Piccole differenze e nessuna

Il gruppo Recovery ha messo ieri su medrXiv il rapporto preliminare del trial randomizzato in cui il desametasone, un anti-infiammatorio steroideo, veniva somministrato a pazienti ricoverati per covid19. Così si possono confrontare i risultati con quelli riportati la settimana scorsa nel comunicato stampa e negli articoli che ha suscitato.
Mi sembra una buona notizia ma né un “life-saving scientific breakthrough” né un “path-breaking development”.

Il farmaco ha ridotto la mortalità di “circa un terzo” nell’arco di 28 giorni in un sotto-gruppo di malati gravi e di 10 anni più giovani, rispetto a quella dei pazienti del gruppo di controllo che ricevevano le “cure standard”. La differenza di età è stata un effetto indesiderato dell’assegnazione a caso (random) dei pazienti in uno dei due gruppi. Gli autori la “ponderano” statisticamente (valori p), prevedo qualche critica…

La conclusione è quella del com. stampa, con l’aggiunta di una parentesi:

  • Sulla base di questi risultati, 1 decesso sarebbe evitato con il trattamento di circa 8 pazienti che richiedono ventilazione meccanica invasiva o circa 25 pazienti che richiedono ossigeno… senza ventilazione meccanica invasiva. Non c’erano benefici (e la possibilità di danni) fra i pazienti che non richiedevano ossigeno.

E niente benefici, ma la possibilità di danni per i pazienti con più di 70 anni e per le donne (fig. 2).

La differenza positiva per i pazienti non ventilati è piccola, quella negativa per i casi meno gravi non proprio significativa. Però almeno negli uomini sotto i 70 anni, i benefici sono più chiari di quelli ottenuti con il remdesivir, l’antiretrovirale costoso e raro, che sembra ridurre un po’ il periodo di degenza.

Fuori dalla Gran Bretagna, dal Sudafrica e pochi altri paesi, il desametasone è tuttora “sconsigliato” o “non raccomandato”. Gli autori ritengono che le linee-guida pro-remdesivir andrebbero aggiornate perché il desametasone

  • è un trattamento efficace per i pazienti maggiormente ammalati di covid19 e, dato il basso costo, il profilo di sicurezza ben compreso e l’ampia disponibilità, è un farmaco che si può usare in tutto il mondo.

Mi sembra esagerato, in tutto il mondo non si ammalano gravemente soltanto gli uomini sotto i 70 anni.

“L’ampia disponibilità” pare calata dopo il com. stampa, scriveva Eli Cahan su Science l’altro ieri, tanto più che il governo britannico ne ha subito vietato l’esportazione.

  • Most of the drug is produced by two Indian companies, Wockhardt and Cadila Healthcare. Wockhardt has a “very limited” supply presently available for export, but has “enormous capacity” to produce both oral and intravenous dexamethasone and is able to ramp up further, its CEO said in a 17 June news report.

Quanto a Cadila Healthcare

  • [it] has repeatedly gotten in trouble with the U.S. Food and Drug Administration (FDA) for serious problems in its production process. According to a letter from the agency, the company said in October 2019 that it would stop producing injectable drugs for the United States. 

Prima peer-review di Eric Meyerowitz.

*

Smriti Mallapaty di Nature descrive le ricerche sull’infettività del Sars-Cov2 in “organoidi”, pezzi di organi creati in laboratorio: la sua “versatilità” gli consente di replicarsi velocemente anche in reni, fegato e intestino. E’ una conferma delle autopsie disponibili, ma è utile perché con gli organoidi infettati si possono provare farmaci e scartare quelli inefficaci prima di fare esperimenti con degli animali.

***

Forse qualcuno avrebbe la pazienza di spiegare a Chicco Testa la differenza tra 37,5 °C a Fort Yukon il 27 giugno 1915  e cinque mesi e mezzo con le temperature più alte mai registrate attorno all’Artico? (h/t radioprozac)

*

Daniel Kincheloe e Timothy Litzenburg, due avvocati della Virginia, hanno confessato di aver tentato di estorcere $200 milioni a una Company 1 (Monsanto) appartenente a una parent company (Bayer). Se la Company 1 non pagava la loro “consulenza”, avrebbero lanciato una seconda campagna contro il RoundUp che le sarebbe costata “miliardi, senza parlare del crollo del valore delle sue azioni e del danno alla sua reputazione”.

Timothy Litzenburg è una delle fonti del libro di Monique Robin, “Le RoundUp face à ses juges” e di altri testi anti-glifosato. Nel 2018 doveva essere il difensore del giardiniere californiano che in prima istanza ha vinto il processo contro Monsanto, ma lo studio per il quale lavorava lo riteneva inaffidabile, e l’ha licenziato l’anno dopo.

3 commenti

    1. zoomx,
      diffido un po’ dei GWAS, sono fatti per trovare “associazioni” statistiche tra varianti di qualche gene e le trovano sempre, but association is not causation.
      Saranno anche più suscettibili di covid grave i pazienti con i geni del cluster 3p21.31 – codificano anche per l’enzima ACE, infatti, ma qual è la sua prevalenza nella popolazione non infetta e in quella contagiata? E poi
      adjustments for all potential sources of bias (e.g., underlying cardiovascular and metabolic factors relevant to Covid-19) could not be performed.
      Siccome sono i principali fattori di suscettibilità, forse conveniva prenderli in considerazione.

I commenti sono chiusi.