A proposito, i complimenti a Francesco Berna et al. per la sensazionale scoperta della rivoluzione gastronomica avvenuta un milione di anni fa, li ho fatti qui.
… una cliente è contenta della pioggerella che ha abbassato il PM10 in città. “Ci vorrebbe ben altro,” sospira la formaggiaia. Sua cugina coltiva mais, è preoccupata. I raccolti sono andati male per il caldo e la siccità nel 2003, 2005, 2007 e poi c’è stata la diabrotica… Suo figlio trova che il mais ormai non va più bene, richiede troppa acqua, e aggiunge:
Dicono che gli agricoltori si lamentano sempre. Vorrei vedere se gli dicessero “non è piovuto, ti dimezziamo lo stipendio”. Con il clima che cambia, sarà anche peggio.
Il 31 marzo su Repubblica, sotto l’occhiello in prima “Emergenza siccità“, Jenner Meletti racconta tra altre cose la reazione di alcuni ecclesiastici che chiamano i fedeli a pregare per la pioggia. Da cronista, dà la notizia, la inquadra nei riti storici e poi lascia la parola e i commenti agli intervistati e i giudizi ai lettori.
Da Climalteranti, Stefano C. vede nell’articolo una propaganda “neanche fosse Radio Maria”. In realtà i riti cattolici occupano solo un terzo dell’articolo, e Meletti ha capito una lezione spesso ripetuta da Climalteranti:
Usare il tempo meteorologico di un singolo evento per inferire il clima ha lo stesso significato di chi, basandosi sui dati di vendita dei prodotti di un singolo contadino, volesse dedurre l’andamento del mercato globale.
Ah ma, dice Stefano che è lombardo,
le iniziative di un cardinale, di qualche prete o una danza della pioggia sono un po’ poco per parlare di una tendenza sociale diffusa.
Meletti se ne guarda bene. Il titolo messo dalla redazione “Caldo record e piogge in calo del 50%, il Nord riscopre gli antichi riti anti-siccità” non ha alcun riferimento con i riti degli antichi romani, del Veneto oggi e della Sicilia nell’800 riferiti da Meletti.
Sembra un’esagerazione fatta per catturare l’attenzione, forse perché – di per sé – il caldo e la siccità di marzo non sarebbe una notizia interessante. Né sembra esserla una delle principali cause di queste anomalie meteorologiche: il riscaldamento globale, come stanno cambiando le statistiche delle temperature e dell’intensità delle precipitazioni.
Chissà perché il riscaldamento globale dovrebbe essere una “notizia interessante” quando il CNR manda questo comunicato stampa (potete saltarlo, lo riassumo dopo):
Il mese appena concluso è risultato in Italia il terzo marzo più caldo dal 1800 ad oggi, con un’anomalia di +2.3 gradi sopra la media del periodo di riferimento 1971-2000, dopo il 1994 e il 2001 (rispettivamente +2.6 e +3.2°C). L’anomalia è stata più pronunciata al nord, dove si è registrato un +3.2°C che colloca marzo 2012 al primo posto, insieme con il 1994. Oltre che dalle elevate temperature, il mese è stato caratterizzato anche da precipitazioni molto scarse, che hanno fatto registrare un deficit del -52% rispetto alla media del periodo di riferimento, ponendolo al 25esimo posto nella graduatoria dei marzo più secchi di sempre. Anche in questo caso l’anomalia è stata più pronunciata al nord dove, in media, è arrivata quasi a -70%. Le scarse precipitazioni del mese appena trascorso non fanno altro che prolungare una situazione di siccità che perdura ormai da molti mesi, soprattutto nel Settentrione dove, da agosto 2011 a marzo 2012 ed eccezion fatta per ottobre, tutti i mesi hanno fatto registrare un segno negativo con un deficit totale del 38% rispetto alla media degli stessi otto mesi nel periodo 1971-2000. Nel complesso, il periodo agosto-marzo 2011-2012 si colloca nel Nord Italia al quinto posto tra i più secchi, dopo quelli del 1879-1880, 1989-1990, 1921-1922 e 1883-1884, il più secco in assoluto con -47%.
Niente riscaldamento globale, niente record, niente maggior frequenza della siccità negli ultimi anni. Niente “notizia”.
In un commento, Stefano C. aggiunge
Secondo me anche la cronaca dovrà abituarsi a leggere questi eventi, che stabiliscono sempre nuovi record, nel loro contesto, che è quello del clima che cambia.
E se fosse già un “dato”?
Stamattina a Mille valvole – trasmissione comica di radio pop – il titolare dell’azienda che produce il vaccino contro la leishmaniosi dei cani, diceva di aver investito anche in Italia
in una linea di produzione industriale
perché dalla Puglia dov’è endemica, la leishmaniosi
si sta spostando a nord, è già arrivata in Germania. Con il cambiamento del clima si diffonde sempre di più insieme ai pappataci.
La divulgazione si può fare in tanti modi, se onesti sono tutti legittimi. Certo, se un quotidiano pubblicasse
Scientific case for avoiding dangerous climate change to protect people and nature
Stefano sarebbe più felice. I lettori, non credo.
Noo snark: VVatts up with that da visitare per farsi quattro lol di cattivo gusto.