Pasquale Trematerra, dell’università del Molise (uno superbravo, un giorno se ne riparla), risponde anche lui a P. Giorgio di Mestre, a proposito dell’acaro che attacca le api:
Quanto ha riportato sulla Varroa corrisponde a situazione di fatto. L’aver ridotto l’ape a una macchina di produzione ne ha ridotto le capacità di difesa e da noi la Varroa ha preso il sopravvento. Nel tempo, per venirne fuori sarà utile ripartire da alveari sani e api geneticamente resistenti (non modificate da nessuno, altrimenti aggiungiamo problemi a catastrofi).
La Varroa, qualche anno addietro, è stata rilasciata come arma biologica, volontariamente, dalla CIA a Cuba per annientare il reddito di sussistenza degli agricoltori cubani. I focolai sono stati ritrovati infatti nella parte opposta agli scali aeroportuali dell’Isola (notizia pubblicata su American Entomologist nel 2004!).
Sulla mosca assassina della Libia, a suo tempo scrissi un articolo per il Corriere della Sera. La questione era probabilmente nata da bestiame parassitizzato proveniente dal sud degli Stati Uniti e portato – o venduto – in Libia in periodo di embargo commerciale (???). Bene fecero gli americani, costretti a utilizzare aerei militari per il rilascio di maschi sterili, la colpa era tutta loro.