Grazie di esistere


(Su Buffalo Beast, la foto di Watts è d’antiquariato, all’incirca quanto quella dell’ing. Morabito di Forza Gnocc’-Uk.)

Dopo averci pensato un paio di giorni, Anthony Watts ha confermato che il bilancio preventivo dello Heartland non era un falso: aveva ricevuto 44.000 dollari e ne aspettava altrettanti per copiare su un sito web “le temperature della NOAA” inserendole in un software più appropriato. Il memo riassuntivo arrotondava la somma a 90.000, e parlava di 200.000 dollari della Fondazione Koch come se fossero stati incassati nel 2011 invece che attesi nel 2012, quindi era sicuramente un falso.

Dopo averci pensato una settimana, Anthony Watts ha usato un software di analisi del testo per dimostrare che il falso, secondo lo Heartland, era stato scritto da Peter Gleick, come continua a sostenere. L’ente caritativo è un tantino meno categorico e sembra contare sull’FBI, più che sulla competenza digitale di Watts, il che rende ancora più strano quel finanziamento.

Purtroppo ha dovuto fermarsi a metà dell’operazione perché al software il “falso” risultava di chi aveva scritto anche il piano di raccolta fondi del quale Watts stesso aveva confermato l’autenticità. Ha incaricato i seguaci di proseguire l’opera e Shawn Lawrence Otto lo ha fatto con metodo:

Dalle sei analisi effettuate, l’autore più probabile del memo risulta essere…

(Idem da Greg Laden con un diverso set di documenti Heartland. Be’, da un copia-incolla di frasi prese da quei documenti, cosa vi aspettavate?)

Nel frattempo la moglie di Joe Bast aveva fatto sapere cosa pensa degli insegnanti. E lo Heartland ha rivelato di aver mandato documenti a Gleick senza controllare se l’indirizzo mail era di un membro del consiglio d’amministrazione, non una, non due, non tre ma… volte.
Ancora. Bis. Un’altra!
(Heartland riconferma l’autenticità dei documenti, dei contenuti del “falso” e di essere una lobby politica…)

Parlando di cose serie, invece

Le Geophysical Research Letters pubblicano il primo paper che usa la potenza di calcolo di Weather at home. Risolve la contraddizione tra Dole et al., l’ondata di caldo in Russia nel 2010 era “imprevedibile… perché di origine prevalentemente naturale”, e Rahmstorf et al., una probabilità dell’80% che il caldo record non sarebbe avvenuto senza il riscaldamento globale dal 1980 in poi (vedi Real Climate per i dettagli).
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Nei nuovi modelli di Friedrike Otto et al. con le temperature del 1960, l’evento avviene ogni 99 anni; con quelle del 2000-2010, ogni 33 anni. La cosa importante, scrivono, è distinguere tra livello – i 40 °C superati per tot giorni – e frequenza:

la magnitudine dell’ondata di caldo era d’origine principalmente naturale, ma il cambiamento climatico antropico fa aumentare la sua probabilità di 4-5 volte (tendenzialmente, ndt).

L’attribuzione agli ACC è più bassa di quella di Rahmstorf et al. ma resta entro i loro margini d’errore.