Tagli dell'acqua


Prima di scordarmi: domattina al Palazzo dei Congressi di Firenze inizia Qualità, onestà e bellezza, tre giorni sulla comunicazione della scienza.

Ieri sono finite le 20 settimane di “consultazione ” degli australiani sul piano dell’Autorità del bacino del Murray-Darling, un 15% del paese dove si concentra il 40% della produzione agricola.

Dopo nemmeno un secolo e mezzo di irrigazione spensierata, i due fiumi sono striminziti, con un’alta concentrazione di inquinanti agricoli che finiscono in mare, laghi a valle acidificati, fioriture d’alghe, puzze e risse fra agricoltori e città sulla ripartizione dell’acqua. L’Autorità ha proposto di tagliare il prelievo da 13.500 a 10.800 gigalitri/anno entro il 2019.

Riassunto (son 120 pagine, ci vogliono per un “documento complesso” ).

Il piano non piace né agli agricoltori anche se potrebbero vendere parte delle proprie quote né agli ambientalisti perché non basta a rigenerare l’intero bacino. Resta da fare una valutazione costi/benefici prima di passare il malloppo al governo con un sunto della discussione pubblica.

Idrologi, geologi, ecologisti economisti ecc. del CSIRO hanno cercato di quantificare i benefici economici, per l’agricoltura, il turismo, il carbonio sequestrato dalla vegetazione  in ripresa, e di quanto la gente si dice disposta a pagare per avere un ambiente dignitoso. Guadagno totale: A$ 3 – 8 miliardi (ogni beneficio ha la sua forbice). Avvertenza finale:

Mentre è chiaro che se il piano venisse applicato, i benefici per il paese sarebbero di svariati miliardi di dollari, è importante tener conto del fatto che non tutti considerano il denaro una misura del valore ambientale.

Se ci pensavano prima, invece di avvisare il 4 aprile, era meglio, scrive Stephen Pincock su Nature. Dalle critiche che hanno ricevuto, mi sembra che non avrebbe fatto differenza. Ma la procedura è stata interessante, con gli interessi in conflitto ben delineati. Finché l’acqua è pubblica si potrebbe adottare anche qui.

Quando è privatizzata come in Inghilterra e le aziende annunciano tagli, i clienti s’incavolano e basta.

La foto sopra è stata presa durante la “grande sete” del 2010, ma parte del bacino è subtropicale.

Sempre da Nature, due articoli sul Congresso USA e i petrolieri che non hanno imparato niente dalla Deepwater Horizon, il governo qualcosina, gli scienziati parecchio – inascoltati.

Statistica e biodinamica non lineare
Su PLoS Biology, Steve Bellan et al. delle “Cliniche per la modellizzazione significativa dei dati epidemiologici” (una conferenza annuale che si tiene a Città del Capo) descrivono un gioco di ruolo, per imparare a costruire e valutare modelli dinamici non lineari di un’epidemia. Sono ancora un po’ indietro rispetto ai modelli climatici, ma altrettanto complessi. Gli autori dicono che il gioco è un’esercitazione che si può incorporare nell’insegnamento di altre discipline biologiche.
Sembra anche a me, e lo consiglierei pure a petrolieri e politici, but IANAS…

Come infezione usano la “febbre matematica di Muizenberg”, il quartiere in collina dove sta l’Istituto di matematica che ospita la conferenza.