Livelli di correlazione (on demand)

Molti ricercatori provano a collegare livello di inquinamento atmosferico e tasso di mortalità da covid-19. Non dicono niente di nuovo: l’Oms pubblica ogni anno la stima delle morti premature causate dai vari inquinanti e in questa stagione è noto che aumenta anche la mortalità collegata ai virus dell’influenza.

Nel loro preprintla famosa biostatistica Francesca Dominici et al. di Harvard usano stime discutibili del PM2,5 nell’aria apparentemente respirata fino al 4 aprile dal 98% degli americani. Con una tecnica statistica brillante, ponderano

  • dimensione della popolazione, letti di ospedale, numero di individui tamponati [tested, in vari modi, ma tanto per capirci], meteo e variabili socio-economiche che comprendono l’obesità, il fumo e altre.

Dal loro modello risulta che

  • un aumento di soltanto 1 microgrammo/m3 di PM2,5 è associato a un aumento della mortalità da covid-19 del 15% (CI 95%).

Ah sì? Gli autori incrociano una massa notevole di dati. Ne elencano alcune incertezze nella tabella 1 – Confounding Factors, comunque il risultato è statisticamente “robusto”, scrivono. Tenuto conto delle variabili usate, forse.

Ne mancano parecchie che mi sembrano importanti: numero di letti in unità di cure intensive, percentuale delle vittime occupate/disoccupate, con e senza assicurazione malattie, di quelle giovani che da due settimane sta aumentando, degli afro-americani e dei latinos che va dal doppio al triplo di quella dei bianchi e degli asiatici che vivono nella stessa città ecc.

Spero che siano nella prossima puntata. E che partecipino fisici e chimici dell’atmosfera, a Harvard non mancano…

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Su Yale Environment c’è un’intervista a David Quammen, l’autore del grandioso e palpitante Spillover nonché diffamato dal Gentile dr. Mariutti. Come nel libro, rifiuta di semplificare e smentisce cliché diffusi anche in Italia.

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Compiti da fare…
Negli articoli che mi avete segnalato, ho visto

  • parecchia confusione tra tasso di contagiati direttamente (R0 – un numero adimensionale) e tasso di contatti contagiati da un contatto contagiato (R);
  • confronti fuorvianti e sconfortanti tra mortalità da influenza, addirittura da tumore, e da covid-19;
  • incomprensioni sul perché gli economisti sanitari in generale ed epidemiologici in particolare attribuiscono valori monetari alla vita umana, ai giorni di malattia ecc.
  • di tutto e di più nell’ultima del Gentile dr. Mariutti

Poi faccio uno zibaldino.

… e da non fare
Il compito sui modelli epidemiologici l’ho consegnato il 27 marzo, per un po’ basta.

8 commenti

  1. Cara oca, hai perfettamente ragione, mentre leggevo l’intervista di David Quammen, chiarissima, malgrado il mio inglese zoppicante, aiutato da Google Translate, non ho potuto fare a meno di ripensare agli interventi di certe penne giornalistiche livorose, pronte a spacciare come verità le proprie opinioni.
    Saluti Vittorio

  2. Quammen diffamato per cosa ? BTW Spillover non sarà un capolavoro, ma lo avessi scritto io… 🙂

    1. Hydra viridis, tutto bene?
      Diffamato per invidia, of course.
      Dixit Quammen a proposito di zoonosi: “Dobbiamo capire che ogni volta che disturbiamo un ecosistema ci sono conseguenze.” Dixit Mariutti prima di improvvisare dati: “La teoria, per quanto affascinante, non trova però alcun riscontro nei dati che, anzi, dimostrano l’esatto contrario”.

  3. @ Oca Sapiens
    Off Topic (ma neanche troppo, temo): sembra che Francesco Boccia, Ministro degli Affari Regionali, abbia chiesto (durante un’intervista del Corriere della Sera) quanto segue:
    Chiedo alla comunità scientifica, senza polemica, di darci certezze inconfutabili e non tre o quattro opzioni per ogni tema. Chi ha già avuto il virus, lo può riprendere? Non c’è risposta. Lo stesso vale per i test sierologici. Pretendiamo chiarezza, altrimenti non c’è scienza. Noi politici ci prendiamo la responsabilità di decidere, ma gli scienziati devono metterci in condizione di farlo. Non possiamo stare fermi finché non arriva il vaccino
    Questo chiede “Certezze inconfutabili” — facendo venire il sospetto che abbia studiato epistemologia su Rieducational Channel — riguardo a un rapidissimo contagio pandemico causato da un virus scoperto da pochi mesi, in una situazione di emergenza che costringe i medici a concentrare gli sforzi nella cura dei malati gravi, anche a costo di sacrificare la raccolta dei dati che sarebbero utili a dare delle risposte, comunque parziali e sempre perfettibili. E questo dopo che, per decenni, sono stati sistematicamente ignorati gli allarmi, riguardo ai rischi relativi a possibili pandemie, di quella medesima “comunita’ scientifica” alla quale chiede “Certezze inconfutabili”, e sono stati tagliati i fondi per ricerca e assistenza medica.
    E si lamenta pure della molteplicita’ delle opzioni che gli vengono proposte. Sia mai che sia davvero costretto a “decidere”, prendendosi in prima persona la relativa “responsabilita’”.
    Forse sono il mio pessimismo e la mia misantropia congeniti a parlare, ma temo che Boccia non sia un caso isolato e che, al contrario, abbia solo l’ingenuita’ di dire ad alta voce quello che pensa il complesso della classe politica che, collettivamente, abbiamo scelto per governare questo paese (e non solo questo).
    @ Hydra viridis
    Bentornato!

    1. E.K.Hornbeck,
      Boccia è come i negazionisti del riscaldamento globale e gli anti-vax: finché gli scienziati non ci danno la soluzione certa al 100%, non bisogna né limitare le emissioni di gas serra né vaccinare.
      Il nostro problema è che è facile trovare scienziati negazionisti – rif. Zibaldino 2.

  4. @ Oca Sapiens
    Boccia è come i negazionisti del riscaldamento globale e gli anti-vax: finché gli scienziati non ci danno la soluzione certa al 100%, non bisogna né limitare le emissioni di gas serra né vaccinare.
    Credo che, in questo caso, non si tratti di difendere interessi o ideologie piu’ o meno inconfessabili.
    Ma, banalmente, di giocare a scaricabarile.
    In questo caso Boccia — ma, piu’ in generale, chi ci governa — e’ di fronte a una scelta comunque perdente: se si mantiene il lock down si salvano vite umane, ma l’economia ha un danno enorme; se si annulla il lock down l’economia si riprende, ma a costo di sacrificare vite umane che potrebbero essere salvate.
    Qualunque sia la scelta che, inevitabilmente, adotteranno i governi — il nostro come gli altri — sul momento e sulle esatte modalita’ di riapertura, saranno ferocemente criticati o per aver danneggiato troppo l’economia, in nome di un miope pietismo, o per aver sacrificato delle vite umane, sull’altare del denaro. O, piu’ probabilmente, per entrambe le cose contemporaneamente.
    Questo tipo di scelte, e questo tipo di responsabilita’, sono proprie dei politici che dovrebbero valutare pro e contro e decidere. Assumendosi le relative responsabilita’.
    Ma e’ proprio l’assumersi le responsabilita’ che preoccupa i politici e, quindi, Boccia (mi sembra) sta cercando di scaricarle su quei cattivoni di scienziati che non forniscono un’unica soluzione ottimale, ovvero in grado di salvare contemporaneamente capra e cavoli.
    Non e’ il solo, ovviamente. Negli USA e’ direttamente il presidente che cerca di scaricare la responsabilita’ su chi gli capita. Ieri sui cinesi, in questi giorni sull’OMS (con collaboratori che, nel farlo, evidenziano livelli di ignoranza che nulla ha a invidiare a quella dei politici nostrani).
    Temo si prospettino tempi duri per Burioni, Bucci, Capua, etc.
    Sospetto che nei prossimi mesi vedremo crescere la curva del numero dei politici e dei loro supporter che, sempre con maggiore insistenza e aggressivita’, cercheranno di scaricare su di loro le responsabilita’ per le scelte (inevitabilmente) dannose della politica.

    1. E.K.Hornbeck,
      sono d’accordo su tutto! Non mi stupisce che Boccia chieda certezza al 100% ma che lo faccia chi si presenta come “scienziato” ed è biologo.
      Tra l’altro i climatologi avevano avvertito gli epidemiologi: se le vittime saranno più delle proiezioni, sarà colpa loro; se saranno di meno sarà colpa loro il crollo dell’economia.
      E’ vero che le scelte sono inevitabilmente dannose, ma non è la prima crisi mondiale della storia moderna. I politici meno ignoranti potrebbero partire dagli esempi meno dannosi per la fase II e adattarli a quella attuale.

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