Il giorno dopo i festeggiamenti

L’abbiamo scampata bella, noi delle Ong per il rispetto dei diritti umani e meno ingiustizia. Ci ha salvati per un pelo la strabiliante diversità delle leggi elettorali vigenti in ogni stato dell’Unione. A gentile richiesta, seguono my two cents.

Sulla presidenza Trump, conviene leggere Sarah Kenzior; per quanto riguarda la campagna elettorale, rimando all’intervista di Alexandria Octavio-Cortez pubblicata oggi dal New York Times.

  • Ho bisogno che i miei colleghi [di partito] capiscano che non siamo il nemico. E che la loro base non è il nemico. Che il movimento Black Lives Matters non è il nemico, che Medicare for all non è il nemico.

AOC fa notare che i canditati più progressisti erano sostenuti dai movimenti di base attivi sui social e localmente, ma non dal comitato centrale e dai finanziamenti del Partito democratico. Così negli stati in bilico sono stati eletti e ri-eletti mentre quelli conservatori sono stati sconfitti.

Da quello che ho visto, nei governi locali – senati, camere, procuratori generali ecc. – non solo è andata davvero così, ma i Dem conservatori sono stati sconfitti da repubblicani a volte dichiaratamente razzisti e complottisti.

Da gennaio, allora?

Nello scenario ottimista, dopo il ballottaggio in Georgia – lo stato dove la soppressione del voto afro-americano è più sfacciata – ci saranno 50 senatori democratici su 100 contando i bigoilisti, quelli contro l’aborto e favorevoli alla libera vendita delle armi d’assalto. In caso di parità, la maggioranza di un voto è ottenuta con quello del* vice-presidente.

Anche se alcuni repubblicani rinunciassero all’ostruzionismo inaugurato nel 1994 da Newt Gingrich con il Contract with America, ancora prima di entrare in vigore le leggi e i decreti esecutivi sgraditi ai repubblicani saranno contestati nei tribunali.

In uno scenario ancora più roseo, entro il 2024 al Congresso arriverebbero eletti democratici di Puerto Rico e di Washington, D.C. Per ora i residenti della capitale – al 45% di colore e in maggioranza democratici – non hanno rappresentanti al Congresso, ma solo un “osservatore”. Non (h/t zoomx) Possono votare per le elezioni presidenziali, ma nel Collegio elettorale hanno lo stesso numero di rappresentanti dello stato meno popolato, il Wyoming: 3 anche se il D.C. ha 720 mila abitanti rispetto a 570 mila, 84% dei quali bianchi, e gli afro-americani sono così rari da non essere nemmeno conteggiati…

(Il razzismo è talmente istituzionale che nel 13mo emendamento del 1865 che ha abolito la schiavitù, c’è tuttora scritto che è una pena “giusta”:

“Neither slavery nor involuntary servitude, except as a punishment for crime whereof the party shall have been duly convicted, shall exist within the United States, or any place subject to their jurisdiction”

Era il compromesso accettato da Lincoln e dal partito repubblicano di allora. Solo se gli stati decidevano autonomamente quale reato/delitto punire con la schiavitù, diventavano abbastanza numerosi per ratificarlo e farlo diventare valido in tutta l’Unione. Siccome non bastava, fino al 1964 repubblicani e democratici hanno aggiunto le leggi “Jim Crow”…)

Trump ha nominato oltre 200 giudici federali iperliberisti, anti-diritti civili (aborto compreso), che negano l’effetto serra delle nostre emissioni ecc. Stando all’American Bar Association che dovrebbe difendere la categoria – almeno 8 sono privi della competenza necessaria.

L’incompetenza non è più una garanzia di sentenze annullate dalla Corte suprema perché il Senato uscente ci ha aggiunto tre reazionari di cui due fondamentalisti anti-scienza e addirittura creazionisti. Così nei prossimi decenni la maggioranza sarà pro-business, pro-valori “cristiani”, anti-diritti civili, anti-tutela dell’ambiente, anti-educazione pubblica e anti-welfare in generale.

Alleati fino al 20 gennaio
Joe Biden e Kamala Harris hanno vinto grazie ai Never Trumpers – The Lincoln Project per la comunicazione, Republican Voters Against Trump e gruppi di base affiliati per la campagna sul territorio. I fondatori di quest’ala repubblicana dissidente sono quelli che avevano ostacolato le riforme di Obama, capitanati dal vecchio guerrafondaio razzista Bill Kristol. Ora dice di aver capito la sofferenza degli afro-americani. Ne dubito perché resta contrario a tutte le misure contro la discriminazione.

Da quello che ho letto, sono favorevoli ad aumentare i finanziamenti pubblici per la ricerca. A loro avviso però solo il libero mercato – con i giusti incentivi pubblici, ça va sans dire – sa sfruttarne i risultati in modo efficace per risolvere la crisi sanitaria, climatica e ambientale.

Sul Bulwark – la principale testata dei Never Trumpers – Mike Murphy aveva spiegato quest’estate che la strategia era di conservare la maggioranza al Senato e di ridurre quella democratica alla Camera per aiutare Biden a prendere le distanze dalla sua “frangia estremista”: i Justice Democrats e in particolare AOC.
(Strategia vincente in Florida, per esempio, dove Murphy era responsabile dell’operazione “Orange Crush”. Nel resto degli stati contesi ha ragione AOC: i candidati repubblicani “estremisti” sono stati eletti o rieletti. Da notare, nell’intervista AOC non risponde agli attacchi abituali dei Never Trumpers, ma a quelli  – molto più recenti – del vertice democratico.)

Va così dai tempi di Reagan. Un governo repubblicano taglia le tasse, aumenta il deficit pubblico, al governo Dem tocca ridurlo tagliando il welfare e gli investimenti pubblici in generale. Joe Biden sarà anche “a good man”, ma forse più che la bontà servirebbero la determinazione a volte spietata di un Franklin Delano Roosevelt.

2 commenti

    1. Grazie zoomx, ho corretto. Avevo lasciato un “Non” che rendeva surreale la frase dopo “ma”… Va bene che le leggi elettorali a volte sono strane, ma non a questo punto!

I commenti sono chiusi.