Il prof. Bucci non era latitante

Su “Cattivi scienziati” in agosto soltanto due post. Si era dato alla macchia mediterranea per sfuggire alle persecuzioni legali? La Temple University gli aveva concesso l’asilo scientifico? Faceva la cura dell’ozono o un detox omeo-quantistico nel centro wellness di un albergo a cinque stelle?

Ovunque fosse, giovedì mattina i media ne approfittavano. Ricopiavano un comunicato stampa del CNR cambiando qualcosina qua e là per tirarci su di morale prima che a Roma centinaia di migliaia di Italiani veri (id est pro-Qanon, pro-Trump e Bolsonaro, anti-Soros e Bill Gates, anti-vax e -mask) incendiassero altrettante mascherine e l’Urbe mentre c’erano.
Il com. stampa iniziava con la lieta novella:

La molecola di origine naturale che inibisce SARS-CoV-2

Uno studio internazionale cui partecipa l’Istituto di nanotecnologia del Cnr ha scoperto che la quercetina funge da inibitore specifico per il virus responsabile del Covid-19, mostrando un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus. Lo studio è pubblicato sull’International journal of biological macromolecules

Evviva. Dopo informazioni sull’HIV e la Sars, si leggeva che

  • Lo sviluppo di farmaci antivirali specifici per il coronavirus è dunque un altro grosso filone di ricerca per risolvere la pandemia di Covid-19. [A capo] In questo contesto si inserisce la nuova scoperta che dimostra che la quercetina, una molecola di origine naturale, funziona da inibitore specifico per SARS-CoV-2.

Ma nel tardo pomeriggio, Enrico Bucci buttava secchiate di acqua gelida sulle speranze accese dal CNR negli Italiani veri e contraffatti, scrivendo sul Foglio 

Bufale alla quercetina

C’è puzza di pseudoscienza dietro alle voci infondate che parlano di cure miracolose anti Covid.

Dopo esempi storici, arrivava all’attualità:

  • E’ giunta la notizia che uno studio spagnolo, che ha visto la partecipazione di ricercatori anche italiani, avrebbe identificato la quercetina come rimedio contro il Covid-19… Basta leggere il lavoro originale degli autori dello studio, per capire che fra le entusiastiche dichiarazioni e i titoli comparsi sui giornali c’è un abisso: lo studio in vitro, ben fatto, dal punto di vista sperimentale ha solo mostrato che la quercetina lega una proteina virale (come lega, aspecificamente, moltissime altre proteine) e che agisce a concentrazioni troppo elevate per l’impiego farmacologico…

La notizia è giunta dal CNR, i colleghi hanno colto il nesso tra “il contesto” e “la scoperta”, e letto nel lavoro originale che

  • La quercetina, dalle proprietà farmaco-cinetiche e ADMET [assorbimento, distribuzione, metabolismo, eliminazione e tossicità] ben note, può essere considerata una buona candidata per ulteriore ottimizzazione e sviluppo, o riposizionamento come trattamento terapeutico per il Covid-19.

I colleghi non avevano motivo di pensar male.
Nei mesi scorsi, per “risolvere la pandemia”, nel contesto di riviste scientifiche si erano già inserite curcumina, glicirrizina e centinaia di altre “molecole naturali“. In Spagna è stato pure approvato in giugno uno “studio clinico in doppio cieco e gruppo placebo” con i polifenoli di olive locali. (Anche con aglio e peperoncino, volendo.)
Perché la quercetina no?

Tanto più che la Scienza nazionale è sempre stata all’avanguardia del campanilismo nutraceutico. In aprile, grazie a

  • Una ricerca dell’Università Federico II di Napoli, che col docente del dipartimento di Farmacia Ettore Novellino ha avviato un protocollo di sperimentazione contro il Covid-19, coinvolgendo l’ospedale Monaldi …

ai degenti del Reparto di pneumologia, il direttore Alessandro Sanduzzi Zamparelli ha somministrato il Taurisolo, una miscela di restrevarolo

  • estratta dalle vinacce rosse di Aglianico [e Taurasi], già brevettata come nutraceutico dal prof. Novellino. Il Taurisolo viene introdotto a livello polmonare via aerosolica e consente che i valori della interleuchina-6, mediatore endogeno dell’infiammazione, si riducano del 50%. Sperimentato su pazienti affetti da Covid 19 il Taurisolo ha garantito la riduzione dello stato infiammatorio, dando la possibilità agli ammalati di produrre gli anticorpi necessari ad arginare l’infezione virale sino ad accompagnarli alla guarigione o all’assenza di sintomatologia.

Chissà da dove giungono certe notizie e quante querele rischia chi osa metterle in dubbio – sempre che possa permetterselo…

3 commenti

  1. “Nei mesi scorsi, per “risolvere la pandemia”, nel contesto di riviste scientifiche si erano già inserite curcumina, glicirrizina e centinaia di altre “molecole naturali” […]”
    Tra le varie c’era anche la nicotina, con tanto di sperimentazione in Francia (Jean-Pierre Changeux) proabilmente sponsorizzata dall’industria del tabacco. Ricordo che anche i media Italiani ne parlarono, perché in alcuni ospedali Italiani la si somministrava ai pazienti come possibile terapia per COVID-19 tramite cerotti cutanei.
    Da allora sono passati un po’ di mesi e la sperimentazione Francese è risultata infruttuosa ed ilare (vedere articolo di Leonid). Qualcuno sa se in qualche ospedale Italiano si usano ancora i cerotti alla nicotina? Spulciando i social network pare di sì, ci sono un paio di dozzine di testimonianze aneddotiche a riguardo, ma l’ospedale non viene mai nominato; se questi aneddoti risultassero confermati, c’è da porsi qualche seria domanda su chi gestisce queste infrastrutture pubbliche perché siamo ben oltre l’incompetenza.
    Ovviamente… chiedo per un amico 😀

    1. Temo di averne parlato anch’io, Mauro, sempre premuroso Leonid mi aveva mandato la notizia di Changeux, dicendo di tenere i miei alveoli ben incatramati così la proteina dello spike non attraccava.
      Cmq la profilassi nonché la terapia più radicale è l’oleandrina, “move over, bleach!”
      E per caso ci sono novità riguardo al libro sul microscopico duo? Chiedo per un amico.

  2. @ Mauro Toffanin
    Off Topic.
    Approfitto dell’occasione per chiedere: ci sono novità riguardo al libro sul microscopico duo?
    Non vedo l’ora di leggerlo.

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