Come diventare tutti più ricchi e salvare il pianeta

“Il modo più semplice per rendere più ricchi tutti quanti” consiste nel lasciare più gente libera di spostarsi nei paesi ricchi con un’amministrazione mediamente onesta, la cui popolazione invecchia e diminuisce, e da dove quella più educata emigra come nel caso dell’Italia, della Grecia e della Russia.

Lo scrive Robert Guest nel “rapporto speciale Migrazione” dell’Economist, raccomandato alle Ong. E’ un difensore del libero mercato, della globalizzazione e dei diritti umani, capo-redattore per la sezione “Business” dell’Economist e l’autore di Borderless Economicsun saggio del 2011 tuttora indispensabile per sapere come la pensa sulle migrazioni un fautore del “capitalismo illuminato”. (Sui difetti del microcredito mi sembra generalizzare troppo: ci sono differenze tra Grameen, ostacolata dal governo, e un’istituzione semi-governativa come la BRAC…)

Il rapporto riassume e aggiorna il libro in 12 pagine, con brevi interviste ai protagonisti in paesi ricchi e poveri, e quantità di dati e studi recenti. Ci sono anche gli esperimenti “randomizzati, con gruppo di controllo” fatti in villaggi dell’India da Esther Duflo e Abhijit Banerjee – premio Nobel 2019 per l’economia.

Il numero dei migranti aumenta, ma in percentuale della popolazione mondiale resta attorno al 3,5% dagli anni Sessanta. Da allora, tutti gli economisti concordano sul fatto che aumentano il PIL del paese ospitante – l’Australia e Singapore sono soltanto gli esempi più clamorosi. Non trovano un effetto misurabile sul reddito e sull’occupazione degli autoctoni meno abbienti, al contrario questi tendono a diventare “supervisori”.

Ogni anno, politiche meno “tossiche” di quelle attuate nell’ultimo ventennio

  • aumenterebbero il prodotto mondiale lordo di $90 trilioni;
  • farebbero calare il tasso di fecondità globale (in Somalia una donna ha in media 4,6 figli, emigrata in Svezia ne ha 2,4 e le sue figlie meno – però migrare è molto più pericoloso per le donne, anche all’interno del proprio paese);
  • abbasserebbero il tasso di criminalità (molti fuggono da paesi dove ne sono le vittime e/o non vogliono parteciparci; in Australia, una nazione creata da deportati criminali, ci sono proporzionalmente meno delitti che in Germania)
  • concentrerebbero più popolazione nelle città liberando terreni agricoli ed ecosistemi da ripristinare per mitigare i cambiamenti climatici (compensando così un’impronta-carbonio maggiore)
  • Ecc.

Ci sono circa 500 milioni di migranti interni, e 270 milioni di persone – i rifugiati sono circa un decimo – che vivono fuori dal paese natale. Giovani per lo più, disposti a pagare in sofferenza un prezzo altissimo, a ricominciare dopo esser stati truffati, stuprate, torturati, sequestrati o venduti come schiavi.

Non soltanto per sé.

L’anno scorso, i migranti nei paesi ricchi hanno versato $529 miliardi a famigliari e conoscenti nei paesi d’origine, tre volte di più dei fondi internazionali destinati ad “aiutarli a casa loro” nel senso che i governanti locali ne intascano il 40%…

Un vantaggio per l’economia mondiale è che le rimesse sono contro-cicliche: aumentano quando ci sono disastri e crisi economiche locali. Un vantaggio per i paesi ricchi è che grazie ai migranti, i loro pagano meno per i servizi che gli autoctoni non vogliono più fornire. come lavanderie, pulizie, manutenzione, edilizia, cibo ecc.

Le rimesse alleviano la povertà nei paesi poveri, ovviamente. La allevia ancora di più il ritorno dei migranti che all’estero sono diventati imprenditori creando una rete di scambi con il proprio paese sul modello “Silicon Valley-Bengalore”.

Guest denuncia la “gestione dell’emergenza”. Le iniziative generose ma improvvisate causano risentimenti del tipo “prima gli italiani”, rafforzano i pregiudizi razzisti e religiosi, e i partiti che li fruttano. Esempi: i 1,2 milioni di rifugiati accolti in Germania nel 2015; il welfare e i servizi pubblici garantiti dall’arrivo come in Svezia fino a pochi anni fa.

Risultano più efficaci e consensuali le politiche selettive, pianificate (gestione dei flussi) e regolamentate come in Canada, Australia, Singapore, Nuova Zelanda e in molti stati degli USA fino a Trump. Cinque paesi, guarda caso, dove la maggioranza dell’opinione pubblica è favore dell’immigrazione.

Fautore del libero mercato ma non sempre, Guest fa notare che l’opinione pubblica è ancora più favorevole nei comuni che per 5-10 anni tassano gli immigrati più degli autoctoni a parità di reddito, e destinano gli introiti a servizi collettivi – dai trasporti agli impianti sportivi. Una discriminazione che soddisfa anche gli immigrati (?) e ne agevola l’integrazione.

Guest conclude così:

  • Malgrado la demagogia furibonda attorno alla migrazione, c’è speranza. Nonostante (o forse a causa di) Mr Trump, il numero di americani che sono per aumentare l’immigrazione è superiore a quelli degli americani che vogliono ridurla […]. Spagna, Canada e Giappone sono per mantenere i flussi stabili o per accrescerli. I greci, gli italiani e i russi, no. Pazienza. I paesi possono avere politiche diverse. Molti costruiranno muri. Se non riusciranno a inserirci porte progettate bene, finiranno più poveri, più deboli e più insulsi.

Gli altri si divideranno $90 trilioni/anno.

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Altri costi

E.K.Hornbeck ha trovato sul Corriere un imprenditore della sanità privata, Nicola Bedin, che fa campagna contro l’uso dell’omeopatia nelle strutture mediche. Hanno già aderito ospedali, ambulatori, il Patto per la Scienza e la fondazione Gimbe per una medicina basata sull’evidenza. Diversamente dagli Ordini dei medici, il signor Bedin tiene conto del parere della loro Federazione:

  • “non ci sono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche”. 

Ha anche un’idea su come la sanità potrebbe utilizzare i risparmi:

  • … oggi i preparati omeopatici in Italia sono fiscalmente detraibili. La Fondazione Gimbe ha stimato che questo provoca uno spreco di risorse pubbliche pari a 50 milioni l’anno. Questi 50 milioni potrebbero invece essere impiegati in modo virtuoso, risolvendo un problema come la carenza di medici. Si potrebbero formare duemila nuovi specializzandi. 

E.K.Hornbeck aggiunge

  • Un grazie, da parte mia, agli aderenti. Ma non sarebbe male se si svegliassero anche l’ordine dei medici e le università che continuano a insegnare l’omeopatia.

E altre ciarlatanerie, aggiungo io.

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I costi dell’antiscienza – Convegno sulla mentalità scientifica” è il titolo di un’iniziativa dell’Istituto Bruno Leoni, la lobby anti-scienza del clima che disinforma con “mentalità scientifica” sui costi sociali ed economici dei cambiamenti in corso. Per darle un tocco di credibilità, Roberto Burioni, Roberto Defez e il consulente in tecnologia alimentare Giorgio Donegani illustreranno la mentalità scientifica nelle proprie discipline.

Siccome le altre discipline sono meno inficiate da conflitti d’interessi e risultati irriproducibili, non richiedono mentalità scientifica, immagino.

Stando ai relatori che ha invitato inoltre, il Bruno Leoni esclude che ce l’abbia una donna… (h/t Tony Scalari)

7 commenti

  1. Scusami Oca per questo OT … anche se a ben vedere non lo è del tutto 🙂
    Title : PNN Prototypes as gift for Donors
    As soon as possible a fundraising will be launched based on PNN (Propulsione Non Newtoniana) with the title : “ Permanent human outposts on the Moon and on Mars through a non-missile propellantless space propulsion”
    PNN prototypes will be given as gifts to donors .
    PNN propellantless prototypes with relative manual and accessories to remove any doubt.
    Here any info about PNN :
    http://www.asps.it/another.htm
    http://www.asps.it/takeoff.htm

  2. no Oca non sono uguale a Rossi o a Keshe ….
    perché il Top di questo fundraising PNN
    Dal titolo : Volete veramente porre avamposti umani permanenti sulla Luna e su Marte?
    sarà:
    LA DIMOSTRAZIONE PUBBLICA DELLA PNN A SCATOLA APERTA, dopo deposito brevetto pnn
    Insomma gli elementi per avere legittimamente il fundraising o per smerdarmi e farmi finire in galera per truffa ci saranno tutti 🙂
    Non c’è variante sui due temi
    saluti


  3. Risultano più efficaci e consensuali le politiche selettive, pianificate (gestione dei flussi) e regolamentate come in Canada, Australia, Singapore, Nuova Zelanda e in molti stati degli USA fino a Trump. Cinque paesi, guarda caso, dove la maggioranza dell’opinione pubblica è favore dell’immigrazione.

    Giusto per completare il discorso, e in quei paesi quante ONG ci sono che impongono contemporaneamente l’immigrazione non pianificata? Come in italia insomma.

  4. Sylvie, a proposito del convegno dell’IBL il noto Carlo Lottieri ha oggi scritto
    “che circola una religione ecologista e anti-scientifica. Ne sono persuaso ogni giorno di più (basti vedere l’uso fatto del termine “negazionista”… coniato per chi nega l’esistenza dei campi di sterminio). Per il resto, credo che la scienza si combini con il confronto di tesi diverse. Tanto più che io non sono un esperto di livello mondiale in tema di climatologia (come molti attorno a me…). Non credo neppure che nella scienza esistano verità definitive: ho letto abbastanza Popper e Feyerabend per essere immune da certi dogmatismi. La ricerca non ha fine… se qualcuno non tappa la bocca alle voci dissonanti.” – fonte: https://is.gd/cj7LMA
    Ho chiesto a Roberto cosa avrebbe detto se un Fellow dell’Istituto nel quale lui andrà a parlare di antiscienza avesse scritto quelle stesse parole sostituendo “vaccinista” e “virologia” al posto di “ecologista” e “climatologia”. Non mi ha risposto, ma ha già scritto chiaramente sulla sua pagina che gli basta la parola di Carlo Stagnaro secondo il quale per l’Istituto “il cambiamento climatico esiste ed è dovuto ANCHE all’uomo” (maiuscoletto mio).
    Eppure, se l’Istituto Bruno Leoni ha una posizione chiara sul cambiamento climatico, perché raccoglie ancora oggi articoli spazzatura che sostengono che “non possiamo essere certi che i mutamenti di lungo periodo del clima siamo dovuti all’umanità… vi è l’ipotesi che la causa principale del mutamento climatico siano le radiazioni solari”, in barba a quello che dice la comunità scientifica? A me questo sostegno così palese di una parte del mondo accademico e scientifico italiano, che pure mena fendenti a destra e manca su altri temi scientifici, pare -come al solito- schizofrenico e, come scrive Antonio Scalari (https://is.gd/7ZAnNS), “la questione va ben oltre il caso dell’IBL” e bisognerebbe discuterne approfonditamente.

    1. Ilario,
      grazie, ne ho scritto nel post di oggi – adesso scorporo e aggiorno.
      Lottieri – il filosofo preferito dal Giornale… – delira: “negazionista” è la traduzione di denier, un sostantivo che risale al ‘600.
      gli basta la parola di Carlo Stagnaro
      Ah ecco. Anche lui ascolta quelli che chiama “cialtroni”…

      passanti occasionali,
      tutte le Ong che si occupano di migranti in Italia e nel resto del mondo sono per la pianificazione, e denunciano la “gestione dell’emergenza” da vent’anni. Così come le agenzie dell’Onu, la Banca Mondiale e altre istituzioni internazionali.


  5. tutte le Ong che si occupano di migranti in Italia e nel resto del mondo sono per la pianificazione, e denunciano la “gestione dell’emergenza” da vent’anni. Così come le agenzie dell’Onu, la Banca Mondiale e altre istituzioni internazionali.

    Certo, e nel mentre loro impongono l’accoglimento di immigrati clandestini tenendosi fuori dalla gestione diretta dell’accoglienza perché ognuno deve poter gestire la propria fetta di torta.

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