Closed 4 Women

E’ il nome della campagna lanciata a Milano da Action Aid per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – che dura fino al 10 dicembre, Giornata internazionale per i diritti umani.

Closed 4 Women sono i negozi dalle “saracinesche abbassate per denunciare il rischio di chiusura che vivono molti spazi delle donne e per le donne in Italia.”

Stamattina nel mio quartiere parecchie sono rimaste abbassate nonostante la settimana del Black Friday. Domani compro un pigiama nel negozio sotto casa mia.
I patriarchi sono stati prodighi di belle parole ed è vero che l’anno scorso avevano aumentato un pochino i soldi destinati ai centri antiviolenza, ma

  •  Ad oggi – secondo il rapporto di monitoraggio dei Fondi nazionali che abbiamo realizzato – è stato erogato solo il 34% dei 12,4 milioni stanziati nel 2017, lo 0,39% dei fondi 2018, mentre non è ancora stato emanato il decreto di ripartizione del 2019.

E i centri aperti grazie a donazioni private sono costretti a chiudere.

Se ve la sentite, UN Women pubblica un po’ di cifre sulle vittime nel mondo e l’Istat su quelle in Italia:

  • L’Istat – in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità e le Regioni – ha condotto la prima indagine sui 281 centri anti-violenza in Italia, diffusa a fine ottobre, secondo la quale nel 2017 si sono rivolte ai centri anti-violenza 43.467 donne (15,5 ogni 10 mila).

Soltanto una minoranza denuncia le violenze subite, anche perché mancano le strutture in grado di ospitare le vittime e di aiutarle legalmente ed economicamente.
La Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013*, prevede un centro per 10 mila abitanti. Sono in media 0,05: da 0,01 nel Lazio a 0,08 in Val d’Aosta.
*La proposta di legge è stata approvata all’unanimità dalla Camera e al Senato, su tre diversi articoli, con l’astensione di Roberto Calderoli della Lega Nord e Vincenzo Gibiino del PdL, e con il voto contrario di Marco Scibona del M5*.

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A proposito…

Nel post di sabato citavo l’invecchiamento e il calo della popolazione in Russia, Grecia e Italia, tre paesi di emigranti i cui residenti sono in maggioranza contrari agli emigranti. Oggi Medbunker segnala il nuovo rapporto ISTAT – 15 paginette, e per chi non ha tempo di leggerle sono riassunte nei grafici. .

  • nel 2018 sono stati iscritti in Anagrafe 439.747 bambini, oltre 18 mila in meno rispetto all’anno precedente e quasi 140 mila in meno nel confronto con il 2008.  […] Una tendenza negativa che non evidenzia segnali di inversione: secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-giugno 2019, le nascite sono già quasi 5 mila in meno rispetto allo stesso semestre del 2018.
  • A partire dagli anni duemila l’apporto dell’immigrazione, con l’ingresso di popolazione giovane, ha parzialmente contenuto gli effetti del baby-bust; tuttavia questo effetto sta lentamente perdendo la propria efficacia man mano che invecchia anche il profilo per età della popolazione straniera residente.
  • Al primo gennaio 2019 le donne residenti in Italia tra 15 e 29 anni sono poco più della metà di quelle tra 30 e 49 anni. Rispetto al 2008 le donne tra i 15 e i 49 anni sono oltre un milione in meno. Un minore numero di donne in età feconda (anche in una teorica ipotesi di fecondità costante) comporta, in assenza di variazioni della fecondità, meno nascite.