Tre giorni da leone

 

(Domani su Oggi Scienza, j’ai la flemme…)

Al convegno della Stem Cell Foundation di New York, uno sconosciuto spiegava di aver curato pazienti con staminali pluripotenti indotte, migliorando il metodo messo a punto da Shinya Yamanaka il cui premio Nobel era stato annunciato tre giorni prima.

Il “dott. Hisashi Moriguchi della Harvard Medical School HSM) e dell’Università di Tokyo” affermava di aver trapiantato quelle cellule nel cuore di sei pazienti con esiti dieci volte migliori di quelli raggiunti in modelli animali. Rilasciava interviste trionfali ai quotidiani giapponesi: per gli esperimenti clinici, aveva ottenuto l’approvazione del Comitato bioetico di Harvard, collaborato con dottorandi del MIT, ricevuto due milioni di dollari da investitori privati e altre meraviglie.
Aveva anche una visione:

Il Prof. Yamanaka ed io vogliamo salvare la vita dei pazienti. In questo momento, ci serve il sostegno congiunto del settore pubblico e privato. Questo creerà anche posti di lavoro per i giovani e contribuirà a risollevare il Giappone.

Allertato dalla rete anti-ciarlatani, Paul Knoepfler ne dubitava per primo, seguito da David Cyranovski di Nature. L’HMS precisava che Moriguchi era stato “visiting fellow” solo nel 1999-2000; il Comitato bioetico non ne aveva mai sentito parlare; all’Università di Tokyo risultava di passaggio una o due volte alla settimana. E non aveva una laurea in medicina, ma un diploma di infermiere.

Nel week-end i quotidiani giapponesi si scusavano con i lettori: il pseudo-dott. si era inventato tutto.

Knoepfler è contento che la bufala sia stata stroncata rapidamente, ma trova che  gli organizzatori del convegno dovevano stare più attenti. Non solo loro. Nel febbraio e nel luglio scorso Hisashi Moriguchi ha pubblicato due articoli su Scientific Reports, una rivista open access del gruppo Nature, in cui si firma dell’università di Tokyo e Harvard, insieme a co-autori di Harvard a loro insaputa,  e di Tokyo dei quali non so niente. Scientific Reports si presenta come una rivista “veloce, rigorosa” ecc. Veloce senz’altro.

In tema
Ha perso il posto l’anestesiologo Yoshitaka Fujii che per vent’anni è riuscito a pubblicare 200 papers su propri trial clinici, di cui almeno 172 fasulli.

Marc Hauser – mentre ci sono – ha solo ammesso “errori”, ma non si sa quali siano gli otto casi di misconduct trovati dalla commissione d’indagine di Harvard, università dalla quale si era dimesso l’anno scorso. Un mese fa è uscito il rapporto governativo: parla di dati e metodi fabbricati su Cognition, il solo paper ritrattato, di “codici sbagliati” in articoli non pubblicati e in quelli ripubblicati l’anno scorso dopo aver rifatto gli esperimenti.