modelli climatici che il negaiolo Patrick Frank si è comprato da Frontiers è appena stata completata da Carl Wunsch, uno dei due revisori.

***

Post-doc cercasi

Fino a oggi, Andrea Idini mi aveva tenuto nascosto di aver pubblicato un paper nelle Physical Review Letters, il top nella sua categoria. Complimenti anche ai due co-autori. Mica me lo manda, sa già che capirei un accidente, l’ho trovato su arXiv.

Chissà perché risulta ancora affiliato al Dip. di fisica dell’università del Surrey mentre sta in quello di fisica matematica dell’università di Lund.

Comunque la notizia importante è che Andrea cerca un/a post-doc “appena possibile” per due anni, poi si vede. Nell’annuncio sul sito di Lund, c’è una cosa che vedo per la prima volta: è indicato il “rappresentante sindacale”. Al quale rivolgersi per contrattare lo stipendio?

17 commenti

  1. Hai notato come Greta ha aggiornato il suo profilo Twitter? Citando ironicamente Trump:
    “A very happy young girl looking forward to a bright and wonderful future.”
    Questa ragazza non finisce mai di sorprendermi… 🙂

  2. Grazie per aver ripreso la segnalazione su One Earth. Una sola curiosita’, io riesco a scaricare tutti gli articoli dal mio pc di casa (dove non ho alcun abbonamento), per cui credevo almeno la prima uscita fosse in Open Access… ma forse mi sbaglio.

  3. Per il vostro sollazzo, Battaglia ha appena scritto queste parole: <> Nuove inarrivabili vette nel regno della fantaclimatologia…

  4. Urca, è scomparso il testo di Battaglia, lo reincollo: ‘Cominciano col lamentare che il cambiamento climatico (0.9 gradi in 150 anni) sarebbe l’emergenza delle emergenze. Come è evidente – continuano – dalle ondate di calore: non si capisce perché un’ondata di calore a 40 gradi dovrebbe essere meno perniciosa che a 40.9 gradi.’

  5. Battaglia fa ancora finta di non capire la differenza tra meteo e clima. Non credo sia davvero tanto stupido, almeno lo spero per lui e i suoi allievi.

  6. A proposito di impatto dei cambiamenti climatici sull’agricultura: Recentemente mi e’ capitato di assistere ad una presentazione di Hans Bruyninckx (Executive Director, European Environment Agency (EEA)) del report “Climate change adaptation in the agriculture sector in Europe” (scaricabile gratuitamente):
    https://www.eea.europa.eu/publications/cc-adaptation-agriculture/cc-adaptation-agriculture/viewfile#pdfjs.action=download
    Lo stesso presentatore ha sottolineato come l’immagine di piu’ interesse sia la mappa 4.9 a pagina 60. La proiezione dei valori dei terreni agricoli ed in particolare la variazione del valore rispetto alla situazione attuale.
    Per l’area del Mediterraneo si prevede una significativa perdita di valore dei terreni agricoli.
    Controllando la bibliografia si ricostruisce che la mappa e’ ripresa dai lavori di:
    Van Passel, S., Massetti, E. & Mendelsohn, R. Environ Resource Econ (2017) 67: 725. https://doi.org/10.1007/s10640-016-0001-y
    e ancora dallo studio specifico per l’Italia (Nota di lavoro della Fondazione ENI Enrico Mattei, 2017):
    https://www.feem.it/en/publications/feem-working-papers-note-di-lavoro-series/a-ricardian-analysis-of-the-impact-of-climate-change-on-italian-agriculture/
    Dal primo paragrafo delle loro conclusioni:
    “Recent studies of the impact of climate change in Europe suggest that agricultural damage will be concentrated in the southern tier of the continent. Van Passel, Massetti and Mendelsohn (2016),project climate change impacts for Europe using 2071-2100 climate change projections to range from -34% to -71% of total land values. Most of these losses are concentrated in Italy because Italian farmland is very valuable. For this reason the impact of climate change on Italian agriculture deserves special attention.”
    I danni provocati dai cambiamenti climatici sull’agricoltura sono sintetizzati con un indicatore denominato “valore dei terreni agricoli” e tale indicatore mostra una perdita di valore fra il -34% e il -71% se si considera il clima previsto 2071-2100 rispetto al clima del periodo recente (mi pare considerino il 1961-1990 come periodo di riferimento).
    A parte i risultati che fanno riflettere e spero siano presi seriamente in considerazione dai decisori politici italiani, vedo in questa breve riscostruzione una nota positiva per quanto riguarda il passaggio di conoscenze fra scienza e politica. Si passa dalle scienze del clima, con le proiezioni climatiche, alla valutazione degli impatti su un settore produttivo importante (l’agricoltura). Poi, dalla ricerca e dalle pubblicazioni (notate i nomi di ricercatori italiani fra gli autori) si arriva ad un report di un’agenzia europea strettamente legata agli organi rappresentativi dell’EU.

    1. Grazie, Cristian. Non sarebbe male se oltre a commissionare ricerche e rapporti, i decisori politici ne tenessero conto e prendessero decisioni.

      Diego e Paolo C.,
      per uno che si lagna di essere “censurato”, Battaglia è ancora più logorroico del solito.

  7. Feltri e Battaglia non andrebbero neanche presi in considerazione, a meno di non avere lo scopo, legittimo, di farsi quattro risate. Più o meno amare visto che il secondo è un accademico. Basta dare un’occhiata al numero ed il tono di commenti dei post di Battaglia per realizzare che il seguito si sostenitori è alquanto esiguo, e con nutrita presenza di critici. Rimango più impressionato da articoli come il seguente:
    https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2019/09/15/cambiamento-climatico/
    Dove si arriva alla conclusione che è meglio piantare alberi che passare alle auto elettriche, pena addirittura la rovina del Terzo mondo se sbagliamo scelta, perché, tutto sommato, il riscaldamento globale potrebbe anche essere di origine naturale. Cosa mi impressiona? Il fatto che l’articolo ha un tono professionale, non sguaiato alla Feltri o Battaglia, apparentemente logico e documentato, ma parte da una premessa che logica non è: le due petizioni contrapposte come prova di un dibattito scientifico che in realtà non c’è. Sì, proprio lei, la Chieti Pescara petition. E ritira fuori il vecchio argomento del: non vi sono certezze al 100% sul cambiamento climatico.

  8. Nemmeno paragonabile, quest’articolo è ben più maldestro. Ugo Bardi ha già risposto sul Fatto ed è stato anche molto signorile: ha glissato benevolmente sull’esordio, la lista dei 100 scienziati autorevoli. Quanti lavori scientifici attinenti al clima aveva conteggiato in tutto? 5? Un FLICC da manuale. E’ un pò come la storia penosa del convegno ai Lincei: di questi tempi per i prof universitari la competenza è un concetto largamente superato.

  9. Visto che voglio buttarlo sul faceto, rivolgo un cortese invito a tutti: non sottovalutate Battaglia. E’ un uomo dal disinteresse universale, spaziando dai ghiacci groenlandesi, all’auto elettrica, ai viaggi spaziali, all’epidemiologia. Regalandoci perle tipo “Dunque, lamenta Bonelli, presidente dei Verdi – e se la prende con l’Ilva – a Taranto, tra il 2002 e il 2015, sarebbero nati 600 bambini con malformazioni congenite. E allora? Intanto, se sono congenite, l’Ilva non c’entra.” Avevo una vaga nozione di cosa sia una sostanza teratogena, ma probabilmente non coincide con quella di un docente universitario di chimica. Mi sarò sicuramente sbagliato io.

  10. Eheh grazie dei complimenti, e grazie per segnalare la posizione! (anche se e’ linkato il mio profilo, interessati, mandate una mail!! 🙂 )
    Dell’articolo ne avevamo forse brevemente discusso, a proposito di reazioni nucleari e questo nuovo modo di calcolarle. E’ una tecnica potenzialmente promettente, ma che ha ancora moltissima strada da fare! A questo serve il postdoc, cercare di espanderla in qualche direzione che vedremo assieme.
    Compaio (anche) al Surrey perche’ e’ un lavoro che ho fatto anche li’, e credo fossi ancora formalmente “visiting researcher” quando abbiamo sottomesso… Ma ci sono entrambe le affiliazioni!
    > sul sito di Lund, c’è una cosa che vedo per la prima volta: è indicato il “rappresentante sindacale”. Al quale rivolgersi per contrattare lo stipendio?
    In Svezia sono enormemente signorili per quanto riguarda il trattamento accademico, motivo per il quale mi piace stare qua (anche se al mio livello e’ probabile che sia in svantaggio rispetto ad altri sistemi 😛 ).
    C’e’ poca differenza di stipendio nei vari livelli di anzianità, e lo stipendio anche dei dottorandi e’ piuttosto alto (30k corone al mese di partenza per Matfys, che qui non suona come suona in Italia, ma comunque e’ uno stipendio competitivo con l’offerta privata e con cui molti dottorandi riescono a comprare casa a Lund). Ma soprattutto a tutti i dipendenti corrisponde contratto regolare, con tutti i diritti dei lavoratori in Svezia. Dai 25 ai 35 giorni di ferie. Malattia. Maternità/Paternita’ (480 giorni da divedere nella coppia, e almeno 2 settimane di paternità e 1 mese di maternità, se ben ricordo) ed estensione contratto relativa…
    Quindi si’, i sindacati hanno un ruolo importante all’interno dell’università svedese ed e’ permesso un po’ di contrattazione nel caso si abbia anzianità postdoc pregressa (dovrebbe essere attorno alle 37k corone al mese una posizione postdoc, ma credo dipenda anche se si decide di insegnare o meno).

    1. Grazie delle belle notizie, Andrea.
      30k corone al mese di partenza ecc.
      Accid… qui conosco precari da 10-15 anni che guadagnano 1800 euro/mese, mi sa che per loro sono notizie deprimenti.

I commenti sono chiusi.