A kinder, gentler future

Il titolo del post è quello usato dall’Economist in conclusione dell’articolo sulla nuova generazione di megabombe – alcune a grappoli –  ancora più potenti e “intelligenti” grazie alla precisione di sensori e sistemi di guida. Humour inglese, presumo, il settimanale aveva scritto la stessa cosa dei droni.

Più “umano”, Greenview commenta varie ricerche uscite negli ultimi mesi sulla velocità con la quale l’Homo sapiens ha fatto fuori le  specie di animali grandi e grossi ovunque le incontrava nei suoi spostamenti tra 50 mila e 5 mila anni fa. Stando all’emendamento votato l’altro ieri, certi senatori italiani intendono trattare allo stesso modo quelli piccoli e inermi.

Kinder, gentler
Su Nature, c’è un paper di David Frank et al. sulla “sensitività del clima globale al ciclo del carbonio”. Con serie di dati dal 1050 al 1800, tenuto conto dei vari meccanismi di ciclo e riciclo della CO2 in terra, aria e mare, calcolano – con una probabilità del 95% – che quella liberata dall’innalzamento delle temperature dovuto alla nostra CO2, non arrivi a 40 ppm per ogni grado C in più come da certi modelli.

Se le emissioni si stabiliscono ai livelli attuali, dovrebbe aumentare da 1,7 e 21,4 ppm  (mediana: 7,7).  Si aggiunge lo stesso a quella attuale, e rafforza lo stesso l’effetto serra, non è una gran correzione. I modelli di previsione che usano il ciclo del carbonio dovranno essere corretti al ribasso, e quelli che non lo usano al rialzo.

La  differenza tra il tasso d’assorbimento della CO2 da parte della biosfera nel periodo 1050-1549 (4 ppm) quando in alcune parti del mondo e per alcuni decenni faceva più caldo, e in quello del 1550-1800 nella “mini-epoca glaciale”  (16 ppm), conferma il feedback positivo + CO2 -> ancora + CO2. Gli autori ammettono molte incertezze, ma si può sempre pensare che tra cento-mille anni o giù di lì potrebbe fare un po’ meno caldo del previsto. A suivre.

*

Anche se l’ultimo decennio è stato più caldo dei due precedenti, la temperatura non è aumentata in sincronia con le emissioni di gas serra. Niente di speciale, ci sono periodi di pausa per oscillazioni decennali di correnti marine, cicli di attività solare e altre ricorrenze geo e astronomiche. Però sarebbe interessante sapere se le variabilità decennali si ripetono e si somigliano, e se e quanto le disturbiamo. Dal 2000, scrivono Susan Salomon et al. in una ricerca anticipata on-line da Science (per abb.), satelliti e palloni sonda hanno misurato un calo del vapore acqueo in stratosfera.  Se non ci sono altri meccanismi che interferiscono, il calo potrebbe  tamponare fino al 13-25% circa dell’effetto dei nostri gas serra. Tutto al condizionale. Se ne parla anche su Nature.

Aggiunta del 31.1: Ne discutono da Real Climate dove c’è pure la formula dell’ossidazione del metano in atmosfera.

*

Altro modello di complessità
Charles Godfray e Camilla Toulmin, con altri otto, propongono anche loro un modello  di interazioni fra variabili una più incerta dell’altra. Hanno cercato di correlare i principali elementi della sicurezza alimentare per 9 miliardi di persone in mezzo a una competizione crescente per terra, acqua ed energia. Lettura indispensabile per le Ong della lotta contro la fame.  Il paper è per soli abb., ma qui dovrebbe uscire presto un comunicato stampa. Se no,  be’…  parliamone.