Allarmati e allarmisti

Come i lettori dell’oca e di un blog del Sole-24 Ore sanno già, stando a certi mercanti di dubbio gli ambientalisti traviati da Susan Sontag e da un’adolescente svedese stanno compiendo stragi nel terzo mondo per distruggere l’odiata civiltà occidentale.
Ci sono accuse meno strampalate.

Dalla nascita di Extinction Rebellion, gli ambientalisti – senza distinzione – annuncerebbero la fine del mondo o almeno dell’umanità, commettendo una disinformazione scientifica, letale anch’essa, nel silenzio/assenso dei climatologi e degli ecologi che se la prendono invece con i mercanti di dubbio appena sbagliano una virgola.

Come i lettori del blog del Sole-24 Ore forse non sanno, nel mondo reale parecchi scienziati combattono le bufale di qualunque provenienza. Questo week-end lo dimostravano le risposte (thread multipli) di alcuni di loro ai tweet di David Rose, il disinformatore del Daily Fail sanzionato più volte dall’IPSO, l’ente statale britannico che vigila sulla correttezza dell’informazione.

Rose se la prendeva con le parole “with human extinction as a possibility” – presumo, visto che il resto è indubbio – in un com. stampa di Extinction Rebellion. A differenza del Daily Mail, Extinction Rebellion non ha atteso una sanzione per toglierlo, è bastata una mail di Richard Betts, direttore scientifico del Met Office.

Il com. stampa presentava “Emergency on planet Earth”, un sunto – 120 pp. ma ci sono molti grafici –  peer-reviewed della crisi climatica, scritto da Emily Grossmann e altri ricercatori, che in effetti non parla di estinzione umana. (Nota per le/gli insegnanti dei Fridays4future: credo che ER-Italia lo stia traducendo.)

Tra i firmatari c’è Julia Steinberger che partecipa alla ribellione. Combatte l’allarmismo con ricerche scientifiche sulla fattibilità economica e sociale di una transizione ecologica, scrivendone insieme a scienziati di svariate discipline, come lead author del working group III del prossimo rapporto IPCC, e per noi dummies nel tempo che le resta.

Ieri è uscita la seconda parte della sua intervista a Lowimpact.org, su biodiversità, sviluppo economico, giustizia sociale, covid e parecchio altro. Lettura integrale raccomandata, ovviamente. Per smentire le solite falsità, cito parte di una sua risposta a proposito del ruolo del nucleare nella transizione energetica:

  • Il nucleare può pretendere a essere un combustibile-ponte (tra il sistema attuale e quello delle rinnovabili) migliore del metano. Il metano è stato vantato come ponte, ma quando ai produttori si è chiesto dove finiva il ponte, non avevano risposte, volevano solo venderlo. Non sarei per costruire una nuova generazione di centrali nucleari, ma per conservare quelle che ci sono finché abbiamo costruito capacità rinnovabile e ridotto il livello della domanda. Quindi il nucleare potrebbe aiutarci mentre bruciamo meno fossili. La Germania ha rinunciato al nucleare dopo Fukushima, ma ora sta usando un sacco di carbonio. Anche questo è un disastro.

Non le chiedono se sarebbe d’accordo per finanziare ricerche su reattori che riciclino il plutonio delle testate nucleari come vorrebbe James Hansen. Penso di sì, comunque quando ci sentiamo glielo chiedo. Accenna ai collassi ambientali e sociali già avvenuti, e ritiene che aumenteranno. Nel contempo osserva che la transizione sta già avvenendo a macchie di leopardo – frenata da aspiranti dittatori e dittatori dissennati – e prevede che a furia di disastri ci sarà una svolta, e si estenderà velocemente.

Ma lei pensa che l’estinzione umana sia una possibilità?

  • Sì. Se si tiene conto dello spettro delle probabilità, sarebbe stupido escluderlo. Non dico che sia probabile, gli umani sono resilienti e siamo in tanti. Per farci fuori tutti, ci vorrebbe probabilmente un fascio di eventi sfortunati. Ma nei termini di eliminare quella che chiamiamo civiltà umana – la capacità di nutrire miliardi di persone con un’agricoltura stabile – direi che è una minaccia probabile e se continuiamo come ora, è una minaccia quasi certa.

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Anche Julia è femminista. Noi siamo quasi certe che se gli uomini riconoscessero il diritto delle donne all’educazione e agli anticoncezionali, ne risulterebbe

  • una popolazione globale di 6,29 miliardi (4,82–8,73) nel 2100 e di 6,88 miliardi (5,27–9,51) assumendo un tasso di variazione del 99% per entrambi questi fattori [drivers].

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James Hansen ha messo il capitolo 30 di Sophie’s Planet a disposizione dei fact-checker. E’ intitolato “How Well Did Our 1988 Model Do?“. Inizia con una conversazione immaginaria con il meteorologo Jules Charney, “lead author” del famoso rapporto dell’Accademia delle scienze che ne porta il nome, suo maestro e primo fact-checker.

Wow. La forzante climatica dello scenario B (Fig. 30.2) centrava il bersaglio! dice il fantasma di Charney.
E’ stato un colpo di fortuna, spiega Hansen. Già, adesso le temperature globali stanno diventando un filino inferiori, comunque non male, dice il fantasma. Però
Il vostro modello ha una sensitività di 4 °C per un raddoppio della CO2. Non sarà che nel mondo reale è di circa 3 °C, proprio come lo studio dell’Accademia stimava 40 anni fa?  
Non è così semplice, risponde il nostro avanzo di galera preferito.
– Se i gas serra fossero la sola forzante importante, la tua interpretazione sarebbe quasi giusta. Il riscaldamento osservato implicherebbe in effetti una sensitività minore, più vicina a 2,5° C perché sull’arco di pochi decenni non aumenta proporzionalmente alla sensitività del clima all’equilibrio. Dopo che hai lasciato il pianeta, ci siamo resi conto che le sensitività più elevate richiedono un periodo ben più lungo per raggiungere la risposta all’equilibrio – ma lascia perdere questo particolare, dopo ti do un paper (nota 6).

“Dopo ti do un paper” mi ha ricordato che Hansen lo dice perfino a un’oca se non è abbonata alla rivista o non si è accreditata come giornalista.

2 commenti

  1. Proprio pochi giorni fa leggevo un aritcolo proveniente da un blog del quotidiani di Confindustria (sic…) e devo dire non mi è sembrato male. Parlava di agricoltura e boschi, mi pare. Forse si stanno redimendo anche loro. Speriamo!

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