No data, no policy

Lynne Peeples ha aggiornato la rassegna delle ricerche sul razzismo e la violenza della polizia statunitense, e come limitarli, che aveva pubblicato il 4 settembre scorso. Viste da qui – e da molti altri paesi – sembrano tante, ma i ricercatori spiegano che sono soprattutto descrittive. Mancano “i dati e la scienza” che consentirebbero di valutare l’efficacia delle misure di contenimento, e perfino di identificare le cause della violenza poliziesca.

Per esempio, “soltanto” il 30% degli omicidi commessi da poliziotti avvengono nelle metropoli e, per ogni 100 omicidi, il tasso di quelli commessi nelle piccole città è molto più alto. (Dove un 2-8% di abitanti eleggono lo sceriffo?) Eppure verrebbe da pensare che “la gente si conosce”, che per i poliziotti sarebbe normale avere quei “rapporti con la comunità locale” di cui parlava Elinor Ostrom (sociologa, e prima donna a ricevere il Nobel per l’economia…) nei suoi paper sulla polizia…

E’ previsto che i poliziotti americani imparino a intessere quei rapporti nei corsi delle Police Academies sul “law enforcement”. Poi c’è il lavoro di assistenza sociale per il quale non sono formati e che dovrebbero svolgere dopo i tagli alla sanità pubblica iniziati con Reagan, in parte mitigati da Obama con l’Affordable Care Act – almeno negli stati non governati da repubblicani – poi aggravati da Trump con provvedimenti contro i quali alcuni stati governati da democratici hanno fatto ricorso nei tribunali.

  • “Per quanto riguarda le strategie, le tattiche e gli interventi più efficaci per uscirne, operiamo alla cieca,” dice Robin Engel che dirige il Center for Police Research and Policy a Cincinnati, Ohio.

Esiste un centro simile in Italia?

Fra le ricerche mancanti – aggiungo io – ci sono quelle sulle vittime di armi da fuoco, ricerche vietate per legge agli enti che ricevono fondi federali. Per dire, quanto sarebbe efficace togliere alla polizia l’equipaggiamento militare fuori uso che le viene venduto dal Pentagono, e ai civili le armi che comprano legalmente e illegalmente?
Poi ci sono quelle sul razzismo giudiziario oltre che poliziesco, sempre più assistito da algoritmi di sorveglianza e predittivi che riproducono i pregiudizi esistenti.

Sempre su NatureDavide Castelvecchi parla delle reazioni all’appello firmato da oltre 1400 matematic* in cui chiedono alla propria comunità di “boicottare la collaborazione con la polizia”, mandato la settimana scorsa alle Notices of the American Mathematical Society.
Fanno l’esempio della società PredPol Inc.

  • fornisce alla polizia il software che suggerisce località in cui un delitto avverrà probabilmente in qualunque giorno, basato sulle statistiche dei delitti precedenti. […]  Uno studio del 2015 pubblicato nel Journal of the American Statistical Association, di cui i fondatori della società erano co-autori, riguardava due città che usavano quel software predittivo e mostrava che il software prevedeva il luogo dei delitti meglio di un analista umano. 

Fra gli autori-investitori, c’era Andrea Bertozzi dell’università della California a Los Angeles

  • Per questo motivo, alcuni matematici si sono preoccupati – i.e. avevano protestato – quando ai primi di giugno è stato annunciato che lei era stata invitata a tenere l’Emmy Noether Lecture in gennaio 2021, un evento prestigioso sponsorizzato dall’American Mathematical Society e dall’Association for Women in Mathematics (AWM)… 

Proprio mentre iniziavano le proteste per l’omicidio di George Floyd, complimenti per il tempismo.

  • “I suggested to the AWM to cancel the talk, rather than generate division in the math community right now,” [Andrea Bertozzi] says. “I have empathy towards people who are hurting.”

La lecture è stata cancellata, infatti, ma altre società californiane avevano già capito che l’empatia non basta.

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A proposito di statistica, un preprint “model free” e insolitamente breve su arXiv trova una correlazione tra l’imposizione di un lockdown in USA e otto paesi europei di cui l’Italia, e il picco della curva dei “casi” di covid-19 venti giorni dopo,

  • indipendentemente da quando il lockdown è stato effettivamente applicato. Siccome il numero dei casi al momento del lockdown (i.e. lo stadio di sviluppo dell’epidemia) varia da paese a paese, questo è già notevole.

All’apparenza, dopo il lockdown le nuove infezioni diventano “trascurabili” e muoiono solo le persone già infette. Lo confermerebbe il paragone con la Svezia, senza lockdown e con una coda “grassa” e oscillante della curva.
Gli autori ammettono che è soltanto un confronto e che non tiene conto delle numerosi variabili locali ecc. Ma insistono

  • Anche se una correlazione non dimostra una causalità, la qualità del crollo della curva [dei 9 paesi] e l’analisi complementare proposta da altri autori fornisce una forte evidenza di un effetto positivo dei lockdown nel limitare il numero delle fatalità.

Vista l’assenza di dati sulla percentuale e la tipologia della popolazione infetta, non mi sembra un’evidenza così “forte”. Per esempio, in Inghilterra, USA e in tutta l’America in realtà, fra i “giovani” (20-65 anni) la mortalità è molto più elevata che nei paesi europei…
Cf. Tamino per gli USA.

2 commenti

  1. E’ sconsolante sapere che nella marea di ricerche effettuate da sociologi, economisti etc che inondano a getto continuo le riviste specialistiche manchino pure i dati di base senza i quali risulta ovvio che il fenomeno della violenza poliziesca non può essere analizzato seriamente.
    Mi viene in mente Pino Arlacchi quando si indignava perchè moltissimi suoi colleghi sociologi spendevano il loro tempo a interessarsi dei fenomeni più disparati ma quasi nessuno si dedicava con impegno a ricerche dedicate al mondo della droga.

    1. alberto,
      raccogliere dati è sempre la parte più faticosa. In USA il Freedom of information act del 1966 riguarda gli enti federali, ma i dipartimenti di polizia sono statali e quindi sono accessibili solo i dati sulla criminalità che trasmettono al FBI e altre agenzie federali.
      La California, forse qualche altro stato, ha una legge sulla trasparenza delle indagini poliziesche. Non mi sembra rispettata, ma forse qualcosa sta cambiando

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