Nei panni della Bocconi

Domani 9 dicembre, ore 9 – 16, Aula Magna dell’università Bocconi in via Gobbi 5, Milano, convegno

La ricerca in Italia. Cosa distruggere, come ricostruire
organizzato da Università Bocconi, Novartis, Gruppo 2003

Mancanza di risorse, scarso interesse da parte del pubblico, fuga all’estero di alcuni dei cervelli migliori. Sono alcune delle ragioni che suggeriscono che il sistema della ricerca, in Italia, vada ricostruito. Il convegno si propone di analizzare e suggerire i percorsi più promettenti. Nel corso dell’incontro Tito Boeri, prorettore per la ricerca dell’Università Bocconi, intervisterà il ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Chiara Carrozza.

Partecipano, tra gli altri:

Maria Chiara Carrozza, ministro dell’Istruzione, università e ricerca
Roberto Cingolani, direttore scientifico Istituto italiano di tecnologia
Silvio Garattini, direttore Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri
Guido Guidi, Head Pharma Region Europe Novartis
Gino Nicolais, presidente Cnr
Gianfelice Rocca, presidente Assolombarda e presidente Gruppo Techint
Maria Grazia Roncarolo, presidente Gruppo 2003

Mi sa che senza soldi e dopo vent’anni di distruzioni ci sia poco fare, comunque ai partecipanti distribuirei un bigino sul residuo di Solow insieme a questa figura 2 

In orizzontale la percentuale del PIL spesa in ricerca e sviluppo; in verticale la percentuale di scienziati e ingegneri nella popolazione; la dimensione dei cerchi rappresenta la spesa totale. Istituto Battelle 2011, fonte e contesto.
Certo, da solo non spiega la situazione italiana, rif. commento di Riccardo a “Bavagli” per esempio, però fa riflettere – trovo.

Aggiunta 9/12
Data, please
Da leggere anche “Bocconi’s sympathy for destruction: una VQR a doppio taglio” da Roars (h/t Riccardo) e i commenti sottostanti.
Cito solo il poscritto di Giuseppe De Nicolao (che oggi riproduce il grafico sopra e pronunciamenti suggestivi) :

P.S. Se fossimo nei panni del Magnifico Rettore della Bocconi metteremmo un veto ai cultori della “valutazione fai-da-te”: «D’ora in poi è vietato parlare a vanvera di valutazione. Prima di invocare distruzioni e chiusure per i dipartimenti che non raggiungono la sufficienza, abbiate l’accortezza di controllare le pagelle dell’ateneo che vi paga lo stipendio. Business is business».

Il convegno dovrebbe essere trasmesso live su Scienza in rete del gruppo 2003, ma vedo solo pubblicità. Business is business?

8 commenti

  1. Attenzione a parlare di arretratezza italiana, è necessario specificare in cosa. Nonostante la scarsità di investimenti e di capitale umano, in Italia, nonostante la vulgata purtroppo dominante, si produce una ricerca di qualità e quantità paragonabile a quella di paesi “più avanzati” di noi. E’ bene dirlo perchè benchè l’Italia abbia (ancora) tutte le potenzialità per restare fra i primi, ho l’impressione che un sondaggio fra gli italiani non inserirrebbe quella dello scienziato al secondo posto fra le occupazioni più prestigiose e al quinto quella dell’insegnante, come sembra essere negli USA. Se la mia impressione fosse corretta, serebbe un fatto gravido di conseguenze nefaste.

    1. @stefano
      be’, non abbiamo molta scelta, possiamo solo sperare che la specie impari poco alla volta impari, anche dagli errori, a non sporcare più il nido. La scienza mi pare il modo più efficace per riuscirci, anche perché dovrebbe limitare la credulità nelle soluzioni miracolose, tipo bici elettriche senza una rete urbana di ricariche – a Firenze, poi, con tutte quelle salite!
      @Riccardo
      “arretratezza”: avevo già corretto! Mi riferivo alla posizione sul grafico, dopo ho pensato che magari qualcuno non lo guardava bene…

  2. Sylvie, scusi l’off topic..
    a me è rimasto impresso cosa mi disse nei confronti del picco petrolifero (estendiamolo pure anche ad altre risorse..) e delle relative conseguenze..e più che altro rimasi positivamente impressionato dal fatto che lei avesse, comunque, una visione degli umani piuttosto positiva..
    però a me, sinceramente, non pare che l’umano stia riuscendo, attraverso il proprio sapere e attraverso la conoscenza scientifica, di cavare un ragno dal buco..
    perdoni l’esempio di qui a seguito..ma mi è appena venuto in mente..
    ieri parlavo con un amico di una cavolata (rispetto ai migliaia di problemi esistenti in ambito climatico e ecosferico); nel ’94 l’ho conosciuto ad un convegno sulla mobilità ‘sostenibile’: si parlava dell’esplosione (nella mia città, Firenze) del due ruote elettrico..
    i toni erano abbastanza ‘trionfali’..c’è chi sosteneva ‘guadagni’ di decibel incredibili e città pulite di lì a poco..
    ad oggi la situazione è tornata come negli anni ’80..
    spariti quasi tutti gli scooter elettrici (oggi alimentati con le batterie Lipo, non con il piombo..) le città sono un turbinio di scooter e scooteroni endotermici puzzolenti, inquinanti e acusticamente degni di qualche ‘rave’ di periferia..
    mi chiedo veramente quali siano gli orizzonti dell’umano se già in un orizzonte ristretto, come quello cittadino, l’unico profilo utile e fattibile -che ne fa da sfondo- per le persone, sia rappresentato da un aggeggio puzzolente e rumoroso che si muove su due ruote..
    un saluto 😉
    stefano

  3. I “bocconiani” che parlano di come ricostruire l’eccellenza della ricerca in italia ?
    Dopo aver contribuito on questi ultimi 10 anni a minare fortemente l’eccellenza nella fisica fondamentale riducendo finanziamenti ma soprattutto l’autonomia progettuale dell’INFN ??
    Per cortesia siamo seri …..

  4. neutrino
    se trovi la voglia, spendi un minuto a leggere le domande (retoriche) che pongono nel programma dell’incontro. Lì c’è la risposta alla tua domanda o, se preferisci, la politica per l’Università e la Ricerca che hanno (da tempo) iniziato a introdurre e che ci aspetta nel prossimo futuro.
    Lasciamene citare una sola di queste pseudo-domande, i bocconiani (ma, non dimentichiamo, insieme a Novartis e Gruppo 2003) si chiedono se non sia il caso di “puntare quasi tutto sull’innovazione in aree collaudate – moda, turismo e alimentari”. Tolta la moda, è la stessa idea di ricerca della Regione Sicilia. E’ un onore essere presi a modello dalla simil-massoneria bocconiana, un disastro assicurato per la Nazione.

I commenti sono chiusi.