Scherzi da ministro


Il 12 ottobre, usciva il disegno di legge “Risparmio” preparato dal governo. Articolo 11:

1. Al fine di assicurare la piena integrazione e il coordinamento unitario dell’attività di ricerca del Paese, il sistema della ricerca è organizzato in:
a)Centro nazionale delle ricerche (CNR; di seguito, Centro), di cui ai seguenti commi; b)Agenzia per il trasferimento tecnologico, di cui all’articolo 2; c)Agenzia per il finanziamento della ricerca, di cui all’articolo 3.

2. È istituito, con sede in Roma, il Centro nazionale delle ricerche (Cnr), che svolge il ruolo di coordinamento e di rappresentanza unitaria in materia di ricerca dei seguenti enti.
3. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, l’Istituto nazionale di astrofisica, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, l’Istituto nazionale di ricerca metrologica, la Stazione zoologica Anton Dohrn, l’Istituto italiano di studi germanici, l’Istituto nazionale di alta matematica, il Museo storico della fisica, il Centro di studi e ricerche “Enrico Fermi” nonché l’Istituto per lo sviluppo e la formazione professionale dei lavoratori, di cui all’articolo 10 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419, sono soppressi e i relativi organi statutari decadono.
Ecc.

Ellamadonna!
L’altro ieri, su Scienza in rete e ROARS usciva una lettera aperta di scienziati e giornalisti al presidente Napolitano e al ministro e “collega” Profumo. I firmatari erano sconvolti da

un progetto di trasformazione… che cancellerebbe in un sol colpo tutti gli Enti di Ricerca vigilati dal MIUR e li ricomporrebbe dentro un nuovo Ente che porta lo stesso acronimo di uno di essi: il CNR… Una sorta di modello tedesco, senza però gli investimenti che i tedeschi sono in grado di garantire a quel modello.

Sul sito del governo usciva invece una nuova versione del disegno di legge. A pagina 36, la riforma era improntata al modello italiano:

1. A decorrere dall’entrata in vigore della presente legge è istituita, presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, la consulta dei presidenti dei seguenti enti: Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto nazionale di fisica nucleare, Agenzia spaziale italiana, Istituto nazionale di astrofisica, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, Istituto nazionale di ricerca metrologica, Stazione zoologica “Anton Dohrn”, Istituto italiano di studi germanici, Istituto nazionale di alta matematica e Museo storico della fisica e Centro di studi e ricerche “Enrico Fermi”.

Compito da consegnare entro gennaio (grassetto mio):

2. La consulta, coordinata dal presidente del CNR, elabora una proposta di revisione organizzativa degli enti… tale da assicurare una governance unitaria e più efficace degli stessi e da garantire il mantenimento dell’identità storica, l’attuale denominazione nonché l’autonomia scientifica e budgetaria.

A costo zero:

7. Ai componenti della Consulta non spettano indennità, gettoni o compensi comunque denominati… Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

6 commenti

  1. Scherzi da Ministri … e in effetti, se fosse un film ci aspetteremmo che il Ministro domani dica davanti ai microfoni “Scherzavo, ci siete cascati tutti!”
    Segnalo su roars un commento di Francesco Sylos Labini, un po’ meno “diplomatico” della lettera a Napolitano e Profumo.
    ocasapiens, apri orecchie e occhi sui precari INGV, sembra ci siano sorprese. Brutte, come al solito.

  2. è come il documento di Anacreon verso l’Impero: non significa nulla o quasi.capisco che il quasi puo’ essere tutto, ma puo’ essere anche nulla; fanno una commissione di coordinamento a costo zero che ha come scopo:
    garantire il mantenimento dell’identità storica, l’attuale denominazione nonché l’autonomia scientifica e budgetaria.
    cioè lasciare tutto com’è.

  3. @Riccardo
    Sarebbe da delinquenti, sono più della metà dei ricercatori e tecnici i quali son già pochi per un paese così sismico.
    @Claudio
    abbiamo studiato gli stessi classici…

  4. A parte le questioni di principio e metodologiche, non credo che non cambierebbe nulla. Cambierebbe, non nel senso di una razionalizzazione ed effecienza ma al contrario in un ulteriore ingigantimento della burocrazia. Abbiamo l’esempio dell’accorpamento INFM-CNR, che sembra quasi il modello che ha in testa il Ministro.
    Non mi sembra che ci sia in giro qualcuno che abbia davvero la possibilità/volontà/capacità di prendere il toro degli enti di ricerca per le corna.
    Solo parzialmente OT, fatemi citare alcuni brani di Haroche su Nature (al solito, grassetto mio):
    “The research recognized last week is the fruit of a long quest, initiated 35 years ago. […]”
    “Unfortunately, the environment from which I benefited is less likely to be found by young scientists embarking on research now, whether in France or elsewhere in Europe. Scarcity of resources due to the economic crisis, combined with the requirement to find scientific solutions to practical problems of health, energy and the environment, tend to favour short-term, goal-oriented projects over long-term basic research. Scientists have to describe in advance all their research steps, to detail milestones and to account for all changes in direction. This approach, if extended too far, is not only detrimental to curiosity-driven research. It is also counterproductive for applied research, as most practical devices come from breakthroughs in basic research and would never have been developed out of the blue.”

  5. Riccardo condivido il tuo commento; d’altronde la situazione è già cosi’; all’università o almeno dalle mie parti se non avessi i contributi delle aziende che vengono a farsi fare misure o piccoli progetti e se non avessi deciso da tempo di reindirizzare queste risorse alla ricerca “curiosity- driven” sarei fermo; vincere un progetto grosso mi sarà riuscito due volte nella vita e fra l’altro il numero di pubblicazioni in quei casi è stato sempre più basso del solito. Haroche ha ragione da vendere

  6. Sui precari INGV. Dopo che il Dipartimento della Funzione Pubblica si è messo di traverso è stato bloccato l’accordo di Luglio sull’estensione dei contratti al 2016. Evidentemente le preoccupazioni espresse da alcuni erano fondate.
    Risultato, tutto di nuovo in alto mare e stato di agitazione dei precari.
    Claudio
    non solo dalle tue parti, il problema è davvero nazionale. Chissà perchè l’unità d’Italia si esprime solo negli gli aspetti deteriori 🙂

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