Le Oche – Nel mio paese nessuno è straniero

Cari orecchietti di radiopop,

ve le raccontiamo oggi nella speranza di farvi pensare anche domani

La prima è una ricerca emozionante di Silvia Ghirotto e altri genetisti del gruppo di Guido Barbujani (l’avete sentito ieri intervistato da Lele Liguori) all’università di Ferrara, uscita su Scientific Reports, una rivista in open access del gruppo Nature, così potete leggerla tutti.
Come forse sapete, i genetisti per es. il mitico Luigi Luca Cavalli-Sforza sono affascinati da un mistero: chi erano i primi sardi? Perché passavano sulla terra leggeri, come nella cronistoria di Sergio Atzeni, quasi senza lasciare discendenza? In Storia e geografia dei geni umani, Cavalli Sforza paragona le varianti di 88 geni con quelle di altre 26 popolazioni europee occidentali e alla fine mette i sardi odierni fra “i più separati”, i meno imparentati con gli altri, i più diversi, insieme ai Lapponi.

Silvia e i suoi colleghi hanno analizzato in Dna mitocondriale di due sardi – embè? sull’isola nessuno è straniero – vissuti a Su Carroppu nel Sulcis, circa 10 mila anni fa e hanno scoperto… Non vogliamo rovinarvi la sorpresa, diciamo solo che metterli insieme ai Lapponi non era così stravagante, e il resto ce lo dice lei.

I Tazenda

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Passiamo da Ferrara a Torino, dalla Sardegna all’Africa occidentale ai tempi di Ebola ma trasferita in Francia durante un’ipotetica epidemia. Michele Tizzoni del Computational Epidemiology Lab alla Fondazione ISI, insieme a fisici, matematici, analisti di big data per metà emigrati, ha risolto un problema, davvero grave e complicato, che riguarda tutti perché nessun muro, nemmeno quello sognato da Trump, riuscirà a fermare un patogeno.

Per prevedere e (se possibile) prevenire la diffusione di un’epidemia occorre avere una mappa dinamica della popolazione, una stima delle persone con la quale ciascuna viene in contatto, altrimenti non è affidabile il modello epidemiologico della diffusione dell’agente infettivo sul quale si basa per esempio l’invio di operatori sanitari, la distribuzione dei farmaci, una campagna di vaccinazione – insomma tutto la logistica necessaria per affrontare un’emergenza.

I big data più abbondanti sono quelli dei telefonini, ovviamente, ma come interpretarli? Con quali algoritmi? Incrociando quali informazioni?  Finora i modelli più collaudati davano risultati divergenti rispetto ai dati dei censimenti.

Magari saltando la parte matematica che trovate nell’articolo uscito ieri sulla rivista Royal Society Open Science, chiediamo a Michele Tizzoni come sono riusciti a superare la divergenza.

Se c’è tempo, qualche news scientifica – quella sulle foreste in USA che, per via dei cambiamenti climatici, se di angiosperme si spostano verso ovest e se di gimnosperme si spostano verso nord è inaspettata.

E ci vediamo domani tra Porta Venezia e Piazza  del Cannone

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In onda dalle 10.35 alle 11.25: sui 107,6 FM o in streaming o in podcast dopo. Per dirci se abbiamo sbagliato qualcosa FaceBook e mail oche at radiopopolare.it

2 commenti

  1. Posso consigliarti anch’io un libro (su ipotesi, of course) a suo tempo consigliato da Mario Tozzi? Si chiama “Le colonne d’Ercole-un’ inchiesta” di Sergio Frau. Ciao!

    1. Grazie Marianna, lo leggerò. In cambio, nella bibliografia del paper di Silvia Ghirotto et al. trovi le ipotesi di tanti genetisti (e di qualche archeologo).

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