Abstract: we are not impressed

All’inizio dell’anno, il Dip. britannico per l’ambiente, l’alimentazione e  gli affari rurali (FERA) si opponeva alla moratoria sull’uso dei neonicotinoidi perché sarebbero usciti a breve i risultati di uno dei rari – a suo dire – studi sul campo che aveva commissionato. Usciva a fine marzo, molto dettagliato. A Stefano, l’apicoltore della piazza, era sembrata riduttiva la scelta della colza e di 2 neonix; quella dei bombi “capre e cavoli”.

La ricerca parte dall’ipotesi che alle colonie di bombi,  i concianti a base di neonicotinoidi facciano un baffo e conclude che fanno un baffo, sebbene

As stated in the introduction the study was limited by the lack of replication and the variation between sites, e.g. temperature, available alternative forage and timing of flowering, as well as the exposure to neonicotinoids on all three sites due to the wide foraging range of the colonies.

Gli autori avevano fatto del loro meglio per rimediare, rif. anche le appendici. Comunque contraddicevano la maggioranza delle ricerche, come questa uscita l’anno scorso su Science, rivista di solito scettica sui danni da neonix. Inoltre insistevano sul “basso rischio”, al contrario dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare alla quale la Commissione Europea chiedeva pertanto una peer-review.
L’ha appena pubblicata, molto dettagliata anch’essa, e la ricerca di Thompson et al. ne esce conciata:

  • The FERA study looked at only one crop – oilseed rape – and two plant protection products – one containing clothianidin, the other imidacloprid – authorised for use in the UK. Furthermore, the test sites and surrounding areas used in the FERA study reflect a small sample of agricultural conditions in the UK and cannot be considered representative of conditions in other parts of the EU.
  • Two important routes of exposure – dust and guttation – were not addressed by the FERA study.
  • In its assessments, EFSA reached conclusions mainly for honey bees, and identified a data gap for other pollinators. Field studies of bumble bees cannot be used to understand the risks to honey bees and other pollinators because of significant species differences.

EFSA’s experts highlighted a number of other deficiencies in the report. These include:

  • Inconsistencies and contradictory statements regarding the objectives of the study.
  • Absence of suitable control bee colonies. In particular, analysis of residues in pollen and nectar showed that the “control” site had been contaminated by thiamethoxam.
  • Environmental conditions were varied across the three the test sites, which reduces the sensitivity of the study in detecting effects on colonies.

EFSA also raised concerns about how Thompson et al. elaborated and interpreted the study results to reach their conclusions.

Fonte (è la quinta)

Stando al perfido Damian Carrington del Guardian, per tutti questi motivi lo studio è sparito dal sito del ministero.

Non è la fine della storia nemmeno la peer-review dell’EFSA, dico a Stefano. Concorda: la variabilità locale è tanta, ci vogliono ricerche locali. Nel frattempo, anche se il rischio fosse basso non avrebbe senso correrlo perché non si sa come sostituire le api.

Parliamo dell’ultimo lavoro di May “Bambi” Berenbaum – ormai è un fan pure lui – sulle colonie americane forse indebolite da un cibo invernale a base di sciroppo di mais (fruttosio), privo dell’acido p-cumerico che innesca l’attività dei geni “detox”. Ne era già convinto. Come tanti in questi mesi, deve continuare a nutrire le sue ragazze “affamate e un po’ patite per il maltempo” e lo fa con il loro miele. “Mica roba sintetica che magari viene dalla Cina”.

Yamal! (Abstract: I’m impressed)

Da Real Climate, Keith Briffa et al. parlano del loro nuovo paper – in open access – di dendro-crono-climatologia e mentre ci sono smentiscono i neghisti, bigoilisti e globalcoolisti che avevano estratto frasi delle mail rubate alla CRU nel 2009 per accusarli di falsificazione.

Fanno una bella divulgazione della propria disciplina e chiariscono così perché i dati grezzi vanno controllati prima di essere resi pubblici. Perché non si possono usare alberi malati, per es. o la difficoltà di integrare le informazioni di anelli prelevati nella radice o nel tronco.

Si impara un sacco di cose, anche nei commenti, con in più il piacere di veder ricercatori veri fare a polpette i D-K in malafede che li hanno perseguitati e insultati per anni.

*

Sempre a proposito di clima, Steph fa la peer-review di Mariani et al.  sul riscaldamento artico che non sarebbe influenzato dall’effetto serra dei gas serra emessi da attività umane, contrariamente a quanto dimostrato da Gillett et al. nel 2008 (e da decine di altri dopo).

Da ricercatore, Steph è per pubblicare commenti e repliche che contengono spunti interessanti. E’ vero, ma chi lavora in una rivista sa che assegnare pagine a discussioni su articoli già usciti significa ritardare la pubblicazione di quelli nuovi.

5 commenti

  1. Domandona per l’oca, che è informatissima sulle credenziali di chiunque:
    questi qui di Pianeta Blu sono credibili?
    Perchè se lo sono (soprattutto il video, se contiene dati REALI) sarà meglio
    cominciare a pensare di riaccendere le centrali a carbone !! 😉
    Illuminami, Oca… sbatti le ali, fai qualcosa.
    E dimmi che non è vero: che il freddo lo odio…
    http://pianetablunews.wordpress.com/2013/06/06/clima-esperti-di-usa-e-messico-confermano-nuova-era-glaciale-imminente-iniziera-nel-2014%E2%80%B3/

  2. @ Roy
    è in buona compagnia, sai?
    Ci sono i soliti espertoni russi, gli immancabili geofisici maya, i ben noti colonnelli complottisti, i sacrosanti economisti agrari, i maghi, le streghe, gli elfi, gli orchi, i folletti, i trolli, …tutti quanti. Una bella pasta esotica e multi-regionale.
    Che strane coincidenze. Quasi quasi ci faccio un posticino.

  3. Rachel Maddow un po’ di tempo fa dedicò una puntata a come vengono comunemente prse notizie false: uno qualunque del circuito di amici la spara grossa e gli altri la riprendono. Lo stesso sta avvendo con la notizia proposta da blade runner. Se girate per la rete la trovate identica, parola per parola, in diversi siti; l’origine della notizia sembra sia una televisione messicana alla quale qualcuno ha aggiunto Lovelock.
    Da allora viene acriticamente riportata ad infinitum. Spero almeno che blade runner sia contento di partecipare a questo gioco globale alla disinformazione.

  4. prse = diffuse 😛
    non so dire come sia stato possibile ma è così 😀

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